10 Aprile 2024
Joe Biden, fonte: Imagoeconomica
Biden sta "pensando" di far cadere le accuse penali contro Julian Assange. Lo ha dichiarato il presidente Usa, rispondendo alla domanda urlata di un giornalista Usa che chiedeva numi sulla questione, durante la cerimonia con cui ha accolto il premier giapponese Fumio Kishida. A Biden è stata chiesto una risposta sulla richiesta dell'Australia agli Stati Uniti, di porre fine alla "persecuzione" nei confronti del giornalista e fondatore di WikiLeaks. "Ci sto pensando", ha replicato Joe Biden, ma è un'apertura che sembra solo di facciata. Per due motivi.
Il primo e più pratico, è quello che quando la scorsa estate fu affrontata la questione, venuta fuori durante un vertice tra i ministri di Esteri e Difesa di Washington e Canberra, da Washington avevano risposto picche. Nessuna apertura a favorire il rilascio o una pena più morbida per Assange, gli Stati Uniti non avevano accolto le richieste della controparte. Ragion per cui è difficile pensare che possa succedere quanto descritto.
Il secondo motivo è che probabilmente l'attuale presidente Usa è in cerca di consensi per superare Trump nei sondaggi in vista delle presidenziali. Il caso attorno alla detenzione di Assange è di rilievo mondiale. Il fondatore di WikiLeaks nel 2010 diffuse la pubblicazione di documenti militari top secret e dispacci diplomatici riservati, dall'Afghanistan all'Iran a Guantanamo. Da lì cominciò il suo calvario, terminato con l'arresto presso l'ambasciata dell'Ecuador a Londra nel 2019, della quale era ospite dal 2012, dopo che il governo di Quito gli revocò l'asilo politico.
Da anni è in corso un processo nei confronti di Assange, che rischia l'estradizione negli Usa e 175 anni di carcere. Lo stop alle cause penali contro di lui aprirebbe molto probabilmente un'autostrada a Biden per la riconferma. Il 26 marzo scorso, l'Alta Corte di Londra ha concesso ad Assange la possibilità di un ulteriore appello contro l'estradizione negli Stati Uniti, fissando la nuova udienza per il 20 maggio. Ed è stato chiesto agli Stati Uniti di presentare delle garanzie sul fatto che in caso di estradizione, diritti del giornalista accusato di spionaggio saranno rispettati e che, in particolare, non rischierà la pena di morte. Anche se la pena che gli verrebbe inflitta equivale proprio ad una condanna di morte.
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