23 Ottobre 2023
Dall'inizio del conflitto almeno il 42% (corrispondente a 164.756 unità) delle unità abitative della Striscia di Gaza sono state danneggiate o rase al suolo. A farlo sapere è il ministero dell'Edilizia Abitativa di Gaza attraverso l'Ufficio dell'ONU per gli affari umanitari. I bombardamenti sempre più massicci hanno generato 1,5 milioni di sfollati, 566.000 dei quali si sono rifugiati in 148 strutture di emergenza designate dall'Unrwa (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente).
Questi dati si legano ad un altro, tragico, confermato dalle dichiarazioni di Adele Khodr, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa: circa 1.600 bambini sono morti in due settimane di bombardamenti a Gaza da parte dell'esercito israeliano. ''L'uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell'accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L'umanità deve prevalere'', afferma Khodr nella sua dichiarazione. I feriti complessivi sarebbero finora circa 14.200.
A preoccupare è inoltre la situazione degli ospedali situati sul territorio di Gaza che dovrebbero garantire assistenza e supporto alle donne partorienti e ai neonati: ONU e Unicef denunciano la condizione di estrema precarietà e pericolo legata all'assenza di corrente elettrica e all'esaurimento delle scorte di carburante, necessario per le incubatrici dove si trovano attualmente almeno 120 neonati, 70 dei quali sono in incubatrici a ventilazione meccanica. Jonathan Crickx, portavoce dell'Unicef, ha riportato tutta la preoccupazione delle Nazioni Unite per l'Infanzia, che rinnova la richiesta di una tregua. Ciò che si chiede in questo momento è un corridoio umanitario che possa portare le risorse necessarie e sufficienti.
Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, circa 160 donne partoriscono ogni giorno a Gaza, e lo stesso fondo stima che in un territorio di 2,4 milioni di persone ci siano 50.000 donne incinte, che sono tra i soggetti più deboli e a rischio.
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