20 Febbraio 2025
Inviare 30.000 soldati in Ucraina a supporto della pace, dopo il raggiungimento del cessate il fuoco frutto dell'accordo Usa-Russia. Questo il piano di iniziativa del premier britannico Keir Starmer nel tentativo di rincorrere una posizione europea al tavolo dei negoziati per l'Ucraina che osteggia attivamente le trattative in corso per la pace.
Una forte polarizzazione quella presente sulla scena geopolitica internazionale di oggi. Da una parte la ex cortina di ferro che cerca il dialogo con gli Stati Uniti, dall'altra l'Unione Europea terzo incomodo che non sa come imporsi e cerca di dare fastidio alle trattative per la pace. Gli ultimi preoccupanti sviluppanti arrivano dal Regno Unito dove il premier Starmer si è detto "pronto e disposto" all'invio di truppe in Ucraina come garanzia di sicurezza al confine orientale dell'Europa.
Il piano di Starmer, che vede la compartecipazione di Macron, prevederebbe due elementi fondamentali: un "monitoraggio tecnico" attraverso sorveglianza e ricognizione per mantenere il controllo della situazione al confine, ed un apparato di fuoco volto a "individuare e respingere gli attacchi russi", ha fatto sapere un funzionario occidentale. Le forze previste dal piano europeo sarebbero da impiegare prevalentemente nella difesa aerea e marittima, con minori forze di terra e lontane dalla linea del fronte.
Forti preoccupazioni in Russia per le recenti dichiarazioni europee. Dal Cremlino è arrivata dura la replica: inaccettabile". Il ministro degli esteri russo Lavrov ha parlato di "minaccia diretta" alla sovranità russa. Anche il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha sottolineato i rischi connessi all'iniziativa franco-britannica: "Questo ci preoccupa perché stiamo parlando di inviare contingenti militari di paesi Nato in Ucraina", ha detto.
Il Giornale d'Italia aveva già commentato il vertice di Parigi tra i leader europei e il segretario della Nato Mark Rutte dello scorso lunedì, che aveva evidenziato un divario tra gli "11 apostoli" riuniti nella capitale parigina. Macron e Starmer si schierano per l'invio di truppe europee post armistizio. Scholz tentenna per le prossime elezioni in Germania previste questa domenica ma vuole un esercito forte per l'Ucraina, "di cui noi in Europa e i nostri partner internazionali e transatlantici condividiamo la responsabilità", afferma. Meloni deve smarcarsi dall'angolo di una condivisa posizione interventista in Ucraina che le risulta ormai scomoda alla luce delle sue alleanze internazionali.
Trump non ha espresso particolare interesse verso l'invio di truppe europeee in Ucraina. "Se vogliono mandare soldati, splendido, Noi non manderemo nessuno. Il problema riguarda soprattutto l'Europa", ha sentenziato il leader statunitense, sottolineando come l'impegno degli alleati in questa guerra sia stato nettamente inferiore rispetto a quello americano. Il presidente statunitense è focalizzato sull'incontro con il presidente Putin, che dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Alla domanda se il Cremlino vuole la fine della guerra ha detto: "sì", ed ha continuato: "Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra". Il premier britannico e francese voleranno a Washington la settimana prossima per incontrare Trump ed illustrargli il piano per il dispiego di nuove forze e ricercare un'improbabile se non impossibile protezione statunitense.
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