05 Giugno 2025
L'ambasciatrice Usa all'Onu Dorothy Shea, fonte: Facebook, @Camille Eid
Al Consiglio di sicurezza dell'Onu è stata bocciata dagli Usa la risoluzione che prevedeva un cessate il fuoco a Gaza. L'ambasciatrice americana all'Onu Dorothy Shea ha considerato la risoluzione "inaccettabile per diversi motivi. Per poter andare avanti Hamas e altri terroristi non devono avere un futuro a Gaza". Nel testo veniva definita come "catastrofica" la situazione umanitaria, e veniva auspicata "la revoca immediata e incondizionata di tutte le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari". È la quinta volta che accade.
Nonostante il voto favorevole di 14 Paesi, la risoluzione su un cessate il fuoco a Gaza è stata bocciata. La bozza di risoluzione era stata messa a punto da diversi Paesi: Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Corea del Sud, Sierra Leone, Slovenia e Somalia. Questa, definiva la situazione nella Striscia come "catastrofica" e sollecitava il sollevamento "immediato e senza condizioni di tutte le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari e la loro distribuzione sicura e non ostacolata, incluso da parte dell’Onu e dai suoi partner umanitari".
Tuttavia, nemmeno questo è bastato a far desistere gli Stati Uniti, che hanno deciso di bocciare per la quinta volta una risoluzione. Washington aveva anche già informato Israele sulla volontà di mettere un veto.
Anche la Russia indignata. Così l’inviato di Mosca al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Vasily Nebenzia: "Si è persa un’altra occasione per dimostrare la prontezza del Consiglio di sicurezza ad assumersi la responsabilità per mantenere la pace e la sicurezza internazionale nel contesto del conflitto israelo palestinese che si protrae da 80 anni".
E poi: "Purtroppo il Consiglio di sicurezza una volta ancora non è riuscito a trovare una soluzione accettabile da tutti i suoi membri e adottare un documento che avrebbe potuto evitare che Gaza e l’intero Medio Oriente scivolassero verso un ulteriore caos".
Qualche giorno fa era stato il ministro degli Esteri Lavrov a schierarsi con Gaza: Per il ministro è necessario "intensificare gli sforzi per creare le condizioni per la ripresa del processo negoziale su tutte le questioni relative allo status finale, con l'obiettivo di correggere l'ingiustizia storica che non ha ancora permesso la creazione di uno Stato palestinese indipendente in conformità con le decisioni delle Nazioni Unite".
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