04 Gennaio 2023
Fonte: Imago
Erdogan sentirà telefonicamente quest'oggi sia Putin che Zelensky. Il presidente turco non desiste e cerca di offrire la sua mediazione per arrivare ad un cessate il fuoco. Siamo in una fase di stallo del conflitto, ragion per cui come spesso accade si fa vivo Erdogan che spera sempre in un vertice di pace a Istanbul per proporsi come il salvatore della patria. Sul tavolo ci sarà anche la questione legata al gas, le sanzioni e la Crimea, su cui proprio oggi si sono avvertite esplosioni, precisamente a Sebastopoli.
Putin ed Erdogan hanno un ottimo rapporto, tant'è che si sono incontrati di persona quattro volte da luglio in poi, prima a Teheran, poi ad agosto nella località russa di Sochi e a settembre nella città uzbeka di Samarcanda. Poi si sono visti al vertice di Astana ad ottobre. Ma finora i tentativi di mediazione del presidente turco sono stati vani, complice anche una certa resistenza da parte ucraina che piuttosto che ricevere la sponda di Erdogan ha preferito volare a Washington per farsi promettere nuove armi.
Parleranno di gas, di cui la Turchia ha disperato bisogno dopo l'aumento dell'inflazione. In Europa dopo il price cap imposto vogliono farne volentieri a meno ma non è dello stesso avviso Erdogan, il quale chiede anche petrolio e grano russi a bassi prezzi. D'altronde Putin stesso ha proposto di fare della Turchia il centro di distribuzione del gas russo per l’Europa a fronte dei danni subiti da Nord Stream. Una proposta "tecnicamente possibile", ribattono dalla parte turca.
Erdogan ha poi condannato le sanzioni contro la Russia e non ne ha imposto. Nonostante il sostegno diplomatico a Kiev, il presidente turco se ne è tenuto fuori rispetto ad Ue, Usa e Regno Unito. E poi la Crimea, oggi sotto gli attacchi ucraini, specialmente a Sebastopoli che ne minacciano l'integrità. Il presidente turco ha sempre sostenuto che Putin debba restituire tutta la terra che la Russia ha occupato, compresa la Crimea. "Questi sono i nostri discendenti allo stesso tempo, le persone che vivono lì. Se Putin facesse questo passo avanti — ossia di lasciare la Crimea — libererebbe anche i tatari di Crimea e l’Ucraina. Questo è quello che abbiamo sempre detto".
Tra Putin ed Erdogan come detto, in questi mesi è scattata la scintilla. Ancora di più. La mediazione turca ha consentito l’inizio dello sblocco dei porti ucraini per le esportazioni di grano verso il Medio Oriente e l’Africa. La centrale di Zaporizhzia, uno dei luoghi simboli del confitto ha visto la visita degli ispettori delle Nazioni Unite grazie ad Erdogan e lo scorso luglio a Sochi i due hanno firmato una partnership economica rafforzata.
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