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Guerra in Ucraina, Ue unita davvero? No di Berlino allo stop sul gas russo. E Gazprom pompa quote extra

La Germania dice no all'embargo europeo sull'import di petrolio e gas russo. E il colosso braccio energetico di Putin annuncia aumento di export verso Berlino. Sicuri che l'Europa sia così unita?

03 Marzo 2022

Nord Stream 2

Nord Stream 2 (fonte: Twitter @Reuters)

Unione Europea fronte unita contro la Russia di Vladimir Putin. Svolta storica. La vera Europa sorge sulle ceneri delle città ucraine bombardate durante la guerra lanciata dal presidente russo. Siamo sicuri? I segnali che arrivano da diverse parti dicono invece che la realtà è un po' diversa. A partire dalle mosse della Germania. 

Guerra in Ucraina, ma la Germania dice no all'embargo su gas e petrolio russi

Il governo tedesco è infatti contrario a un embargo sulle importazioni di energia russe. Lo ha detto il ministro all'Economia tedesco Robert Habeck: "Non mi impegnerei per uno stop all'import di energie fossili. Anzi, esprimerei la mia contrarietà, perché metteremmo a rischio la pace sociale nel Paese". La Germania è attualmente troppo dipendente dall'energia russa, anche se ha annunciato sforzi per diventare velocemente più autonoma. "Ne abbiamo bisogno per garantire la stabilita' dei prezzi e la sicurezza energetica in Germania", ha aggiunto il vicecancelliere verde. Habeck ha anche invitato i tedeschi a consumare meno energia: "se volete danneggiare un minimo Putin, risparmiate l'energia".

E nel frattempo il gigante russo del gas Gazprom ha prenotato capacità di transito aggiuntiva per la fornitura di gas alla Germania dalla Polonia tramite il gasdotto Yamal-Europe, come mostra il risultato dell'asta. Gazprom ha prenotato 12,8 milioni di kilowattora all'ora dai 32 milioni in offerta. Le forniture effettive di gas non sono assicurate, tuttavia, poiché Gazprom a volte non ha utilizzato la capacità.

E poi c'è il tema dei rifugiati. Mentre persino Matteo Salvini e Vox spagnolo aprono le porte ai rifugiati ucraini, altrove si crea un blocco sì, ma contrario. Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia (il cosiddetto gruppo di Visegrad) più l'Austria hanno espresso riserve, durante il Consiglio Ue Affari interni in corso, sul ricorso al regime di protezione temporanea per i rifugiati in entrata nell'Ue dall'Ucraina, secondo quanto riportato da Public Policy. Secondo la Commissione Ue, dall'invasione militare russa dell'Ucraina, oltre 650mila persone sono fuggite nei Paesi limitrofi dell'Ue. Per cercare di trovare una soluzione - a quanto si apprende - sarebbe in corso da circa un'ora una riunione straordinaria degli ambasciatori degli Stati membri nell'Ue (Coreper).
 
 

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