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Roman Abramovich fa causa al Consiglio Ue per le sanzioni

Roman Abramovich ha deciso di non starsene in disparte e dopo la serie di sanzioni anti-russe è passato all'azione. Il ricorso è stato registrato dal tribunale di Lussemburgo il 25 maggio

01 Giugno 2022

Abramovich, 2022

Roman Abramovich (Fonte Twitter @CalcioFinanza)

L'oligarca Roman Abramovich, uno tra i più colpiti dagli effetti delle sanzioni decise dall'Unione Europea e dal Regno Unito in particolare contro la Russia ha deciso di fare causa al Consiglio Ue appellandosi alla Corte europea di giustizia. Il magnate dunque non sta a guardare e passa al contrattacco. Non è l'unico però dato che anche altri due uomini vicini a Putin (Mikhail Fridman e Per Aven) hanno intentato cause simili presso la corte europea. Entrambi uomini d'affari.

Sanzioni, Abramovich si appella alla Corte europea di giustizia 

Il ricorso di Abramovich era in qualche modo nell'area. È stato registrato dal tribunale di Lussemburgo il 25 maggio, ed il magnate russo, con passaporto portoghese e israeliano aveva lasciato presagire già dopo i primi giorni seguiti al congelamento dei suoi molteplici beni in giro per il mondo, che non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Abramovich ha da poco concluso la vendita del club di calcio del Chelsea a Todd Boehly, per un valore vicino ai 5 miliardi di euro. Ma ad Abramovich non è entrata neppure una sterlina dalla vendita del club, anche se lui stesso aveva annunciato di voler devolvere tutto all'Ucraina. La  pratica della cessione si è chiusa solo recentemente.

Lontano da Londra e impegnato a tutelare i suoi beni dalla morsa delle sanzioni Abramovich però non è stato sottoposto alle sanzioni Usa, forse anche grazie all'intermediazione tra Zelensky e Biden con il primo che ha espressamente chiesto di evitare poiché importante parte in causa durante le negoziazioni con la Russia. Dopo la sua clamorosa apparizione nelle prime tornate di colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev, il misterioso tentativo di avvelenamento e la successiva scomparsa dalla scena, Abramovich sarebbe riapparso a Kiev a metà aprile di nuovo in veste di mediatore di un dialogo difficilissimo da far ripartire

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