29 Luglio 2025
Amundi ha registrato afflussi netti ben oltre le previsioni nel secondo trimestre del 2025, sostenuti dalla crescente domanda di fondi indicizzati e dalla ripresa della sua joint venture in India.
Tra aprile e giugno, il gruppo controllato da Crédit Agricole ha attirato 20,4 miliardi di euro in nuovi capitali, quasi il doppio rispetto ai 10,5 miliardi stimati in media dagli analisti. Questo risultato ha spinto gli asset in gestione a un nuovo massimo storico di 2,27 trilioni di euro.
La spinta è arrivata sia dalle strategie passive che da quelle attive, con particolare interesse verso i mercati europei. A investire sono stati soprattutto investitori istituzionali e distributori terzi, secondo quanto comunicato dalla società.
"Quello che abbiamo osservato nella prima metà dell'anno è stato, innanzitutto, il rimpatrio e la diversificazione delle allocazioni da parte di molti clienti europei", ha spiegato l’amministratrice delegata Valérie Baudson durante una conference call con la stampa. "In particolare, è stato rimpatriato un notevole volume di capitali precedentemente investiti fuori dall'Europa. Abbiamo inoltre registrato un forte interesse anche da parte di clienti americani e asiatici", ha aggiunto.
Oltre agli afflussi netti, Amundi ha beneficiato di un effetto mercato positivo di 57 miliardi di euro, grazie al rialzo dei prezzi degli asset che ha aumentato il valore dei portafogli. Questo ha contribuito a compensare un impatto valutario negativo di 48 miliardi, dovuto al deprezzamento del dollaro e della rupia indiana rispetto all’euro.
Sul fronte dei profitti, l’utile netto rettificato del secondo trimestre è sceso del 4,5% a 334 milioni di euro. Un calo legato all’aumento temporaneo della tassazione sulle grandi imprese in Francia, che – secondo quanto riferito dal gruppo – costerà ad Amundi 72 milioni di euro nel 2025, di cui 54 milioni già contabilizzati nella prima metà dell’anno.
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