14 Luglio 2025
Da un'indagine militare condotta da Israele sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nella città meridionale di Ofakim è emerso che le "IDF non sono intervenute per proteggere i civili" e che al loro posto sono intervenuti la polizia locale, degli ex soldati e dei residenti. L'inchiesta ha concluso che "le IDF hanno fallito nella loro missione di difendere Ofakim", che il loro apporto una volte giunte sul luogo è stato "scarso" e che sarebbe stato molto difficile, quel giorno, distinguere il fuoco amico dal fuoco nemico.
Il notevole ritardo nell'intervento dell'esercito israeliano e i morti causati anche dal fuoco "amico" anche in altri luoghi, come nei kibbutz di Kfar Aza e Be'Eri erano già stati rivelati a Il Giornale d'Italia da un comandante delle Idf, l'Israeli Defence Force, e da alcuni abitanti durante il nostro reportage nei kibbutz.
L'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nella città di Ofakim non è stato fermato dall'esercito israeliano. Le IDF infatti "non sono intervenute per difendere la città", come emerso da un'inchiesta militare israeliana che ha cercare di fare chiarezza su quanto accaduto in alcuni dei luoghi colpiti da Hamas quel giorno.
L'attacco a Ofakim, peraltro, avrebbe dovuto essere più esteso. Le mappe trovate sui corpi degli uomini armati di Hamas indicano che circa 100 militanti avrebbero dovuto raggiungere la città e distribuirsi in diversi punti chiave, tra cui la stazione di polizia locale. Per ragioni che rimangono poco chiare, quel piano non fu mai attuato.
L'indagine ha inoltre rivelato che, quando le forze dell'IDF sono arrivate in città, il controllo locale era già stato stabilito e la loro presenza non ha influenzato i combattimenti in corso. Inoltre è emerso che Hamas ha preso di mira il quartiere anche a causa della mancanza di rifugi antiaerei adeguati e di stanze protette in molte abitazioni. L'attacco ha causato la morte di 25 civili a Ofakim, insieme a otto membri delle forze di sicurezza. L'inchiesta ha concluso che "le IDF hanno fallito nella loro missione di difendere Ofakim".
"Il 7 ottobre 2023, Hamas non è venuta nei kibbutz per uccidere ma per rapire persone che sarebbero poi diventate ostaggi, diversi civili sono morti anche per il "fuoco amico" dei carri armati e degli elicotteri israeliani dell'Idf". Così a Il Giornale d'Italia un comandante delle Idf, l'Israeli Defence Force. Il militare ci ha aiutati a fare chiarezza su quanto accaduto al confine con la Striscia di Gaza, i cui eventi sono stati anche mischiati con numerose fake news.
Del resto nei Kibbutz colpiti da Hamas, con mitragliatrici leggere, è possibile osservare molte evidenze dei bombardamenti dell'Idf sui luoghi abitati dove si trovano case interamente rase al suolo, case senza tetto e grandi e spessi muri di cemento armato completamente distrutti: "Il fuoco 'amico' per colpire gli esponenti di Hamas ancora presenti li, ma che ha causato molti morti civili".
"Hamas è arrivato alle 6 di mattina, la polizia alle 13, e l'IDF il giorno successivo, dopo oltre 24 ore.... Perché questi ritardi? E' un ritardo voluto o disorganizzazione?", aveva aggiunto il comandante.
Il Giornale d'Italia si è recato nei kibbutz di Kfar Aza in Israele, dove la reporter Nicole Zedeck aveva affermato che 40 bambini erano stati decapitati da Hamas, sulla base delle dichiarazioni del vice comandante dell'esercito israeliano David Zion. L'assenza di prove e le testimonianze che abbiamo raccolto sul campo dai testimoni oculari dell'attacco, hanno smentito tale narrazione, derubricandola a "fake news, propaganda di guerra per infiammare gli animi contro i palestinesi". Una volta scoperta la bufala, ripresa da numerosi giornali e testate in tutto il mondo senza alcuna verifica, la giornalista è stata licenziata.
La nostra testata si è recata anche nel kibbutz di Be'eri. Lì, circa 300 miliziani di Hamas sono riusciti a fare irruzione e fare saltare i cancelli che chiudevano l'accesso ai quartieri residenziali. Nel giro di poco l'intero kibbutz è finito sotto il controllo di Hamas. Le forze armate israeliane hanno impiegato diverse ore per capire che cosa stesse succedendo e ad intervenire. Anche in questo caso, però, gli abitanti e un comandante dell'Idf hanno dato una versione diversa da quella riportata dai media, rivelando che "i terroristi di Hamas non sono venuti per uccidere ma per rapirci".
Un'altra tappa del Giornale d'Italia è stata Sderot, a 3 km dalla Striscia di Gaza, dove la nostra testata ha ripreso i bombardamenti sui civili e sulle case, su quella che può esser definita la collina del voyeurismo internazionale. In questa zona sono arrivati gli inviati della stampa internazionale provenienti da tutto il mondo, per filmare e riprendere tutto.
Sderot è stata definita una "città fantasma" e le ricostruzioni che abbiamo raccolto lo dimostrano: "Sderot è una città abbandonata, con 27.000 persone evacuate. Qualcuno è rimasto qui senza farsi vedere, perché la polizia non vuole che si resti in questa zona. Qualcuno è tornato a casa di nascosto. Ogni tanto vengono chiamati dalla polizia per sapere se sono a Tel Aviv o a Gerusalemme e loro sono costretti a dire che sono là, ma in realtà sono tornati qui nelle loro case, ormai tutte abbandonate". Una situazione surreale".
Il Giornale d'Italia è anche riuscito a carpire quali fossero le sensazioni in Israele. Alcuni manifestanti da noi intervistati a Tel Aviv hanno spiegato: "Netanyahu assassino, colpevole dalla morte di Yitzhak Rabin 28 anni fa, vogliamo le dimissioni", "Le mostruosità compiute da Hamas non giustificano le 9.000 persone morte all'interno della Striscia di Gaza".
Oggi le persone morte all'interno della Striscia di Gaza sono oltre 60mila secondo il Ministero della Salute, ma secondo diversi studi ed esperti il numero sarebbe notevolmente sottostimato. Alcuni studiosi hanno spiegato in un report pubblicato su The Lancet che le vittime sarebbero oltre 250mila. Inoltre per ogni vittima "diretta" dovuta alle bombe, ci sarebbero almeno quattro morti "indirette", causate da infezioni, fame, sete, mancanza di cure.
Sono sempre di più inoltre i palestinesi sfollati. A causa della nuova offensiva militare israeliana sono oltre 180.000 gli sfollati negli ultimi 10 giorni, come riporta l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Quasi 616.000 persone sono state sfollate dalla fine del cessate il fuoco il 18 marzo.
Nelle ultime settimane Israele ha annunciato l'invasione totale della Striscia di Gaza come ulteriore escalation del conflitto. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato esplicitamente di un piano per l'occupazione totale e a tempo indefinito, della Striscia di Gaza, mettendo in atto un piano stabilito 8 anni fa, e non recentemente da Trump, come anticipato da Il Giornale d'Italia, che prevede la deportazione di 2,2 milioni di palestinesi al di fuori della Striscia e la loro ricollocazione tra Egitto e Arabia.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia