22 Agosto 2025
Fonte: X, @MiddleEastEye
La Gaza Humanitarian Foundation ha lanciato una sperimentazione su 350 persone di un nuovo sistema di "distribuzione di aiuti umanitari" per i palestinesi nella Striscia. Il metodo pensato recentemente vedrebbe infatti i civili ordinare online i propri pacchi di aiuti, per poi andarli a ritirare presso i centri GHF. Uno scenario ancora più mortale di quello attuale: i palestinesi, per confermare la prenotazione, devono infatti utilizzare un'immagine del loro volto, permettendo quindi l'identificazione biometrica di tutti i civili rimasti in vita.
Non è una sorpresa, però. Come anticipato da Il Giornale d'Italia, già nel piano "Aurora", progettato tra lo scorso anno e marzo 2025 dalla Boston Consulting Group, vi era infatti il riferimento a un riconoscimento biometrico dei palestinesi nei centri di distribuzione della GHF, cosa che sembra non essere effettivamente avvenuta nella realtà. Ora, però, è sempre più chiaro il fatto che Israele stia cercando di fare un controllo sistematico di massa sui civili ancora vivi.
La Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha lanciato un nuovo sistema di "distribuzione degli aiuti" che richiede alle famiglie palestinesi di prenotare i pacchi alimentari in anticipo e di fornire una foto per ottenere un ID biometrico. L’iniziativa, secondo la GHF, punta a garantire "accesso sicuro e prevedibile agli aiuti", ma esperti e testimoni denunciano che si tratta di un'illusione pericolosa.
Il programma pilota è stato avviato nel quartiere Saudi di Gaza City con 350 partecipanti, mentre la distribuzione “first come, first served” continuerà per chi non aderisce. Gli ID, però, aprono le porte a esecuzioni mirate da parte dei soldati israeliani e dei contractor americani, che hanno già causato la morte di quasi 2000 palestinesi ai siti GHF e ferito oltre 14.000 persone.
Secondo Medici Senza Frontiere (MSF), gli “aid sites” funzionano come trappole mortali, dove i civili vengono costretti a lottare per il cibo mentre sono sotto tiro, con ferite da arma da fuoco alla testa, al torace e alla schiena. Le testimonianze parlano di bambini e donne uccisi durante le distribuzioni, mentre la popolazione viene rinchiusa in recinti metallici per ricevere i pacchi.
L’adozione del riconoscimento biometrico e la creazione di ID personali non cambiano la sostanza: il sistema istituzionalizza la fame e la deumanizzazione, permettendo alle forze israeliane e ai contractor americani di controllare chi sopravvive e chi muore. Gli esperti Onu, tra cui la Relatrice Speciale Francesca Albanese, hanno definito la GHF “un esempio inquietante di come la solidarietà umanitaria possa essere sfruttata per fini militari e geopolitici”, sottolineando la necessità di smantellare l’organizzazione e restituire la distribuzione agli attori umanitari credibili.
La GHF, sponsorizzata dagli Stati Uniti, sostituisce di fatto l’operato dell’Unrwa, privando i palestinesi di un accesso sicuro e neutrale agli aiuti.
Secondo documenti trapelati raccolti da Il Giornale d'Italia, gli hub di distribuzione degli aiuti, già definiti “trappole mortali”, servirebbero a raccogliere dati biometrici dei civili, creando un sistema di sorveglianza capillare. Questi dati, archiviati e analizzati grazie a una versione personalizzata del cloud Azure di Microsoft per l’Unità 8200 dell’intelligence israeliana, permetterebbero di pianificare bombardamenti mirati, arresti e trasferimenti coatti.
Il progetto, operativo da maggio 2025, prevede la deportazione dei palestinesi verso “aree residenziali” sorvegliate militarmente, limitandone ogni movimento e consentendo il controllo completo della popolazione. La collaborazione tra BCG, Israele e Stati Uniti riflette l’implementazione di piani come “Aurora” e il più ampio disegno del piano “The Greater Israel”, avvalendosi di tecnologie biometriche e riconoscimento facciale per consolidare un sistema di oppressione e deumanizzazione su scala industriale.
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