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Banca Popolare di Sondrio chiude i primi nove mesi del 2025 con risultati record: utile netto a 512,7 milioni di euro (+18,7%)

Margine di intermediazione a 1,27 miliardi (+3,5%), risultato operativo +18,7% a 735,8 milioni e cost-income al 38,8%. Crediti deteriorati in calo (NPL lordo 2,9%, netto 1,1%), CET1 al 16,6% e raccolta complessiva a 99,7 miliardi

06 Novembre 2025

Banca Popolare di Sondrio chiude i primi nove mesi del 2025 con risultati record: utile netto a 512,7 milioni di euro (+18,7%)

Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Sondrio, riunitosi nel pomeriggio di ieri, 5 novembre, sotto la presidenza del dott. Andrea Casini, ha esaminato e approvato il resoconto intermedio di gestione consolidato al 30 settembre 2025, che si è chiuso con un utile netto pari a 512,7 milioni di euro, il migliore risultato di periodo nella storia della banca.

Di seguito, vengono riportati alcuni dettagli sugli indicatori economico-finanziari di maggior rilievo:

  • il risultato di periodo, al netto delle imposte pari a € 237,4 milioni, è positivo per € 512,7 milioni e beneficia della crescita dell’attività bancaria caratteristica i cui proventi si attestano a € 1.170,8 milioni (+3,5% rispetto al 30 settembre 2024; margine di interesse +1,6% e commissioni nette +8,2%). Tale dato riflette il positivo contributo derivante dalle attività finanziarie per € 95,5 milioni così come la riduzione delle rettifiche di valore nette che ammontano a € 43,9 milioni (-69,2 %), mentre risente di una crescita dei costi operativi attestatisi a € 493,5 milioni (+5,6%). Il cost-income ratio si posiziona al 38,8% in linea con il valore del 2024. A seguito del raggiungimento a luglio 2024 del livello obiettivo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, è venuto meno il relativo contributo chiesto agli istituti bancari che, nel periodo di confronto, aveva gravato per € 21,3 milioni;
  • i ratio patrimoniali1 restano elevati, ben al di sopra dei requisiti regolamentari; in dettaglio, il CET1 si attesta al 16,6% mentre il Total Capital si colloca al 20,0%;
  • l’incidenza dei crediti deteriorati lordi, misurata dall’indicatore NPL ratio lordo, si riduce al 2,9% rispetto al 4% registrato al 30 settembre 2024. L’incidenza delle esposizioni deteriorate nette, che riflette l’elevato livello degli accantonamenti, si attesta all’1,1%, in significativa diminuzione rispetto all’1,7% rilevato al 30 settembre 2024;
  • i tassi di copertura del credito deteriorato si mantengono su livelli molto elevati. Nello specifico, il coverage ratio del totale crediti non performing si conferma al 62%, il livello di copertura delle inadempienze probabili si attesta al 55,3% e quello riferito alle sole posizioni classificate a sofferenza all’82,6%. Il tasso di copertura relativo al credito in bonis si colloca allo 0,82%;
  • il costo del rischio è pari a 16 punti base, in netto calo dai 56 punti base in virtù pure di importanti riprese di valore riguardanti alcune posizioni deteriorate. Il tasso di decadimento si è posizionato all’1,1%, stabile rispetto al 31 dicembre 2024;
  • il Texas ratio, rapporto tra il totale dei crediti deteriorati netti e il patrimonio netto tangibile, scende al 9,1% dal 9,7% di dicembre 2024;
  • la raccolta diretta da clientela risulta pari a € 45.258 milioni (+1,7% rispetto a fine 2024). La componente “core”2 della raccolta diretta risulta in incremento, da inizio anno, soprattutto grazie alla crescita dei depositi a vista mentre quella istituzionale registra una contrazione, pur a fronte dell’incremento dei prestiti obbligazionari;
  • la raccolta indiretta, cifra € 52.119 milioni pressoché in linea con gli € 52.149 milioni di fine 2024 (-0,1%). Il risparmio gestito risulta pari a € 9.270 milioni rispetto agli € 8.312 milioni di fine 2024 (+11,5%), evidenziando flussi netti in termini di raccolta per circa € 722 milioni3, in ulteriore crescita rispetto alla dinamica positiva osservata nello scorso esercizio. Il risparmio amministrato ammonta a € 42.849 milioni rispetto agli € 43.837 milioni del 31 dicembre 2024 (-2,3%);
  • la raccolta assicurativa ammonta a € 2.322 milioni rispetto agli € 2.190 milioni del 31 dicembre 2024 (+6%), con flussi netti positivi pari a circa € 96 milioni3, in significativa crescita rispetto all’andamento, a sua volta positivo, osservato a settembre 2024;
  • i finanziamenti verso clientela cifrano € 35.896 milioni, in incremento rispetto ai livelli di fine 2024 (€ 35.027 milioni; +2,5%). Le erogazioni del periodo hanno registrato un significativo incremento, attestandosi a circa € 5,0 miliardi3 che si confrontano con gli € 3,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente (+35,6%). In tale ambito spiccano i prestiti chirografari a favore delle imprese e i mutui residenziali a beneficio delle famiglie;
  • gli indicatori di liquidità, sia di breve (Liquidity Coverage Ratio) sia di medio periodo (Net Stable Funding Ratio), continuano a risultare ampiamente al di sopra dei requisiti minimi regolamentari. Il Liquidity Coverage Ratio si è attestato al 183% mentre il Net Stable Funding Ratio al 133%;
  • i risultati economici delle società controllate e collegate si confermano positivi. Di particolare rilievo quello conseguito da Factorit che ammonta a complessivi € 34,7 milioni, in ulteriore rialzo rispetto al periodo di confronto (+26,4%).

Il margine di interesse si è attestato a € 826,9 milioni, in aumento dell’1,6% rispetto al 30 settembre 2024 grazie alla tenuta dello spread commerciale, pur a fronte della contrazione dei tassi di mercato, e a un incremento dei saldi medi di impiego relativi soprattutto ai prestiti rateali e al factoring. Inoltre, permane significativo, seppur in flessione, il contributo al margine di interesse proveniente dal portafoglio di proprietà, mentre evidenzia una crescita la componente riveniente dallo stock dei crediti fiscali.

Le commissioni nette da servizi, pari a € 343,8 milioni, mostrano un significativo incremento (+8,2%) rispetto agli € 317,8 milioni del periodo di confronto, riflettendo la solida performance della macchina commerciale nell’erogazione dei servizi alla clientela. Nell’ambito, spiccano le crescite rivenienti dai comparti del risparmio gestito, dell’amministrato, della bancassurance e dall’attività creditizia. Si mantiene importante pure il contributo commissionale proveniente dalle attività delle controllate Factorit e BPS Suisse (+10,5%).

Il risultato dell’attività finanziaria è stato positivo per € 95,5 milioni, seppur in decremento rispetto agli € 106,4 milioni consuntivati nel periodo di confronto (-10,3%). I dividendi incassati ammontano a € 8 milioni, in incremento rispetto agli € 6,4 milioni del 30 settembre 2024 (+25,2%). Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a € 64,8 milioni rispetto agli € 89,8 milioni del periodo di confronto (-27,8%). Gli utili da cessione o riacquisto si attestano a € 22,8 milioni rispetto agli € 10,3 milioni di settembre 2024.

Il risultato delle altre attività finanziarie valutate al fair value è positivo e pari a € 7 milioni, in miglioramento rispetto a quanto registrato nel periodo di confronto (€ 7,7 milioni di minusvalenze). In tale ambito la componente relativa ai crediti a clientela è negativa per € 1,9 milioni e si confronta con gli € 9,2 milioni di minusvalenze consuntivate a settembre 2024.

Il margine d'intermediazione è pertanto risultato pari a € 1.273,3 milioni dagli € 1.230,0 milioni del periodo di confronto (+3,5%), a conferma del solido andamento dell’attività bancaria caratteristica.

Le rettifiche di valore nette si sono attestate a € 43,9 milioni rispetto agli € 142,8 milioni del periodo di confronto (-69,2%), beneficiando della positiva evoluzione del portafoglio crediti, delle politiche di derisking attuate negli anni precedenti, così come delle riprese di valore relative ad alcune posizioni deteriorate. Gli overlays manageriali, in particolare connessi al futuro aggiornamento dei modelli AIRB e ai cosiddetti novel risks, si confermano stabili a circa € 50 milioni, in linea con il dato di fine 2024.

Per una più agevole chiave di lettura dell’ammontare delle rettifiche di valore nette si precisa quanto segue:

- la voce 130 del conto economico, che si riferisce a esposizioni verso clientela e banche sotto forma sia di finanziamenti sia di titoli, ammonta a € 34,1 milioni ed è costituita quasi completamente da rettifiche relative alle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato;

  • -  la voce 140, relativa agli utili/perdite da modifiche contrattuali senza

cancellazioni, derivanti dalle variazioni apportate ai flussi di cassa contrattuali,

nel periodo di riferimento è stata negativa per € 3,8 milioni;

  • -  l’aggregato delle predette voci è pari quindi a € 37,9 milioni.

Se si considerano gli € 5,2 milioni di accantonamenti netti relativi al rischio di credito per impegni e garanzie e la perdita da cessione di crediti deteriorati per € 0,9 milioni, si ottengono € 43,9 milioni di rettifiche di valore nette di cui sopra.

Il rapporto tra le rettifiche di valore nette (€ 43,9 milioni) e i finanziamenti netti verso clientela (€ 35.896 milioni), vale a dire il costo del credito annualizzato, risulta quindi pari allo 0,16% rispetto allo 0,56% consuntivato a fine settembre 2024.

Il risultato netto della gestione finanziaria si è attestato a € 1.229,3 milioni, confrontandosi con gli € 1.087,2 milioni del periodo di raffronto (+13,1%).

I costi operativi risultano in incremento (+5,6%) e ammontano a € 493,5 milioni rispetto agli € 467,2 milioni del periodo di confronto. La voce riferita alle spese per il personale, pari a € 244,4 milioni dagli € 229,6 milioni del periodo di confronto (+6,4%), incorpora gli effetti dell’aumento salariale previsto dal contratto di lavoro del settore bancario e la crescita del numero di collaboratori. La componente delle altre spese amministrative si posiziona a € 255,8 milioni rispetto agli € 222,2 milioni del periodo di confronto (+15,1%), riflettendo principalmente le spese straordinarie connesse all’OPAS promossa da BPER Banca e incorporando pure l’incremento dei costi IT così come previsto dal Piano industriale 2025-2027. Le spese amministrative nel loro complesso si attestano quindi a € 500,2 milioni in aumento rispetto agli € 451,8 milioni (+10,7%) del periodo di confronto.

La voce accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri evidenzia un importo pari a € 7,8 milioni rispetto agli € 28 milioni consuntivati nel periodo di confronto. Le rettifiche su attività materiali e immateriali ammontano a € 56,5 milioni, in crescita rispetto agli € 52,4 milioni di fine settembre 2024 (+7,7%).

Gli altri oneri e proventi di gestione sono positivi e pari a € 71 milioni rispetto agli € 65 milioni del periodo di confronto (+9,3%). Alla luce di quanto sopra, il cost-income ratio, calcolato come rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione, risulta pari a 38,8%, sui livelli del 2024.

Il risultato della gestione operativa si è pertanto attestato a € 735,8 milioni rispetto agli € 620 milioni al 30 settembre 2024 (+18,7%).

A seguito del raggiungimento a luglio 2024 del livello obiettivo del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, è venuto meno il relativo contributo chiesto alle banche che, nel periodo di confronto, aveva gravato per € 21,3 milioni.

 La voce utili/perdite su partecipazioni ha mostrato un saldo positivo di € 31 milioni rispetto agli € 32,6 milioni del periodo di confronto, in prevalenza determinato dal contributo di Arca Holding S.p.A. e Arca Vita S.p.A.

Il risultato complessivo al lordo delle imposte è pertanto di € 750,1 milioni, rispetto agli € 630 milioni del 30 settembre 2024. Detratte infine le imposte sul reddito, pari a € 237,4 milioni, si perviene a un utile netto di periodo di € 512,7 milioni, che si raffronta con gli € 431,9 milioni del periodo di confronto (+18,7%).

Gli aggregati patrimoniali

La raccolta diretta da clientela risulta pari a € 45.258 milioni (+1,7% rispetto a fine 2024). La componente “core”2 della raccolta diretta risulta in incremento, da inizio anno, soprattutto grazie alla crescita dei depositi a vista mentre quella istituzionale registra una contrazione, pur a fronte dell’incremento dei prestiti obbligazionari.

La raccolta indiretta si attesta a € 52.119 milioni rispetto agli € 52.149 milioni di fine 2024 (-0,1%). Il risparmio gestito risulta pari a € 9.270 milioni rispetto agli € 8.312 milioni di fine 2024 (+11,5%), evidenziando flussi netti in termini di raccolta per circa € 722 milioni3, in ulteriore crescita rispetto all’andamento positivo evidenziato nello scorso esercizio. La raccolta assicurativa ammonta a € 2.322 milioni rispetto agli € 2.190 milioni del 31 dicembre 2024 (+6%), con flussi netti positivi pari a circa € 96 milioni3, in significativa crescita rispetto all’andamento, anch’esso positivo, osservato a settembre 2024. Il risparmio amministrato ammonta a € 42.849 milioni rispetto agli € 43.837 milioni del 31 dicembre 2024 (-2,3%). La raccolta complessiva da clientela si posiziona, quindi, a € 99.698 milioni dagli € 98.839 milioni di fine 2024 (+0,9%).

I finanziamenti netti verso clientela cifrano € 35.896 milioni, in lieve crescita rispetto agli € 35.027 milioni di fine 2024 (+2,5%). I finanziamenti netti a clientela classificati in stage 2 si attestano a € 3.896 milioni con un’incidenza sul totale dei finanziamenti netti a clientela del 10,9%, in riduzione rispetto agli € 4.235 milioni di fine settembre 2024.

I crediti deteriorati netti si attestano a € 403 milioni, in leggera crescita rispetto agli € 398 milioni del 31 dicembre 2024 (+1,2%). L’incidenza degli stessi sul totale finanziamenti netti risulta pari all’1,1%, stabili rispetto a fine 2024. I livelli di copertura si confermano particolarmente elevati; quello riferito al totale delle posizioni deteriorate si mantiene al 62% dal 62,3% di fine 2024.

In tale ambito, le sofferenze nette segnano € 59 milioni, con un'incidenza sul totale finanziamenti verso clientela dello 0,16%, sostanzialmente invariata rispetto a quanto registrato a fine 2024 (0,13%). Il grado di copertura delle stesse risulta in leggero calo rispetto alla fine dell’anno precedente, posizionandosi all’82,6%.

Le inadempienze probabili nette sono pari a € 294 milioni, in incremento rispetto a

quanto registrato a fine 2024, con un grado di copertura pari al 55,3%. L'incidenza delle

stesse sul totale finanziamenti si attesta allo 0,8%, in linea con il dato di fine 2024.

Le esposizioni nette scadute e/o sconfinanti deteriorate ammontano a € 50 milioni

dagli € 85 milioni di fine 2024 (-41%), con un grado di copertura che si attesta al 20,9%

rispetto al 18,7% di fine 2024 e un'incidenza sul totale finanziamenti pari allo 0,14%, in decremento rispetto allo scorso esercizio (0,24%). Il tasso di copertura relativo al credito in bonis si è attestato allo 0,82%, pressoché invariato rispetto allo 0,85% consuntivato al 31 dicembre 2024; il livello di accantonamenti delle posizioni classificate in stage 2 è risultato pari a 5,1%, in riduzione rispetto al 6,0% del 31 dicembre 2024.

Le attività finanziarie, rappresentate da titoli di proprietà e derivati, ammontano a € 13.294 milioni, in incremento di € 526 milioni (+4,1%) rispetto a fine 2024. Più in dettaglio: le attività finanziarie detenute per la negoziazione passano da € 174 milioni di fine 2024 a € 247 milioni (+41,7%); le altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value risultano in crescita e pari a € 355 milioni (+7,4%); le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva si portano da € 2.656 milioni di fine 2024 a € 2.965 milioni (+11,6%), mentre il volume delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato si incrementa da € 9.607 milioni di fine 2024 a € 9.727 milioni (+1,2%). Il volume complessivo dei titoli governativi italiani si è attestato a € 6.018 milioni, in incremento (+3,9%) rispetto agli € 5.794 milioni di fine 2024. Con riferimento a quest’ultimo aggregato, il volume dei titoli a tasso variabile si attesta a € 3.127 milioni, in riduzione rispetto ai € 3.866 milioni del 31 dicembre 2024 (- 19,1%). Stabile la quota di portafoglio destinata a titoli di debito ESG che è ora pari a € 2.071 milioni3, con un’incidenza di oltre il 15% sul banking book.

L’evoluzione della gestione è indirizzata dall’attività di direzione e coordinamento esercitata dal Gruppo BPER Banca nel quale Banca Popolare di Sondrio è confluita a seguito dell’esito positivo dell’OPAS completata il 25 luglio u.s.. Grazie al solido andamento dell’attività bancaria caratteristica, all’eccellente efficienza operativa e al rischio di credito sotto controllo, la Banca, pur in considerazione di oneri straordinari legati alla prevista fusione per incorporazione in BPER Banca, si attende di essere nelle condizioni di raggiungere un risultato superiore a quanto previsto dal Piano industriale 2025-2027 approvato nel marzo scorso.

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