13 Agosto 2025
Samir Hulileh, fonte: Instagram, @corriere
L'imprenditore palestinese Samir Hulileh è il nome più papabile, su cui concordano Israele, gli Usa e la Lega Araba, per prendere il controllo di Gaza dopo la fine della guerra. Gli obiettivi dell'economista ed ex funzionario dell'Autorità Nazionale Palestinese sono chiari: "Disarmerò Hamas e ricostruirò la Striscia con un piano da 53 miliardi di dollari".
Mentre il conflitto nella Striscia di Gaza prosegue, nuovi scenari politici emergono all’orizzonte: Samir Hulileh, imprenditore e dirigente economico palestinese, viene indicato come possibile governatore del territorio al termine delle ostilità. La candidatura, riportata dal quotidiano israeliano Ynet, appare sostenuta da Israele, Stati Uniti e Lega Araba, configurando un tentativo di costruire un’autorità di transizione che eviti il ritorno del controllo dell’Autorità Palestinese o di Hamas.
Hulileh, economista e amministratore delegato della principale società di investimenti palestinese Padico, ha ricoperto ruoli minori nella politica, ma è noto per la sua esperienza manageriale e per i legami con figure influenti come il miliardario palestinese-americano Bashar al-Masri. L’uomo d’affari si presenta più come “project manager” che come politico, sottolineando che il primo passo imprescindibile è un cessate il fuoco. Secondo le sue stime, la ricostruzione di Gaza richiederà circa 53 miliardi di dollari, con contributi attesi da Stati del Golfo, Usa ed Europa.
Il piano di Hulileh, promosso dal controverso lobbista canadese-israeliano Ari Ben-Menashe, prevede la creazione di infrastrutture strategiche, tra cui porti e aeroporti in Sinai, e il disarmo completo di Hamas, garantendo sicurezza e ordine pubblico senza la presenza armata dell’Autorità Palestinese. Ben-Menashe, ex agente dell’intelligence israeliana coinvolto nello scandalo Iran-Contra, gioca un ruolo chiave nella mediazione diplomatica dietro le quinte, approfittando della sua rete internazionale e dei contatti negli Stati Uniti e in Egitto.
Analisti come Gabriel Mitchell sottolineano che la candidatura di Hulileh potrebbe rappresentare un tentativo di posizionamento rapido in vista della fine della guerra, con l’obiettivo di assicurarsi il controllo dei futuri flussi economici, incluso lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale al largo della Striscia, scoperti nel 2000 ma mai sviluppati.
Pur cautamente, Hulileh ha dichiarato di voler garantire l’arrivo quotidiano di centinaia di camion di aiuti umanitari e di aprire valichi commerciali senza restrizioni, mantenendo un’autorità locale rispettata dai residenti. La sua figura potrebbe dunque diventare il punto di equilibrio tra esigenze politiche, economiche e umanitarie, aprendo una nuova fase per Gaza dopo la guerra.
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