21 Luglio 2024
Aleksandr Dugin, fonte: imagoeconomica
Contro il mondo post moderno
In questi ultimi anni, Aleksandr Dugin si è affermato come il teorico del mondo multipolare. In un articolo del 7 giugno 2017, pubblicato su Geopolitica.ru e ripubblicato in calce a Teoria del
Mondo multipolare (Aga Ed. aprile 2019), il filosofo moscovita scriveva:
“L’attuale ordine mondiale è unipolare, con l’Occidente globalizzato al suo centro e gli Stati Uniti nel suo cuore.
Tale unipolarismo ha una natura sia geopolitica che ideologica. Geopoliticamente, esso rappresenta il dominio strategico della terra da parte della superpotenza nordamericana, gli sforzi di Washington di organizzare l’equilibrio di potenza sul pianeta in modo tale da poterlo governare in accordo con i propri interessi imperialisti e nazionali.
Tutto ciò è un male perché priva tutti gli altri Stati della loro sovranità. Quando si lascia che una sola autorità decida ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e chi dovrebbe essere punito, si ha una dittatura globale. Io sono convinto che tale situazione sia inaccettabile e che vada contrastata. Se qualcuno ci priva della nostra libertà, dobbiamo reagire. E lo faremo. L’impero americano deve essere distrutto, e presto o tardi lo sarà. Ideologicamente, questa configurazione unipolare dell’ordine mondiale si basa su valori moderni e postmoderni che sono apertamente antinazionali. (Omissis)
L’Occidente si sta avvicinando alla sua fine, e noi non dobbiamo lasciare che ci trascini tutti nel baratro con lui.”
Nella sua visione di fervente credente cristiano ortodosso, “La globalizzazione è la manifestazione della grande parodia, il regno dell’’Anticristo. E gli Stati Uniti sono al centro della sua espansione”.
In estrema sintesi, Dugin formula una duplice critica. Da un lato, di natura filosofica o spirituale, in quanto convinto che esistano poteri che “lavorano per la causa del regno dell’Anticristo, che tenta di dividere tutte le religioni tradizionali, al fine di imporre la propria pseudo a religione, la parodia escatologica”.
Dall’altro, di natura politica o giuridica, in quanto convinto dell’importanza di mantenere la sovranità degli Stati nazionali e rifondare le organizzazioni internazionali.
Ho incontrato Aleksandr Dugin a Milano, un paio d’anni prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Gli ho posto una domanda molto precisa sul transumanesimo, argomento che studio dall’estate del 2014. La sua opinione coincide con la mia, nonostante io sia agnostico: “Il transumanesimo, ovvero la modifica dell’essere umano mediante l’impianto di microchip o modem all’interno dei corpi è l’ennesima illusione umana di onnipotenza. Il transumano è una parodia dell’umano, un simulacro diabolico”.
Se per me questa frase non ha significato, essa, al contrario, è al centro del pensiero del filosofo russo. Il giorno del Signore non vedrà l’alba se prima non si manifesterà l’Anticristo. Un tale giorno non spunterà se prima non si paleserà «colui che s’innalza al di sopra di tutto ciò che si chiami dio o sia oggetto di culto (sébasma) e di venerazione, cioè colui che non ha rispetto né per sebastophóroi (uomini di culto) né per sebastopóleis (città e luoghi di culto). Una tale hýbris lo condurrà a) «sino a insediarsi nel tempio di Dio (ton naòn tou theou), b) sino ad abitare (naío) nello stesso naós, nella stessa cella dove risiede il dio o il simulacro della sua presenza, l’omphalós, c) sino ad ostentare (apodeiknúnta) «se stesso di essere un dio», ossia mostrandosi e autoproclamandosi esso stesso dio.(http://www.mimesis-scenari.it/2019/05/21/cacciari-e-leuropa-parte-ii/).
Il transumanesimo è esattamente questa autoproclamazione dell’essere umano, l’avveramento del verso di Charles Baudelaire:
” Race de Caïn, au ciel monte, Et sur la terre jette Dieu !”
Non sono portato per la metafisica, per le speculazioni filosofiche, per i pensieri trascendenti. Da semplice giurista sono però in grado di apprezzare la superiorità dell’ideale di un mondo multipolare rispetto a quello unipolare a guida americana che, soprattutto negli ultimi anni, ha dimostrato tutta la propria protervia e la propria inadeguatezza. Lasciando perdere le mie opinioni personali, che non contano nulla e non interessano a nessuno, io invito ciascuno di voi a leggere Aleksandr Dugin e a confrontare i suoi pensieri con quelli, di una rozzezza rivoltante, dei Neocon americani.
Di Alfredo Tocchi.
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