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Guerra in Ucraina, come finisce e come ne esce l'Italietta draghistana: l'ora delle decisioni revocabili

La storia procede per errori a raffica compiuti da imbecilli e da ladri inframmezzati da qualche ragionevolezza azzeccata da rari personaggi intelligenti sopravvissuti alla decimazione ordinata dagli imbecilli ladri, perennemente in esondante maggioranza

31 Maggio 2022

Guerra in Ucraina, come finisce e come ne esce l'Italietta draghistana: l'ora delle decisioni revocabili

Si esordisca immantinente con un autodafé, ovvero con una autocritica di sapore post-marxista: il sottoscritto sarà pure un presuntuosetto, ma non si avvale di doti né di pretese da Nostradamus de noantri.
Ergo nonostante il succitato titolo qui si posson fare analisi e previsioni realistiche, ma non profezie, travestiti da santoni o con aureole messianiche da Travagli di paese.
Difatti ci siam sentiti tutti spesso a disagio, soprattutto dopo il biennio pandemente, ad ascoltare certezze apodittiche e tonitruanti sicumere predette in nome della Scienza (leggi Scien-Zah, farlocca come poche) enunciate come tavole scolpite nel marmo.
La guerra in Ucraina ci ha regalato poi altre belle lastre di marmo scolpito, infaustamente: un bel doppio totem degli strafatti di ketamina a base di frasi fatte. La retorica dei valori dell'Occidente (leggi Occi-Denteh) e la contrapposta retorica della Costituzione e della Pace (leggi Costitu-Zioneh e Pa-ceh).

Proprio così: da un lato il delirio del preteso baluardo della democrazia (ormai ridotta a colabrodo) e dall'altro la panzana dell'articolo 11 della Costituzione italiana che secondo alcuni italici sarchiaponi vieterebbe anche la vendita dei fucilini NERF e delle pistole ad acqua nei negozi di giocattoli (eppperforza: l'Italia ripudia la guerra eh!!!).
Che palle, diciamolo.

La realtà ovviamente è ben altra: le democrazie occidentali, seppur tutt'oggi meno fetenti delle dittature eurasiatiche, non hanno più quasi nulla da insegnare al mondo, se non come si sputtanano appunto i propri sedicenti sacri valori. Ugualmente le vestali del pacifintismo prêt-à-porter sbandierano certezze religiose su un articolo 11 che o non hanno letto o hanno letto malissimo (essendo in effetti il medesimo talmente criptico da risultare oscuro a Nostradamus per primo).

Quindi diamo un contributo anche noi nella semplificazione:
1) sì, per quanto zoppicanti sempre meglio le democrazie occidentali piuttosto che le dittature orientali, però purtroppo fanno schifo anche le nostre democrazie, o quel che ne resta.
2) sì, per quanto zoppicanti gli articoli della Costituzione italiana non impediscono né di regalare o vendere armi né di far guerre e la pace non è una religione bendata, ma una conquista a ragion veduta.

Ciò appurato resta una ulteriore classica dicotomia: "quelli che Putin ha già vinto" vs "quelli che Putin ha già perso".

Certamente, la guerra per i russi è partita male, sperando forse lo stesso Putin in una resa, in una fuga o in una rotta di Zelens'kyj e dei vertici ucraini. Dopo tre mesi di guerra andata decisamente male però ora i russi hanno concentrato tutte le forze sulla area del Donbass e le sorti della guerra sembrano per loro meno incerte e perfino più realisticamente destinate a coprire tale obiettivo primario del Cremlino. Ma anche qui giova fare un ripasso della intera situazione:

1) missione (speciale) caduta Zelens'kyj
FALLITA
2) missione denazificazione ucraina
FALLITA
3) missione conquista di Kiev/conquista di tutta la Ucraina tramite governo fantoccio
FALLITA
5) missione conquista delle zone russofone orientali e divisione in due della Ucraina
FALLITA
6) missione liquidazione e/o disarmo totale o parziale delle FFAA ucraine
FALLITA
7) missione messa in sicurezza Crimea/Mare di Azov/conquista intero Donbass in corso e forse anche in prospettiva COMPIUTA, ma col risultato di fare della Ucraina oltre il confine del Donbass un nemico sempiterno della Russia, ergo una sorta di Israele perennemente belligerante e percettore di armi, uomini ed aiuti della NATO.

Una vittoria di Pirro non da poco, sempre che gli ucraini accettino lo status quo della perdita intera o parziale del Donbass, oltre che della Crimea, che in effetti era e resta un territorio spiccatamente russo da sempre.

E l'Italia in tutto ciò? Per commentare le piroette e le dichiarazioni surrealiste ed irresponsabili del Duce Draghistano ci vorrebbe un saggio ad hoc, forse più di Psicanalisi che di Scienze Politiche. Ci limitiamo qui a constatare che per la ennesima volta l'Italia è vittima di sé stessa e di una classe politica da operetta, e non di qualità come una Vedova allegra di Franz Lehár: in effetti pure la operetta sarebbe un upgrade immeritato, poiché qui siamo molto oltre i fratelli Vanzina, Neri Parenti e Castellano&Pipolo.

l'Italia già soffre della condizione oggettiva di essere la quarta delle quattro potenze europee, ovvero l'ultima della classe, ma se il ruolo è giocato dietro la lavagna degli asini il risultato non può che essere ridicolo, anche perché i primi tre della classe, essendo asini a loro volta, prendono talmente tante sberle dal maestro americano, seppure alcolizzato, che il totale del compito di matematica fa peggio dei rispettivi fattori del problemino.

La domanda finale è dunque sempre la stessa: come se ne esce? La logica suggerirebbe tre punti programmatici:

1) mollare il Donbass (oltre che la Crimea ovviamente) ai russi e trovare un accordo stabile, sperando che Putin viva abbastanza per non gettare la Russia nel caos dopo la sua morte
2) comprendere finalmente che Putin non è il vero nemico (e se il vero nemico è la Cina bisogna prepararsi per tempo), e che Europa e Stati Uniti, sebbene legati a doppio filo, hanno interessi divergenti che vanno armonizzati, pena il declino di un Occidente fin troppo cieco e rapace
3) USA, Europa e Italia hanno necessità di una classe politica totalmente diversa dal mefitico team Rimbambiden/Macron Le Merdon/Draghula e dai velenosissimi frutti dell'IRRIDENTE paesino svizzero di Davos.

Vaste programme, ovviamente in gran parte irrealizzabile, purtroppo. La Storia procede per errori a raffica compiuti da imbecilli e da ladri inframmezzati da qualche ragionevolezza azzeccata da rari personaggi intelligenti sopravvissuti alla decimazione ordinata dagli imbecilli ladri, perennemente in esondante maggioranza. Unica speranza il tempo, che fatalmente trasforma i rospi dal brodo primordiale in principi e principesse in carrozza in oro zecchino, che poi sputtanano tutto col loro animo rimasto da rospi.

Come finirà? Forse come avrebbe più o meno detto Franco Battiato, fonte inesauribile di citazioni:

Questo secolo, oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Ci spinge solo ad essere migliori, con più volontà.

Di Lapo Mazza Fontana

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