01 Ottobre 2022
Grande smacco per Mosca: a meno di un giorno dall'annessione formale dell'oblast di Luhansk, le forze russe sono costrette a ritirarsi da Lyman, dopo che la città era stata circondata dall'esercito di Kiev. La notizia sta scatenando il giubilo dei filo-ucraini e l'indignazione dei russi, che lamentano l'inadeguatezza degli alti comandi. Radicale il commento di Ramzan Kadyrov, il signore della guerra ceceno, che sostiene la necessità di "applicare la legge marziale" e "impiegare atomiche tattiche".
La situazione dell'esercito russo a Lyman era diventata disperata, dopo che il lento e metodico lavoro delle truppe ucraine aveva circondata completamente la città, rendendo impossibile rifornirla se non attraverso una unica strada continuamente oggetto di bombardamenti e incursioni. Pare che già in precedenza la guarnigione della città avesse chiesto ai comandanti l'autorizzazione a ritirarsi, in primo momento negata.
I video mostrano le truppe russe ritirarsi con armi pesanti e veicoli, apparentemente non disturbate dal fuoco di Kiev. Anomalia che lascia supporre un accordo: come talvolta capita in guerra, la guarnigione di Lyman potrebbe avere ottenuto dagli ucraini una tregua, in modo da ritirarsi in pace lasciando l'insediamento sgombro. Sarà chiarito se questo cessate-il-fuoco sia stato trattato dagli alti gradi russi o se sia invece una decisione autonoma della guarnigione, che costituirebbe ovviamente un atto di insubordinazione.
Enorme la preoccupazione di escalation: il ceceno Kadyrov suggerisce la necessità di dichiarare guerra formalmente all'Ucraina e utilizzare le atomiche tattiche (meno devastanti e più "controllate") per difendere la regione di Luhansk, che in seguito al referendum, è ora una regione russa, secondo il Cremlino. La tesi sostenuta dal signore della guerra sarebbe dunque che giacché Lyman è territorio russo, la riconquista ucraina è una vera e propria invasione che giustificherebbe una risposta ancora più severa (la recente mobilitazione parziale è stata forse percepita come insufficiente), non escludendo neppure l'utilizzo delle atomiche. Valerii Zaluzhnyi, comandante supremo delle forze armate ucraine, ha già messo in chiaro che l'Ucraina non si arrenderà neanche se colpita da armi nucleari.
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