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Medvedev: "Le sanzioni occidentali fanno ridere", ma quanto soffrirà Mosca e quanto l'Europa?

Le sanzioni occidentali contro la Russia "fanno ridere" secondo l'ex presidente della Federazione, ma per gli economisti del forum di San Pietroburgo "l'inverno deve ancora venire". Ecco secondo le proiezioni cosa accadrà

16 Giugno 2022

Medvedev: "Le sanzioni occidentali fanno ridere", ma quanto soffrirà Mosca e quanto l'Europa?

Dimitry Medvedev, ex presidente della Federazione russa che è già qualche giorno fa si era distinto per una frase contro l'occidente in cui manifestava il suo aperto odio e dichiarava che se fosse stato per lui avrebbe cancellato gli occidentali dalla faccia della terra, in queste ore ha dichiarato invece che le sanzioni occidentali gli provocano ilarità: "sorridete, gente, sorridete". Perché secondo l'ex presidente una risata seppellirà le sanzioni tanto sono innocue per il Cremlino. E con scherno commenta le decisioni di "nonno Joe" capace soltanto di fare il solletico a Mosca. Perfettamente in linea con quanto ieri ha fermato il premier Mikhail Mishustin durante l'apertura del forum economico di San Pietroburgo che da sempre fa sfoggio degli sviluppi economici della Russia. Stiamo dimostrando di avere risorse per continuare il nostro sviluppo, ignorando tutti i tentativi di frenarci, di arrestarci, di farci tornare indietro. La pressione dei nostri nemici non sta producendo alcun risultato negativo, questo ha detto il premier Mikhail Mishustin. Insomma va tutto bene, ma è realmente così?

In effetti il quinto e il sesto pacchetto di sanzioni ideato da Mario Draghi e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, in questi giorni, sono in Israele e al Cairo per siglare accordi trilaterali internazionali con i paesi che maggiormente esportano gas metano nel mondo, sono volte principalmente "a disintegrare l'economia russa". Queste le parole testuali della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Nessun secondo fine nascosto, tutto è stato esposto con grande eloquenza.

Tuttavia le sanzioni hanno fatto male principalmente all'Europa che non soltanto ha dovuto rinunciare a centinaia di miliardi di esportazioni all'interno del territorio della Federazione russa mettendo in crisi prima il made in Italy e poi la piccola e media impresa tedesca.

Del 14 giugno infatti è la dichiarazione della Gazprom che non riesce ad ottenere la componentistica utile alla manutenzione per il gasdotto Nord stream che porta gas all'Europa e, per la stessa ragione non riuscirà nemmeno a terminare il gasdotto Nord stream 2. Infatti le sanzioni hanno bloccato l'azienda tedesca Siemens nel suo lavoro di produzione di componenti utili a queste opere ingegneristiche fondamentali. Due giorni fa la Gazprom ha dovuto tagliare del 40% il gas e poi ridurlo nella sua possibilità di erogazione all'azienda statale Eni del 15%. Tutto ciò provocherà un innalzamento dei prezzi come diretta conseguenza delle sanzioni volute da Mario Draghi, Ursula von der Leyen e della ex presidente della Federal Reserve, Yellen oggi vice segretario al tesoro americano. La finanza armata di cui parlava il Financial Times non ha sempre fatto centro, tuttavia rimane da chiedersi se Mosca abbia realmente sofferto di queste sanzioni.

Sanzioni: quanto hanno realmente fatto male a Mosca?

Di sicuro è innegabile che la logistica ne ha risentito in tutto il pianeta, gli effetti delle sanzioni, anche perché in concomitanza con il lock down cinese, si sono abbattute drammaticamente su tutti i paesi del globo e, lo stesso Ministro dei trasporti Vitaly Savelyev si è lasciato sfuggire che "le sanzioni hanno distrutto il sistema della logistica" di Mosca. Anche il senatore di Russia unita Andrey Klishas, uno degli uomini più vicini a Putin tanto di aver firmato quel emendamento della costituzione che permette a Putin di candidarsi a vita, ha affermato che il piano delle importazioni è completamente fallito grazie alle sanzioni occidentali. Un'affermazione estemporanea quanto ingenua che è stata immediatamente corretta dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ma che valenza ha dunque il foro economico di San Pietroburgo quest'anno? Secondo il professore di economia dell'università di San Pietroburgo l'inverno economico di Mosca durerà moltissimi anni perché l'Europa sta muovendo tutti i passi che può compiere verso l'abbandono del gas Russo e verso il petrolio. Secondo il professore dell'Università di San Pietroburgo, Sergey Tsypliaev, le intenzioni europee sono nette e decise e scateneranno la loro violenza durante i prossimi anni. Quindi il forum economico di quest'anno "è un evento più politico che economico e serve a dimostrare" che io russi "non sono isolati", ma se tratterebbe di un racconto favolistico perché l'inverno economico deve ancora venire. Di sicuro la Russia non è isolata data l'ormai nota vicinanza con la Cina, che ha visto proprio negli ultimi giorni un confronto tra Vladimir Putin e Xi Jimping.

In che modo dunque si abbatteranno le sanzioni nell'economia russa? Ursula von der Leyen aveva fatto i compiti per bene, in effetti secondo le ultime proiezioni entro il 2023 un quarto dell'economia russa sarà disintegrata e, in particolare, da quella sul petrolio: chiuderanno le raffinerie e probabilmente il Cremlino dovrà attraversare il primo inverno gelido.

E come farà l'Europa senza quel gas e quel petrolio? Per quanto concerne alcuni paesi italiani, come la Slovacchia e l'Ungheria, questi hanno dato disponibilità soltanto entro due o tre anni punto quindi la Russia comincerà a pagare duramente il prezzo della guerra in Ucraina ma il peggio potrebbe arrivare soltanto dopo 3 anni. L'Italia invece è un paese che ha una florida storia di cambio di partner per le forniture di petrolio e potrebbe non essere troppo complesso approvvigionarsi per il 10% che attualmente il bel Paese acquista da Mosca. Il peggio arriverà per il gas e arriverà per tutti. È presumibile infatti che Mosca continui ad erogare il gas verso l'Europa per due motivi fondamentali:

  • Non è possibile arrestare gli impianti perché questi si deteriorerebbero;
  • Al di là di tutte le buone intenzioni, l'Italia non potrà cambiare partner di gas nel breve termine in quanto l'unica soluzione immediata sarebbe quella di acquistare il gas liquefatto da Israele e dall'America, incrementando il costo dello stesso di almeno cinque volte.

Questo significa che gli italiani pagheranno l'incremento del costo del gas non soltanto per i rincari voluti dalla Russia, ma anche e soprattutto per la politica economica che hanno scelto di attuare. 

di Maria Melania Barone

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