02 Ottobre 2022
Nonostante sia ormai certo che a distruggere i gasdotti Nord Stream 1 e 2 è stata una carica di esplosivo per un totale di 500 kg di tritolo e che, per la loro applicazione, così come spiegato anche da alcuni esperti di difesa svedesi e norvegesi, possono essere stati utilizzati dei sommozzatori, uomini rana ma anche droni radio comandati, la Nato continua a temere il Belgorod, il sottomarino russo che terrorizza il Mar Baltico perché ha una potenza capace di distruggere Los Angeles e New York schiacciando solo un bottone. Per la Nato, il Belgorod potrebbe essere diretto verso il Mare di Kara per un test. Altri esperti intervistati dal quotidiano svedese hanno un altro parere: "Putin continuerà con l'escalation, nessun tipo di test nucleare sarà fatto".
Sorvegliato a vista dalla difesa Nato, il Belgorod ha con se "l'arma dell'apocalisse", la chiamano così è il supersiluro che può cancellare una superficie come New York schiacciando un solo bottone. Putin la presentò nel 2018 dicendo che è l'ultimo gioiello teconologico che avrebbe dato supremazia alla Russia. E infatti se i missili supersonici intercontinentali che sono capaci di arrivare dalla Russia a Londra in soli due minuti e possono distruggere un'area come il Texsas in dieci minuti. Ma i missili terrestri emettono un forte calore che verrebbe rilevato dai satelliti americani, invece il Poseidon è in grado di restare freddo e viaggiare fino a compiere la missione. E' questo che teme la marina americana e la difesa Nato, l'entrata in azione del Poseidon potrebbe realmente decretare la supremazia russa. Infatti la marina americana è fatta soprattutto di imponenti navi da guerra, la Russia invece ha deciso di specializzarsi nella difesa subacquea.
Il Poseidon è un supersiluro capace di viaggiare sotto traccia, sparire ai radar e schiantarsi proprio dove ha stabilito la difesa russa, sulla costa. Il suo impatto genera un'onda radioattiva che distruggerebbe New York in un solo istante. Il siluro può viaggiare per 10 mila chilometri prima di schiantarsi.
In realtà analisti hanno recentemente affermato che nonostante le parole di Putin, Kadyrov e Medvedev, la Russia non procederà ancora all'uso dell'atomica che sarebbe l'ultima spiaggia. L'estrema ratio. Ma quanto è accaduto al Nord Stream costituisce per la Russia una ferita difficile da lenire. Lo spartiacque, la seconda fase della guerra: "Non avrebbe senso mobilitare 300 mila riservisti se si ha l'idea di lanciare l'atomica. I soldati non servono più quando si mettono in moto i missili intercontinentali o quelli subacquei come il supersiluro poseidon. L'azione di Putin sarà meditata, stupido pensare che possa usare l'atomica adesso. Proseguirà con l'escalation".
A ciò si aggiunge anche che Putin, accanto al richiamo di 300 mila riservisti, ha aumentato il bilancio delle forze armate che, per il 2023/25 andrà da 3.500 a 5 mila miliardi di rubli. Il problema è capire quanto la popolazione e l'apparato statale siano ancora pronti a seguirlo verso la mobilitazione totale, e quanto forte sarebbe la risposta occidentale se usasse il nucleare e c'è chi intravede la possibilità di un golpe nel caso Putin decidesse davvero di fare un test atomico.
Di certo c'è che il cardinale Parolin ha dichiarato di aver ottenuto una chiusura totale da parte di Lavrov a seguito di un tentativo di aprire un tavolo diplomatico di confronto, secondo quanto scrive Repubblica, ma Putin non sembra così reticente all'ipotesi di trattativa come ha lui stesso dichiarato nel discorso integrale al Cremlino in riferimento al Referendum del Donbass: "Siamo disposti a trattare, ma i cittadini dei 4 territori annessi saranno russi per sempre".
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