02 Ottobre 2025
Secondo i dati Istat, ad agosto 2025 il tasso di occupazione aumenta rispetto ad agosto 2024 (+103mila occupati in un anno), per effetto della crescita dei dipendenti permanenti (+208mila) e degli autonomi (+139mila) e del calo dei dipendenti a termine (-245mila). Il numero di occupati, pari a 24 milioni 170mila, è in calo rispetto al mese precedente, luglio 2024. Diminuiscono i dipendenti permanenti (16 milioni 432mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 516mila) mentre crescono gli autonomi (5 milioni 223mila).
Su base mensile, il tasso di occupazione cala al 62,6%, quello di disoccupazione è stabile al 6,0% e il tasso di inattività sale al 33,3%.
I dati sull’occupazione dell’ISTAT mostrano una contrazione congiunturale, ma una tendenza apparentemente ancora in crescita:
Se si osservano però i dati relativi al solo 2025, si nota che il tasso di occupazione è sostanzialmente rimasto identico da gennaio. Il dato è il 62,7%, leggermente ecceduto a luglio (62,8%) e leggermente inferiore ad agosto (62,6%).
A diminuire ad agosto, secondo quanto evidenziato da ISTAT, sono soprattutto i lavoratori dipendenti, sia a termine che con contratti a tempo indeterminato, mentre crescono i lavoratori autonomi.
Continua invece ad aggravarsi il problema dell’occupazione femminile. Non solo il tasso di occupazione delle donne è molto basso nel nostro Paese, ma cresce anche a un terzo della velocità di quello maschile.
Nel 2025 il mercato del lavoro italiano ha fatto segnare un’importante inversione di tendenza in negativo. Dopo circa 12 anni di continua crescita grosso modo stabile, escluso il periodo della pandemia da Covid-19, che ha compromesso i dati, da gennaio il tasso di occupazione ha smesso di crescere.
Si tratta del più lungo periodo di stagnazione di questo dato dalla crisi del 2008 e segnala un cambiamento molto importante. Negli ultimi anni infatti, la crescita dell’occupazione in Italia è stata eccezionale non perché particolarmente più alta rispetto ai periodi precedenti, ma perché associata a una crescita economica molto bassa.
Questo significa che ogni nuovo assunto è molto meno produttivo della media delle persone che già lavorano. Secondo la Banca d’Italia, questo fenomeno è spiegabile con una mancanza di investimenti da parte delle aziende, che preferiscono assumere più persone per aumentare la produzione, piuttosto che aggiornare i propri sistemi produttivi.
La stagnazione del tasso di occupazione, unita a una crescita del PIL, benché modesta (per il 2025 è stimata al +0,5%), potrebbe significare un’inversione di tendenza in questo atteggiamento delle imprese.
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