03 Giugno 2022
fonte: imagoeconomica.it
Il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia ha tutto il sapore di essere, in fondo, una "doppia vittoria" per il primo ministro dell'Ungheria Viktor Orban e a spiegare il motivo è il sito Nicolaporro.it, dove si afferma che, alla fine, l'Unione Europea "ha partorito un topolino". Dopo settimane di scontri e battibecchi infatti, i vertici europei hanno decretato per il via al sesto pacchetto nei confronti di Mosca e del suo leader Vladimir Putin. Ad approvarlo sono stati gli ambasciatori dei 27 Paesi membri, ma non senza clausole.
Solo qualche giorno fa i membri del Consiglio Ue avevano votato per l'embargo sul petrolio russo a partire dal 2023. Il nostro premier Mario Draghi aveva definito la sanzione un "successo completo", ma, secondo diversi esperti, non sarebbe proprio così. In primo luogo perchè l'embargo ci sarà, ma non sarà immediato. Partirà infatti il prossimo anno, quando la guerra in Ucraina potrebbe essere (si spera) già finita.
In secondo luogo a risentirne non saranno solo le tasche di Vladimir Putin, ma anche e soprattutto quelle degli Stati europei, Italia compresa. I media mondiali parlano di una perdita compresa tra i 20 e i 60 miliardi di dollari per la Russia, ma anche i numeri con cui dovranno fare i conti i Paesi Ue non sono affatto bassi.
E cosa c'entra in tutto questo Viktor Orban? La risposta è presto detta. Il sito Nicolaporro.it parla di una "doppia vittoria". La prima consiste nell'aver ottenuto l’esclusione del patriarca russo Kirill dalla "lista nera" dell'Ue. La seconda invece riguarda la fornitura del petrolio russo stesso. L'Ungheria infatti - che dipende per più dell'80% dal greggio di Mosca - ha ottenuto "eccezionali deroghe per il greggio trasportato via oleodotti" e dunque rimarrà "alla dipendenza del Cremlino" solamente a partire dal prossimo triennio.
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