20 Agosto 2025
Netanyahu, Albanese, fonte: imagoeconomica
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha attaccato anche il suo corrispettivo australiano Anthony Albanese: "Avete abbandonato gli ebrei e avete anche tradito lo Stato ebraico". L'Aussie ha controbattuto: "La forza di un governo non si evince da quanto bambini lasci morire di fame".
Le relazioni tra Israele e Australia hanno raggiunto un nuovo punto di rottura dopo che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito Anthony Albanese un “politico debole” che avrebbe “abbandonato la comunità ebraica australiana” e “tradito Israele”. Le parole, pronunciate martedì 19 agosto, sono arrivate in risposta alla decisione del governo di Canberra di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, allineandosi a Regno Unito, Francia e Canada.
Il ministro dell’Immigrazione Tony Burke ha reagito con fermezza, accusando Netanyahu di confondere la forza con la violenza cieca: “La forza non si misura da quante persone puoi far saltare in aria o da quanti bambini lasci morire di fame. La forza è avere il coraggio di prendere decisioni giuste anche quando sai che non piaceranno a qualcuno”.
Albanese, da parte sua, ha rifiutato di personalizzare l’attacco, ribadendo che la sua linea diplomatica si fonda sul rispetto e sul dialogo diretto, ma senza arretrare dalla scelta di riconoscere il diritto dei palestinesi a uno Stato. Una mossa che, nel contesto della guerra a Gaza, appare come un segnale forte contro le politiche di Tel Aviv, responsabili – secondo il ministero della Sanità di Gaza – di oltre 62.000 morti dall’inizio dell’offensiva israeliana del 7 ottobre 2023.
A infiammare ulteriormente i rapporti, la decisione australiana di revocare il visto al deputato di estrema destra Simcha Rothman, membro della coalizione di governo israeliana. Israele ha reagito revocando le autorizzazioni di ingresso ai diplomatici australiani destinati presso l’Autorità Palestinese.
L’opposizione israeliana ha però criticato la strategia di Netanyahu. L’ex premier Yair Lapid ha scritto che “nessun regalo politico è più utile per un leader democratico di uno scontro con Netanyahu, oggi il più tossico della politica occidentale”.
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