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Gaza, Kallas: “Attacco a Gerusalemme prova che aggressione genera aggressione”, ma insiste su Kiev: “Finché Mosca combatte lo facciamo anche noi"

Kallas ha poi ammesso che "la catastrofe umanitaria a Gaza sta mettendo a dura prova l’Unione europea perché non siamo uniti"

09 Settembre 2025

Ue, Kaja Kallas manda l’Europa in guerra: “Servono 27 eserciti per difenderci, investire su Difesa, Putin potrebbe attaccarci”

Kaja Kallas, fonte: imagoeconomica

L'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e vicepresidente della Commissione Kaja Kallas è tornata a parlare di Gaza ed Ucraina, i due principali temi geopolitici del momento. Kallas ha fatto l'esempio dell'attentato a Gerusalemme, sostenendo che "aggressione genera aggressione". "L'attacco di ieri a Gerusalemme sottolinea gli incredibili pericoli che corrono sia i palestinesi che gli israeliani. L'aggressione genera altra aggressione e radicalizzazione. Se ci fosse una soluzione militare, la guerra a Gaza sarebbe già finita da tempo. Ora dobbiamo trovare la volontà politica per concordare una via europea da seguire, e chiedo il sostegno del Parlamento europeo in questo impegno".

Gaza, Kallas: “Attacco a Gerusalemme prova che aggressione genera aggressione”

Kallas ha poi ammesso che "la catastrofe umanitaria a Gaza sta mettendo a dura prova l’Unione europea perché non siamo uniti. Non stiamo facendo abbastanza. L’Europa comunque non è rimasta con le mani in mano, siamo stati l’attore internazionale più attivo nel donare aiuti umanitari e tra i primi sostenitori della Palestina e di una soluzione a due Stati", ha proseguito. In Ue comunque continuano gli scontri su questo dossier: von der Leyen deve affrontare una mozione di sfiducia da parte della Sinistra Ue per non aver preso una posizione netta su Gaza. Anche la vicepresidente della Commissione, Teresa Ribera, è dello stesso parere. La socialista è stata anche la prima europarlamentare ad utilizzare la parola "genocidio".

Kallas insiste sull'Ucraina: “Finché Mosca combatte lo facciamo anche noi"

Tuttavia, Kallas ha continuato ad insistere sull'Ucraina, rilasciando delle dichiarazioni considerate da alcuni europarlamentari "incendiarie". "Il giorno dopo l'incontro della Coalizione dei Volenterosi della scorsa settimana, Putin ha minacciato attacchi contro qualsiasi presenza occidentale sul terreno, comprese le forze di peacekeeping. Questa è una grave escalation da parte della Russia e mina direttamente la sicurezza europea. La Russia non ha voce in capitolo su come ci difendiamo".

La linea dell'Unione europea continua ad essere guerrafondaia, così come quella della Nato: "l'Ue a ha già addestrato quasi 80.000 soldati ucraini. Siamo il principale fornitore di addestramento delle Forze Armate ucraine e abbiamo anche iniziato a lavorare per modificare il mandato della nostra missione in modo da poter addestrare anche i soldati in Ucraina. La più forte garanzia di sicurezza è un esercito ucraino forte".

"In secondo luogo, l'Unione Europea continuerà a sostenere la sicurezza interna e la resilienza in Ucraina - ha aggiunto -. Attraverso la nostra missione civile, abbiamo già supportato le forze di polizia ucraine e contribuito a rafforzare lo stato di diritto nel Paese. E oggi ci sono molte, molte più sfide da affrontare, comprese quelle legate alla guerra".

"In terzo luogo, continueremo a rafforzare l'industria della difesa ucraina, anche aiutando l'Ucraina a produrre più materiale bellico", conclude.

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