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Gaza, spaccatura netta tra Netanyahu ed esercito israeliano, Idf cancellano emergenza bellica e riducono i militari, ex capo Shin Bet: "Non è una guerra giusta"

"Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele - ha scritto Ami Ayalon, ex numero uno dello Shin Bet -. Questa guerra non è più una guerra giusta e sta portando lo Stato di Israele a perdere la sua identità"

05 Agosto 2025

Gaza, spaccatura netta tra Netanyahu ed esercito israeliano, Idf cancellano emergenza bellica e riducono i militari, ex capo Shin Bet: "Non è una guerra giusta"

ISRAEL KATZ MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI ISRAELIANO, BENJAMIN NETANYAHU PRIMO MINISTRO ISRAELIANO, EYAL ZAMIR CAPO DI STATO MAGGIORE DELLE FORZE DI DIFESA ISRAELIANE IDF (fonte Imagoeconomica)

La spaccatura tra i vertici militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) e i vertici politici del governo del premier Benjamin Netanyahu è sempre più netta. L'Idf avrebbe cancellato l'emergenza bellica e ridotto il numero dei soldati dopo che l'entourage del premier ha fatto sapere che c'è il "via libera all'occupazione totale della Striscia di Gaza" e che "se al capo dell'Idf non va bene, si dimetta". 

"Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele - ha scritto Ami Ayalon, ex numero uno dello Shin Bet -. Questa guerra non è più una guerra giusta e sta portando lo Stato di Israele a perdere la sua identità".

Gaza, spaccatura netta tra Netanyahu ed esercito israeliano, Idf cancella emergenza bellica e riduce i militari

"L'Idf ha annunciato la cancellazione dello stato d'emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre, che prevedeva l'estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Alleggerimenti nel personale militare che porteranno a una riduzione dell'esercito regolare già nelle prossime settimane". Lo riferisce Ynet, spiegando che l'esercito ha diffuso l'annuncio pochi minuti dopo che dall'entourage del premier Benjamin Netanyahu era emersa una dura presa di posizione rispetto al capo di stato maggiore Eyal Zamir: se non gli va bene l'occupazione di tutta Gaza, "che si dimetta".

In un post sull'account X dell'Idf è stata intanto pubblicata la decisione di Zamir che riguarda una riduzione pari a circa una compagnia per ogni battaglione regolare, mentre decine di soldati saranno trasferiti, come in passato, nei battaglioni di riserva. A questi riservisti, l'Idf ha promesso un alleggerimento del carico operativo nei mesi a venire, dopo oltre un anno passato in uniforme dall'inizio del conflitto. Un'ulteriore decisione presa da Zamir nelle ultime 24 ore riguarda le unità speciali e i reparti d'élite, dove verrà annullata la richiesta imposta ai combattenti di estendere il loro servizio in carriera oltre quanto pattuito prima dell'arruolamento.

"Le decisioni sono state prese dal capo di stato maggiore preoccupato per la qualità del servizio dei combattenti e per il rafforzamento dei loro diritti, alla luce del loro contributo all'Idf e allo Stato di Israele", scrive l'esercito su X. "L'attuazione di queste decisioni contribuirà a preservare la capacità operativa delle unità speciali dell'esercito, l'esperienza operativa e professionale dei combattenti, manterrà la qualità delle sue attività e darà respiro ai combattenti di riserva". La decisione è arrivata dopo che negli ultimi mesi si sono levate critiche crescenti riguardo all'estremo carico di lavoro che i soldati sopportano e sullo sfondo di un'ondata di suicidi tra i militari in servizio regolare e tra i riservisti.

Gaza, "al via occupazione totale della Striscia", capi Idf contrari

Occupazione totale della Striscia di Gaza, la decisione è stata presa”, è quanto annunciato da un alto funzionario dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Channel 12. Proprio negli ultimi giorni, la spaccatura tra i vertici politici e militari di Israele è aumentata sempre di più e il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha informato il gabinetto delle difficoltà di un’operazione di conquista dell’enclave. Ci vorrebbero anni”, ha sottolineato precisando che un’avanzata su vasta scala rischia di compromettere la vita degli ostaggi e aggravare la crisi umanitaria

Tuttavia l'ufficio del premier ha replicato: “Se al capo di stato maggiore non va bene, che si dimetta“.

Nelle scorse ore, inoltre, 600 funzionari della sicurezza israeliani in pensione, tra cui ex capi dell’Idf, del Mossad e dello Shin Bet, hanno scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedergli di fare pressione Benjamin Netanyahu affinché ponga fine alla guerra nella Striscia di Gaza e a quello che ormai a livello internazionale viene considerato un genocidio, nonché una pulizia etnica.

"Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele - ha scritto Ami Ayalon, ex numero uno dello Shin Bet -. Questa guerra non è più una guerra giusta e sta portando lo Stato di Israele a perdere la sua identità".

Tuttavia, proprio Donald Trump avrebbe dato il via libera all'occupazione totale della Striscia. Occupazione che Il Giornale d'Italia aveva anticipato oltre un anno fa, reperendo il piano "segreto" Zionist Strategist del 2017 pensato per prendere Gaza e i giacimenti di gas e ricollocare i 2.2 mln di palestinesi tra Egitto ed Arabia per poi realizzare il "Grande Israele".

Di questo progetto si sta occupando la Boston Consulting Group (BCG) che, nell'ultimo anno, ha lavorato segretamente al piano "Aurora", che prevede la deportazione dei cittadini palestinesi al di fuori della Striscia di Gaza. La BCG, inoltre, gestisce la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l'unica società autorizzata da Israele a distribuire aiuti umanitari nella Striscia, i cui centri, tuttavia, sono considerati "trappole mortali". Ogni giorno infatti vengono uccisi moltissimi civili in cerca di cibo, proprio in prossimità di questi centro GHF. Le vittime sono per la maggior parte donne e bambini.

Occupazione totale Gaza, “al capo dell’Idf non va bene? Si dimetta”

Lo scontro tra i vertici politici e quelli militari su come procedere nella Striscia di gaza è sempre più duro. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha informato nei giorni scorsi il gabinetto delle difficoltà di un’operazione di conquista dell’enclave. “Ci vorrebbero anni”, ha detto. “Se al capo di stato maggiore non va bene, che si dimetta“, ha fatto sapere la fonte dell’ufficio del premier che ha rivelato la notizia dell'occupazione totale. Ora Netanyahu, che intanto ha sentito telefonicamente Vladimir Putin per la seconda volta in una settimana, dovrebbe portare una proposta formale al gabinetto di sicurezza, ordinando all’Idf di conquistare la Striscia.

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