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Attentato Instanbul, il ministro degli interni accusa Europa e USA: "Sostengono il terrorismo"

Durissima invettiva di Süleyman Soylu, ministro degli interni, contro gli stati europei che foraggiano il terrorismo curdo: nel mirino Svezia e Finlandia. Rifiutate le condoglianze di Washington

14 Novembre 2022

Attentato Instanbul, il ministro degli interni accusa Europa e USA: "Sostengono il terrorismo"

Accuse pesantissime da parte di Süleyman Soylu, ministro degli interni turco, contro gli "alleati insinceri": accusa velata e senza nomi, ma che si riferisce, chiaramente, a Svezia e Finlandia, stati noti per avere dato asilo politico ai terroristi curdi del PKK. Soylu tuttavia va oltre, affermando che gli "alleati insinceri" foraggiano economicamente e militarmente i terroristi. Nel mirino anche gli USA, le cui condoglianze, espresse attraverso l'ambasciata, sono state rifiutate da Soylu.

L'accusa del ministro turco alla NATO: "Alleati insinceri nascondono terroristi nel proprio paese"

La convinzione, dunque, è che dietro all'esplosione, che ha ferito 81 persone e ne ha uccise 6, ci sia il terrorismo curdo: probabilmente il gruppo filo-comunista noto come PKK (Partito dei lavoratori curdi). Ma perché ci sarebbe dietro lo zampino dell'Europa? 

Innanzitutto, la causa curda ha raccolto molte simpatie in Europa: in Francia, ad esempio, ma soprattutto in SveziaFinlandia. Infatti Ankara si è inizialmente opposta all'ingresso di queste ultime nella NATO in virtù del fatto che esse darebbero asilo politico a numerosi terroristi curdi. L'idea che ci sia anche un sostegno economico è tuttavia, al momento, priva di conferme.

Un discorso diverso per gli USA: Washington ha infatti più volte sostenuto la Turchia, sia attraverso prestiti militari che dando, di fatto, mano libera all'esercito turco. Tuttavia, nel corso della crisi siriana, gli Stati Uniti hanno dovuto più volte collaborare con i curdi, unico gruppo locale in grado di contrastare l'ISIS (al di fuori, ovviamente, delle milizie di Assad, che però è inviso a Washington). Dunque, dal momento che la Turchia non è intervenuta risolutamente in Siria, gli USA hanno armato milizie curde: una scelta non indirizzata contro Ankara, ma è indubbio che delle armi statunitensi inviate ai curdi si siano rivolte in qualche occasione contro la Turchia.

Una accusa così pesante è certamente significativa nello scenario geopolitico presente: potrebbe ritardare ulteriormente le procedure di ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO, e certamente sottolinea l'ambiguità di Ankara nel blocco NATO, di cui è certamente il membro più eversivo e più vicino ai rivali storici e presenti (Russia su di tutti). I colloqui trilaterali con Mosca e Washington tenteranno di sbrogliare la situazione.b

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