24 Aprile 2023
Lu Shaye; Fonte: Getty Images
Polemiche in Europa per le parole dell’Ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye, che durante un’intervista, rispondendo ad una domanda su cosa pensasse della Crimea, avrebbe affermato che le Repubbliche ex sovietiche sarebbero prive di un reale status giuridico. Dopo le numerose richieste di spiegazioni da parte di molte cancellerie europee, arriva il passo indietro dello staff dell’ambasciatore, che tuttavia non fuga completamente i dubbi su quale sia la reale posizione di Pechino riguardo ad un argomento tanto delicato.
Diverse cancellerie europee stanno in queste ore chiedendo risposte a Pechino in merito alle parole del suo ambasciatore a Parigi. Lu Shaye, il più alto diplomatico cinese in Francia, duarante un’intervista con l’emittente LCI avrebbe messo in dubbio la formale sovranità delle Repubbliche ex sovietiche. Lu avrebbe in particolare sottolineato l’apparente assenza di uno status giuridico internazionale atto a giustificare il riconoscimento di diversi Paesi dell’Europa Orientale.
Ovviamente le sue parole sono state accolte da una valanga di polemiche. In prima fila, quelle delle Repubbliche Baltiche, le cui diplomazie si dicono costernate. L’affermazione di Lu è arrivata dopo la domanda postagli riguardo alla sua posizione nei confronti della “Questione Crimea”. “Dipende da come si decide di affrontare la questione”, ha detto il funzionario cinese parlando della piccola penisola nel Mar Nero “anche quei Paesi ex sovietici mancano di un effettivo status legale internazionale, perché non c’è stato alcun accordo internazionale per formalizzarne la condizione di Paesi sovrani”.
Il Commissario degli Affari Esteri dell’Unione Europea Josep Borrell ha dichiarato domenica “inacettabili” le parole dell’ambasciatore. “L’Unione Europea vuole supporre che tali dichiarazioni non rappresentino l’ufficiale posizione cinese”, ha aggiunto. Anche Parigi ha espresso contrarietà al commento di Lu, con il Ministro degli Esteri francese che ha subito parlato di solidarietà con tutti i Paesi alleati coinvolti dalla dichiarazione e ha fatto formale richiesta di spiegazioni a Pechino. Si è unito alla richiesta di spiegazioni il Ministro degli Esteri lituano Edgars Rinkevics, che ha anche annunciato di voler sollevare la questione alla riunione dei Ministri degli Esteri europei di lunedì, quando tema del giorno saranno proprio le relazioni UE con la Repubblica Popolare.
Interrogato dalla stampa, lo speaker dello staff dell’Ambasciatore Lu, Mao Ning, ha assicurato che la Cina rispetta lo status di Paesi sovrani delle ex Repubbliche sovietiche: “Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Cina è stata uno dei primi a stabilire relazioni con i Paesi coinvolti… La Cina ha sempre aderito ai principi di mutuo rispetto ed uguaglianza nello sviluppo di amichevoli e cooperative relazioni bilaterali”. Nonostante il passo indietro, tuttavia, cresce il sospetto sull’approccio all’argomento da parte di Pechino.
Lu è infatti chiamato in patria “il lupo guerriero della diplomazia”, ed è noto per essere un provocatore. Però è riconosciuto anche come un diplomatico molto capace, ed è difficile ritenere che si sia lasciato sfuggire un’opinione personale su un tema così delicato, se tale idea non avesse un appoggio, anche minim, all’interno della dirigenza cinese.
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