15 Ottobre 2025
Fonte: imagoeconomica
Le imprese della componentistica automobilistica hanno presentato uno studio sull’andamento del mercato al Museo dell’Auto di Torino. I dati riportano il primo calo di fatturato da diversi anni, -6% nel 2024, che testimonia il momento di difficoltà dell’intero settore. Solo motorsport e aftermarket, parti minori del business, si salvano.
Secondo gli ultimi dati del rapporto appena pubblicato, nel 2024 le imprese della componentistica auto hanno accumulato un fatturato totale direttamente riconducibile a loro, quindi senza considerare l’indotto, di 55,5 miliardi di euro. La regione in cui queste aziende sono più presenti è il Piemonte, che ospita il 33,6% delle imprese del settore.
Ancora importante, anche se in diminuzione, il ruolo che le aziende di Exor hanno per queste imprese. Il 68,6% del portafoglio ordini è dipeso infatti da Stellantis o da Iveco (nel 2024 ancora di proprietà degli Agnelli-Elkann, ma ora venduta a Tata Motors). In passato, però, la preponderanza di questi gruppi era stata molto maggiore, oltre il 70%. Entrambi questi dati sono sintomo del periodo di crisi che l’automotive italiano sta affrontando. Stellantis è in difficoltà da anni e sta solo negli ultimi mesi cominciando a riprendersi.
Il rapporto segnala però anche che, se il core business delle aziende di componentistica fatica, i due segmenti secondari in cui operano stanno andando bene. L’aftermarket, vale a dire la vendita di componentistica per i ricambi e le riparazioni, e il motorsport offrono sbocchi ulteriori alle società che riescono a diversificare in questo senso.
La vera speranza, però, arriva dalla Cina, secondo gli imprenditori. L’ingresso delle case automobilistiche cinesi in Europa è considerato di alta rilevanza per il mercato dal 52% delle aziende, contro il 39% dello scorso anno.
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