12 Gennaio 2025
Mark Zuckerberg, fonte: imagoeconomica
Meta interrompe i programmi di "inclusione" e "diversità", e continua la nuova svolta iniziata con l'abbandono del fact checking. La decisione già intrapresa da altre multinazionali come Amazon, è stata adesso adottata anche da Zuckerberg, il quale ha spiegato che "il panorama giuridico e politico per gli sforzi in materia di diversità, equità e inclusione negli Stati Uniti sta cambiando" e che alcuni programmi, tra cui il 'Diverse Slate Approach', non sono più "attuali".
La Corte Suprema degli Stati Uniti "ha recentemente preso decisioni che segnalano un cambiamento nel modo in cui i tribunali si approcceranno al tema della diversità, l'equità e l'inclusione (Dei), e che anche il termine Dei" è sotto accusa "in parte perché è inteso da alcuni come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di alcuni gruppi rispetto ad altri". Di fatto, Meta non avrà più un team dedicato alla diversità e all'inclusione e l'azienda ha dichiarato che si concentrerà invece "su come applicare pratiche eque e coerenti che attenuino i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background".
Anche Amazon a metà dicembre ha intrapreso una decisione simile, annunciando di voler interrompere alcuni dei suoi programmi di diversità, equità e inclusione 'Dei', senza però specificare quali. La dirigente delle risorse umane Candi Castleberry ha dichiarato che Amazon sta "smaltendo i programmi e i materiali obsoleti".
È indubbio che decisioni del genere siano state intraprese per allinearsi alle linee del nuovo governo Usa. Trump ha sempre criticato l'uso del cosiddetto fact checking, dai più inteso come censura. Non va dimenticato che il neo presidente eletto fu persino bannato da Twitter, ora X, quando ancora Elon Musk non l'aveva acquisito. Di recente, Zuckerberg è tornato anche sul tema della censura riguardo le informazioni sul Covid e sugli effetti avversi del vaccino Covid, asserendo che l'amministrazione Biden aveva fatto pressioni su Meta per bloccare alcune informazioni, definite dallo stesso CEO "vere".
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