08 Aprile 2022
Onu (fonte: Twitter @TgLa7)
La Russia è stata espulsa dal Consiglio Onu sui Diritti Umani, la Cina si è dichiarata contraria. La risoluzione proposta dagli Stati Uniti è passata con 93 voti favorevoli, 24 contrari e 58 astenuti. Per la prima volta un membro permanente del Consiglio di Sicurezza viene sospeso da un organismo delle Nazioni Unite ma il bilancio, in prospettiva, non è così positivo come appare a una prima lettura. In primis, per il voto della Cina. Pechino poteva astenersi per tenere un piede in due scarpe, visto che l'astensione non porta a un aumento del quorum, ma ha scelto di solidarizzare con l'alleato Vladimir Putin. Da sottolineare, poi, la rilevanza dei Paesi che non hanno preso posizione: India, Brasile, Messico, Pakistan, Indonesia, Egitto.
Tra astenuti e contrari, la sensibilità della maggior parte della popolazione mondiale sui diritti umani non combacia con quella occidentale. Dall'altra parte, tuttavia, l'Europa è riuscita a mostrarsi compatta: l'Ungheria di Viktor Orbán, che alla vigilia del voto poteva essere l'anello debole dell'Unione per i suoi legami col Cremlino, si è schierata a favore dell'esclusione. Nei fatti, va detto, cambia poco: Mosca non deciderà di rallentare o fermare l'invasione dopo questo voto contrario.
Se non altro però l'Onu ha mostrato di esserci, anche solo sul piano simbolico, dopo la dura critica arrivata da Papa Francesco che aveva definito il Palazzo di Vetro un organismo "irrilevante". Nella bozza del documento con cui si chiedeva la sospesnsione, si sottolineava "la grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca".
Si tratta del secondo caso di sospensione di uno Stato dal Consiglio, organismo fondato nel 2006 con sede a Ginevra che conta 47 membri. Nel 2011 era toccato alla Libia di Muammar Gheddafi, per la violenza usata contro i manifestanti che protestavano contro il regime. La richiesta, in questo caso, è arrivata dopo che è venuto alla luce il massacro di civili compiuto dai russi a Bucha, cittadina alle porte di Kiev.
Soddisfatti gli Stati Uniti, che hanno commentato la decisione per bocca del segretario di Stato Antony Blinken: "un Paese che viola continuamente i diritti non può sedere in un organo che ha come compito la tutela dei diritti. Oggi è stato corretto un torto". Di tutt'altro tenore la posizione della Cina: "Il dialogo e il negoziato sono l'unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani", le parole dell'ambasciatore cinese all'Onu, Zhang Jun
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