07 Ottobre 2024
Yair Lapid, fonte: Wikipedia
Circa due anni e mezzo prima di far scattare la sua guerra, Israele condannava "l'invasione russa" in Ucraina, asserendo che "la guerra non è lo strumento per risolvere i conflitti". Due anni e mezzo dopo quella dichiarazione suona quanto mai fuori luogo visto che lo Stato ebraico ha portato in scena un conflitto su larga scala non solo a Gaza ma anche in Libano, coinvolgendo l'Iran.
Israele ha sempre lavorato cercando di intrattenere buoni rapporti con Putin, tuttavia non ha mancato di seguire la linea dell'Occidente e condannare l'inizio delle ostilità in Ucraina. "L'attacco russo all'Ucraina è una violazione dell'ordine mondiale e Israele lo condanna", ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid. "Israele è un paese che ha vissuto guerre e la guerra non è il modo per risolvere i conflitti". Parole che stonano con quanto sta avvenendo a Gaza e più recentemente in Libano.
Dopo l'incursione di Hamas in territorio israeliano lo scorso 7 ottobre 2023, Israele ha portato avanti un genocidio di larghe propozioni a Gaza, dove in un anno sono morte 50mila persone di cui 11 mila bambini. Per riportare indietro vivi soltanto 4 ostaggi.
Alle parole di Lapid sono seguite quelle del primo ministro Naftali Bennett: "Come tutti gli altri, preghiamo per la pace e la calma in Ucraina. Questi sono momenti difficili e tragici, e i nostri cuori sono con i civili che non per colpa loro sono stati catapultati in questa situazione". Bennett ha fatto riferimento a "una crisi globale". "Ci troviamo in un periodo in cui l’ordine conosciuto sta cambiando. Siamo in un mondo molto meno stabile, e anche la nostra Regione sta cambiando di giorno in giorno. Questi tempi ci stanno insegnando che le guerre tra eserciti non sono, con nostro rammarico, reliquie del passato".
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