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Flotilla verso Gaza, il piano di Israele per fermare le imbarcazioni: dal blocco navale a intervento Idf con droni volanti e subacquei

Israele è pronto a fermare la Global Sumud Flotilla. Il piano operativo prevede l’impiego della Marina militare e dell’unità d’élite Shayetet 13, incaricata di bloccare la missione diretta verso Gaza con droni subacquei e aerei. L’obiettivo dichiarato è impedire alle imbarcazioni di proseguire, senza affondarle e senza ricorrere a “la forza letale”. Un’azione che, secondo le fonti, potrebbe scattare entro le prossime 48 ore, prima dello Yom Kippur

30 Settembre 2025

Flotilla verso Gaza, il piano di Israele per fermare le imbarcazioni: dal blocco navale a intervento Idf con droni volanti e subacquei

Flotilla verso Gaza Fonte: Centro Studi Sereno Regis

Le navi della Global Sumud Flotilla si trovano a 270 miglia nautiche da Gaza. Tra 36 ore entreranno nella zona a rischio. E Israele si prepara al blitz: oltre al blocco navale, pronti anche droni volanti e mini-droni subacquei. L’Idf ha un piano per fermare la missione senza affondare le barche in acque internazionali. Le unità della Shayetet 13 hanno l’ordine di non usare “la forza letale”. E agiranno prima dello Yom Kippur, ovvero nelle prossime 48 ore.

Flotilla verso Gaza, il piano di Israele per fermare le imbarcazioni: dal blocco navale a intervento Idf con droni volanti e subacquei

Israele è pronto a fermare la Global Sumud Flotilla. Il piano operativo prevede l’impiego della Marina militare e dell’unità d’élite Shayetet 13, incaricata di bloccare la missione diretta verso Gaza con droni subacquei e aerei. L’obiettivo dichiarato è impedire alle imbarcazioni di proseguire, senza affondarle e senza ricorrere a “la forza letale”. Un’azione che, secondo le fonti, potrebbe scattare entro le prossime 48 ore, prima dello Yom Kippur.

Le ipotesi in campo parlano dell’uso di mini droni subacquei con piccole cariche esplosive di 40 grammi per danneggiare timoni ed eliche, costringendo così le navi a fermarsi. Possibile anche l’impiego di droni aerei per colpire gli alberi delle imbarcazioni, mentre gli incursori arriverebbero a bordo di gommoni rigidi per l’abbordaggio. “Potrebbero lanciare una cima orizzontale allo scafo che andrebbe ad imbrigliarsi nell’elica bloccandola, se l’imbarcazione manovra a motore”, spiegano fonti di ambienti militari.

Secondo le stesse ricostruzioni, Israele punta a una neutralizzazione rapida, con la successiva espulsione dei fermati. Ma i rischi restano alti: “Anche nell’abbordaggio si rischia il morto”, avvertono fonti italiane. Il governo a Roma segue con attenzione la vicenda e valuta possibili conseguenze interne, inclusi disordini in piazza nel caso di un’operazione con vittime.

Il precedente della Freedom Flotilla del 2010, con la tragedia della nave Marmara e dieci attivisti uccisi, pesa come monito. Le navi in rotta verso Gaza sono questa volta più numerose — almeno 45 con circa 300 persone a bordo, inclusi parlamentari nazionali ed europei — e ciò aumenta i timori di una nuova escalation. Israele non esclude che tra gli attivisti possano esserci armi o materiali che giustificherebbero un intervento di forza.

Ora la rotta della Flotilla si avvicina al punto cruciale: entro le prossime 24 ore raggiungerà le 100 miglia nautiche dalla costa, la stessa distanza in cui in passato sono scattate le operazioni israeliane.

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