23 Agosto 2025
Fonte: X, @MiddleEastEye
Un nuovo rapporto, firmato dalle Ong Forensic Architecture e World Peace Foundation, ha denunciato la situazione drammatica attualmente in corso a Gaza, attribuendo la maggior parte delle colpe a Israele e all'organizzazione Gaza Humanitarian Foundation: "Dal 18 marzo al 1° agosto 2025 ci sono stati almeno 64 attacchi negli hub degli aiuti da parte dell'Idf. Tel Aviv usa il cibo come sistematica arma di guerra".
Un nuovo rapporto congiunto di Forensic Architecture (FA) e della World Peace Foundation (WPF), intitolato “The Architecture of Genocidal Starvation in Gaza, March - August 2025”, denuncia l’uso sistematico degli aiuti umanitari da parte di Israele come strumento di controllo politico e militare sulla popolazione palestinese.
Secondo l’indagine, tra il 18 marzo e il 1° agosto 2025 sono stati documentati almeno 64 episodi di civili palestinesi attaccati dall’esercito israeliano mentre cercavano cibo e assistenza, di cui 25 avvenuti nei pressi delle stazioni di razionamento della Gaza Humanitarian Foundation (GHF).
Il rapporto evidenzia come Israele abbia smantellato il cosiddetto “modello civile” di distribuzione, basato sulle agenzie umanitarie internazionali come l’UNRWA, sostituendolo con un “modello militare” fondato sulle stazioni GHF e su lanci aerei di aiuti. Un sistema, si legge, “pericoloso e letale”, che obbliga i palestinesi a camminare in media sei chilometri per raggiungere i punti di distribuzione, spesso aperti per meno di mezz’ora e annunciati con pochissimo preavviso.
“Aid can be lethal when used in a manipulative way. Abbiamo smontato l’architettura della fame imposta da Israele a Gaza”, afferma Forensic Architecture. L’organizzazione sottolinea come la strategia combini la distruzione dell’agricoltura palestinese, delle reti comunitarie e della società civile, con la costruzione di veri e propri “death traps”, trappole di morte per chi cerca aiuto.
Tre i principali effetti individuati: la forzata ricollocazione dei civili verso aree ritenute sicure da Israele; il fatto che cercare aiuti equivalga a esporsi a gravi rischi di vita; la progressiva dissoluzione delle strutture sociali palestinesi sotto la pressione di fame, violenze e sfollamenti continui.
Il documento conclude che la gestione israeliana degli aiuti non può essere considerata “umanitaria” ma piuttosto uno strumento di controllo della popolazione all’interno di una logica di “assalto genocidario”. L’uscita del rapporto coincide con la pubblicazione di una nuova analisi dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) che ha stabilito la presenza di una carestia "completamente indotta dall'uomo", da Israele, a Gaza.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia