10 Marzo 2025
Dietro le scelte della Casa Bianca su Ucraina e Cina si nasconde qualcosa di più di una semplice strategia diplomatica? Nelle ultime settimane, il mondo dell’intelligence occidentale ha iniziato a porsi una domanda inquietante: Trump ed Elon Musk sono sotto ricatto o potenzialmente ricattabili da Russia e Cina?
Il tema è diventato ancora più attuale dopo il mega cyberattacco che ha messo in crisi X (ex Twitter). A denunciarlo è stato lo stesso Musk, parlando di un attacco “fatto con molte risorse”, opera di un “grande gruppo e/o un Paese”. Chi c’è dietro? La Cina, con cui Musk ha legami economici profondi? Oppure la Russia, che da tempo gioca sul filo della guerra informatica per destabilizzare l’Occidente?
Ci sono due elementi che fanno riflettere: da un lato, i segnali di apertura (o quantomeno di debolezza) nei confronti di Putin sulla guerra in Ucraina; dall’altro, una linea sorprendentemente morbida nei confronti della Cina di Xi Jinping.
Ucraina e la guerra di logoramento – Washington ha iniziato a frenare sugli aiuti militari a Kiev. Una mossa che favorisce direttamente Putin, il quale, dopo tre anni di guerra, sta cercando di sfruttare il calo del sostegno occidentale per consolidare i suoi guadagni territoriali.
Xi Jinping e il “soft touch” di Musk e Trump – Tesla ha enormi interessi in Cina e dipende dal mercato e dalla produzione cinese. Trump, da parte sua, ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo verso Pechino, alternando dichiarazioni aggressive a vere e proprie aperture.
Secondo alcune fonti dell’intelligence, il vero nodo sarebbe proprio Elon Musk. Il patron di Tesla e SpaceX controlla Starlink, il sistema satellitare usato in Ucraina per garantire comunicazioni sicure. Se Pechino o Mosca avessero un modo per mettere fuori uso i satelliti di Musk, potrebbero esercitare una pressione immensa.
Lo stesso vale per X, la piattaforma social che ha un peso enorme nel dibattito pubblico e nelle elezioni. Se qualcuno avesse la capacità di mandarla in tilt (come accaduto nelle scorse ore), potrebbe condizionare Musk nelle sue scelte strategiche.
Un altro fronte riguarda Trump, che sta investendo pesantemente sulle criptovalute e potrebbe avere legami finanziari non del tutto trasparenti con entità straniere. Se qualcuno avesse informazioni compromettenti, potrebbe usarle come arma di pressione.
La domanda resta aperta: Trump e Musk sono davvero liberi di agire nell’interesse dell’America, o devono sempre tenere conto del rischio di ritorsioni da parte di Mosca e Pechino? Il tema è sul tavolo della comunità di intelligence occidentale, che inizia a temere che gli interessi economici e tecnologici di questi due uomini possano rappresentare un punto debole per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
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