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Turchia, Erdogan nei Balcani per parlare di “difesa e sviluppo”. Ma il vero obiettivo è l’Ue

Il presidente turco per tre giorni tra Bosnia, Serbia e Croazia. Al di là dei rapporti diplomatici, per Ankara i Balcani rappresentano la porta d’ingresso nell’Unione europea

06 Settembre 2022

Turchia, Erdogan nei Balcani per parlare di “difesa e sviluppo”. Ma il vero obiettivo è l’Ue

Quella di Recep Tayyip Erdogan nei Balcani è ufficialmente la classica visita istituzionale. Un modo per confermare e rafforzare i rapporti diplomartici e per parlare di difesa e sviluppo. In realtà, il presidente turco considera Bosnia, Serbia e Croazia come le porte d’ingresso nell’Unione europea. Un corridoio geograficamente prezioso sotto l’aspetto economico e commerciale. 

Turchia, Erdogan nei Balcani per parlare di “difesa e sviluppo”. Ma il vero obiettivo è l’Ue

Erdogan, sin dai primi anni della sua ascesa al potere, ha considerato i Balcani come un alleato indispensabile, facendo spesso leva sull’eredità lasciata sul lato est dell’Adriatico dall'impero ottomano. Secondo il presidente della Turchia, il sostegno di Ankara resta importante per un processo di integrazione dei Paesi balcanici all’interno del sistema di difesa euroatlantico. Con la Bosnia, in particolare, la Turchia condivide la fede islamica. E da lì, da Sarajevo, oggi, martedì 6 settembre, è iniziato il tour balcanico di Erdogan, che durerà in tutto tre giorni. “La Turchia, per la Bosnia, dev’essere portatrice di pace, tranquillità, sviluppo ed equità in una regione dove la tensione può salire in ogni momento”, ha spiegato il presidente turco. “Siamo determinati a fare tutto quanto in nostro potere per la stabilità dell’area”. 

Turchia, Erdogan nei Balcani per parlare di “difesa e sviluppo”. Dal 1987 Ankara aspetta di entrare nell’Ue

La Bosnia, dalla visita di Erdogan, si aspetta “un impatto che porti calma ed equilibrio in un momento di incertezza politica”, ha sottolineato il capo della Presidenza bosniaca, Sefik Dzaferovic. “La Bosnia vuole incrementare la cooperazione con la Turchia, Erdogan lo sa e la sua visita ha un fine costruttivo per il mantenimento di pace e stabilità non solo in Bosnia ma nell’intera regione. Per la Turchia la Bosnia e i Balcani sono importanti”. Nel programma del presidente turco e della delegazione ci sono incontri politici di alto livello, ma anche riunioni di carattere strettamente economico. Poi c’è quel dossier che riguarda l’Ue, che rimane al centro degli incontri di Erdogan nei Balcani. La richiesta dell’Ucraina di aderire all’Ue ha spinto la Turchia a ribadire la sua candidatura nel blocco atteso da oltre vent’anni. “Apprezziamo gli sforzi per ottenere l’adesione dell’Ucraina all’Ue, ma chiedo ai membri dell’Ue: perché l’adesione della Turchia all’Ue vi preoccupa?”, si era chiesto il capo di Stato turco lo scorso marzo. La richiesta turca di aderire all’Europa risale al 1987. Ma solo 12 anni più tardi, nel 1999, Bruxelles ha dato il via libera alla candidatura di Ankara, per poi iniziare una lunga trafila di accordi e impegni bilaterali che non si è ancora conclusa. L’influenza che può esercitare la Turchia sui Balcani, in tal senso, potrebbe essere un punto in più a favore di Erdogan per l’ingresso nell’Ue.

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