09 Settembre 2021
Europa bandiera (Pixabay)
La tempesta perfetta sta arrivando. E rischia di abbattersi senza pietà sull'Unione europea. Angela Merkel, Emmanuel Macron, persino Mario Draghi. Il Vecchio Continente rischia di perdere nel giro di pochi mesi i tre leader dei tre paesi più grandi dell'Ue, in rapidissima successione. Ma soprattutto, a prescindere dal presidente francese e al premier italiano, rischia tra poche settimane di vedere del tutto depotenziata la Commissione europea. Ciò significherebbe di fatto che il governo comunitario si bloccherebbe, proprio nel momento più sbagliato tra caos in Afghanistan, la possibile nuova ondata di migranti e ovviamente tante decisioni importanti e scomode da prendere in merito alla pandemia da Covid-19.
Il primo elemento si perderà senza nessun dubbio in meno di venti giorni. Le elezioni tedesche in programma il 26 settembre segneranno la definitiva uscita di scena di Angela Merkel. La cancelliera, elemento stabilizzatore non solo della Germania dell'intera Europa, lascerà il ruolo di capo del governo dopo oltre tre lustri e quattro mandati alla guida della locomotiva tedesca. Le incognite non sono sul fronte interno, dove non è chiaro chi possa prendere il suo posto tra Armin Laschet, lo (scarso) candidato della Cdu/Csu oppure Olaf Scholz, l'apprezzato leader dei socialdemocratici che fino all'altro ieri sembravano politicamente defunti.
Le incognite si allargano a tutta Europa. Chi potrà garantire la stabilità e il bilanciamento che garantiva Merkel? Tra l'altro un'altra figura tedesca potrebbe uscire depotenziata proprio per un effetto a catena delle elezioni tedesche. In caso la Cdu7Csu uscisse sconfitta dalle urne in Germania potrebbe cercare "vendetta" in Europa. Nello specifico, Manfred Weber intende assumere la presidenza dei Popolari europei e spingere per la conquista della presidenza del parlamento europeo. La seconda metà della legislatura, cominciata nel 2019, spetterebbe infatti ai conservatori. Cosa che però non è sempre stata rispettata e che i socialisti vorrebbero tentare di non rispettare lasciando al suo posto l'attuale presidente dell'Europarlamento, vale a dire David Sassoli del Partito democratico.
Se non si trovasse un accordo tra i due maggiori gruppi del Parlamento europeo, che reggono insieme ai Liberali la grande coalizione informale comunitaria, si rischierebbe la paralisi. Come spiega Il Foglio, Weber e il Ppe potrebbero usare "la minaccia di collaborare con il gruppo della destra nazionalista e sovranista che potrebbe nascere dalla fusione dei Conservatori e riformatori e di Identità e democrazia". Ma se ciò avvenisse significherebbe di fatto non solo ridisegnare tutti gli equilibri della politica europea, di fatto esautorando con due anni e mezzo di anticipo la commissione presieduta proprio da un'altra popolare (e tedesca), vale a dire Ursula Von der Leyen.
Chi potrebbe a quel punto accorrere in salvezza dell'Ue? Non Macron, che sarà presto impegnato nella faticosa campagna elettorale per le elezioni francesi della primavera del 2022. Macron sarà chiamato all'arduo compito di ottenere la conferma, obiettivo fallito dai suoi due predecessori Nicholas Sarkozy e François Hollande. Non solo Marine Le Pen insidia Macron, ma anche la socialista Anne Hidalgo (sindaca di Parigi) il polemista di destra Eric Zemmour, senza contare la rinascita inattesa dei gollisti.
E se arrivasse Mario Draghi? In tanti pensano che il vero obiettivo del presidente del consiglio sia proprio quello di guidare l'Ue a partire dal 2024. Nei suoi piani ci sarebbe dunque l'intento di restare premier fino alla scadenza naturale del 2023 per poi prendere in mano l'Ue. Piani che potrebbero decadere se come vorrebbero la Lega e pezzi del Pd Supermario fosse chiamato a salire al Quirinale già nel 2022. In quel caso, allora, l'Europa resterebbe davvero "terra di nessuno".
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