02 Luglio 2025
Caso P. Diddy, arrivata la sentenza. La giuria chiamata a esprimersi nel processo per traffico sessuale contro Sean "Diddy" Combs, noto produttore discografico e rapper, ha emesso il verdetto: non colpevole per tre dei cinque capi d’imputazione e colpevole per due. Le accuse più gravi — associazione a delinquere, traffico di esseri umani a fini sessuali nei confronti di Cassandra Ventura e di un’altra ex compagna identificata con lo pseudonimo di Jane — non sono state riconosciute dai giurati. Tuttavia, Combs è stato ritenuto colpevole di trasporto di persone a fini di prostituzione in relazione a entrambe le donne.
Al momento della lettura del verdetto, Combs ha giunto le mani in preghiera, ha abbracciato i familiari presenti in aula, dato il cinque al suo avvocato e ringraziato i giurati. I suoi legali hanno subito chiesto la scarcerazione immediata, evidenziando che una condanna su tutti i capi d’accusa avrebbe potuto portare all’ergastolo. Al contrario, il procuratore Maurene Comey ha chiesto che Combs resti in carcere, annunciando l’intenzione di chiedere una condanna a 20 anni di reclusione.
La giuria, composta da otto uomini e quattro donne, si era riunita anche il giorno precedente, raggiungendo un’intesa su quattro dei cinque capi. Dopo 13 ore di deliberazione complessive, è arrivato il verdetto finale.
Durante le sette settimane di processo, la giuria ha esaminato testimonianze scioccanti, registrazioni telefoniche e documentazione audio-video. L’arresto di Combs risale a settembre a New York, con l'accusa iniziale di aggressione sessuale e cattiva condotta. Dopo la notizia, l’ex compagna Cassandra Ventura ha deciso di intentare causa a novembre, accusandolo di anni di violenze fisiche e sessuali. Ventura ha parlato di episodi di traffico sessuale e ha raccontato di essere stata costretta a partecipare a incontri sessuali con prostituti, durante feste organizzate da Combs e chiamate “freak off”, spesso sotto l’effetto di droghe, con lui "che assisteva, si masturbava o filmava le scene".
La sua testimonianza è stata uno dei momenti più drammatici del processo. A supportare il suo racconto, un’altra ex fidanzata – Jane – ha confermato che Combs la picchiava e la minacciava di interrompere il supporto economico o diffondere video compromettenti se si fosse rifiutata di partecipare a quegli eventi.
La difesa ha cercato di presentare un altro volto del rapper, definendolo un “imprenditore nero che si è fatto da sé”, e ha descritto le sue relazioni come “complesse ma consensuali”. Ha anche ammesso episodi di violenza domestica, ma ha insistito sul fatto che non costituiscono reato di traffico sessuale o associazione a delinquere. In aula sono intervenuti anche ex assistenti personali di Combs, i quali hanno testimoniato che tra i loro compiti vi erano la preparazione di stanze d’albergo per i ‘freak off’ e l’acquisto di droga per conto del loro datore di lavoro.
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