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Unione Europea: 13,8 mld di euro confiscati agli oligarchi russi

Per il momento abbiamo beni congelati provenienti da oligarchi e altre entità per 13,8 miliardi di euro

12 Luglio 2022

Unione Europea: 13,8 mld di euro confiscati agli oligarchi russi

UNIONE EUROPEA (fonte: pixabay)

Oltre all'approvazione di un pacchetto di assistenza macrofinanziaria per l'Ucraina, l'Unione Europea ha raggiunto la quota di 13,8 miliardi di euro di beni confiscati agli oligarchi russi.

Inoltre la UE sta valutando vie legali per sfruttare gli asset degli oligarchi russi confiscati per le violazioni delle sanzioni imposte a Mosca. Purtroppo saranno inevitabili ulteriori ripercussioni da parte di Putin. Ancora non è chiaro il destino del Nord Stream 1, bloccato dal 1 luglio per lavori sul gasdotto. Ciò potrebbe creare problemi per tutta la zona Euro, in particolare per Germania e Italia.

Unione Europea: continua il congelamento di beni agli oligarchi

"Per il momento abbiamo beni congelati provenienti da oligarchi e altre entità per 13,8 miliardi di euro", ha invece segnalato il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders. "Più di 12 miliardi [di questi] provengono da cinque stati membri. Dobbiamo convincere gli altri a fare lo stesso".

Difficile stimare la quantità di beni degli oligarchi in Europa. Solo le transizioni che sono state congelate ad aprile ammontano a 196 miliardi di euro. Ad oggi sono 680 le persone colpite dalle misure decise dall'Europa contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. 26 i megamiliardari. E ancora mancano all'appello una grossa fetta, anche se da inizio guerra gli oligarchi hanno perso 126 miliardi di euro, anche a causa dell'instabilità della borsa moscovita.

Unione Europea: possibile rappresaglia di Putin

Il continuo sostegno all'Ucraina e la recrudescenza delle sanzioni al governo russo e agli oligarchi vicini a Putin potrebbero rendere sempre più difficile una possibile trattativa nel breve periodo.

Negli ultimi giorni le relazioni Russia-UE non fanno altro che peggiorare. Ancora non è chiaro se dopo il 21 luglio il Nord Stream 1, attualmente bloccato per lavori di manutenzione, ripartirà, e permetterà di rifornire la Germania e tutti gli altri paesi in tempo per l'inverno. Se così non fosse, lo stesso Governo Scholz ha intenzione di varare dei razionamenti e dei provvedimenti, al fine di evitare un tracollo energetico. E anche Draghi ci sta già pensando.

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