18 Settembre 2022
In Ucraina, in piena guerra, sono in tanti ad averci messo piede: Ursula Von der Leyen, ad esempio, ha posato il suo scendendo dal convoglio che l'ha condotta a Kiev appena tre giorni fa. Era lì per assorbire il più velocemente possibile l'Ucraina nell'UE. Mario Draghi insieme a Macron e Olaf Sholz si sono recati a Kiev appena tre mesi fa, ufficialmente per fare accordi in merito ai "corridoi del grano", ma anche per armi e sostegno di parte. Si sentivano a loro agio pure quando insieme hanno posato per una foto di rappresentanza fuori al palazzo del governo.
Ma è toccato proprio all'elemosiniere di Bergoglio, Konrad Krajewski a finire sotto attacco dei colpi d'artiglieria. Il parroco è rimasto illeso. Nonostante ciò Zelensky non si ferma e chiede altre armi, perché in questa guerra, la stessa che lui non vuole concludere.
L’inviato del Papa in Ucraina, il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski si trovava insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, e accompagnato da un soldato, oggi ha caricato il suo pulmino di aiuti e si è inoltrato dove "oltre i soldati non entra più nessuno" perché i colpi si fanno più fitti. In una delle tappe previste il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo: "Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire... Perché non basta correre, bisogna sapere dove", ha detto a Vatican News parlando da Zaporizhia.
Come racconta egli stesso al Corriere della Sera, egli stava portando aiuti a Zaporizhzhia e Odessa, perché "è qui che i colpi si fanno più fitti e la gente rimasta ha più bisogno di viveri e assistenza". Quando i proiettili hanno raggiunto il furgoncino, il cardinale che è anche prefetto del Dicastero della Carità, era alla seconda tappa, ormai verso il confine: "Per la prima volta in vita mia non sapevo dove fuggire, perché non basta correre, bisogna sapere dove". Il cardinale fa sapere che adesso è "a Kharkiv, la città più bombardata di tutte, dove ci sono le fosse comuni come a Katyn". Poi racconta di come Papa Francesco gli avesse chiesto di percorrere i 3600 km che lo separavano dal confine ucraino: "ll Santo Padre mi ha chiamato e mi ha detto: sarebbe bello se riuscissi ad andare in Ucraina nelle zone di guerra e visitare le comunità assediate da più di 200 giorni, che sono rimaste tra la gente. Non ci sono parole, si può solo pregare: Gesù confido in te".
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