22 Luglio 2025
Si avvicina un passaggio cruciale per l’Ops lanciata da UniCredit su Banco BPM. Dopo il periodo regolamentare di quarantacinque giorni, comprensivo del mese di sospensione concesso da Consob, l’offerta giungerà a scadenza mercoledì 23 luglio. Il Consiglio di amministrazione di UniCredit, guidato dall’amministratore delegato Andrea Orcel, è atteso martedì 22 per una decisione sulle prossime mosse strategiche.
Secondo fonti di mercato, tra le ipotesi in discussione vi sarebbe una revisione dell’offerta per superare gli ostacoli normativi ancora aperti. Una parte rilevante degli investitori istituzionali sembrerebbe favorevole al completamento dell’operazione, che viene ritenuta coerente con il disegno industriale di UniCredit.
Un’ulteriore sospensione dei termini, simile a quella già concessa in primavera, appare poco probabile. Consob avrebbe infatti espresso riserve su un’eventuale proroga non accompagnata da modifiche sostanziali all’offerta. Di conseguenza, si valuta un possibile rilancio con proroga tecnica di circa due settimane, che consentirebbe al gruppo bancario di ricalibrare l’offerta.
Nel fine settimana, tuttavia, è emersa una terza ipotesi: lasciar decadere l’attuale Ops per poi rilanciarne una nuova nei giorni successivi. Questa soluzione consentirebbe a UniCredit di ripresentare l’offerta in una forma rivista, eventualmente modificando non solo il prezzo ma anche la struttura complessiva dell’operazione, rendendola sostanzialmente diversa rispetto alla proposta annunciata lo scorso novembre.
Un elemento centrale resta la questione del golden power. Il Tar del Lazio ha recentemente annullato due delle quattro prescrizioni contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio emesso a Pasqua, determinando di fatto la decadenza dell’intero provvedimento. In parallelo, la Dg Comp ha espresso perplessità riguardo alle condizioni imposte dal governo italiano a UniCredit.
Il governo italiano ha ora venti giorni lavorativi per rispondere formalmente alla Commissione, termine che scadrà l’11 agosto. Successivamente, spetterà all’Antitrust europeo esprimere un parere, con tempi che possono variare: in un precedente caso analogo, riguardante Vig/Aegon in Ungheria, furono sufficienti quindici giorni per concludere il processo.
In questo contesto, una nuova formulazione dell’Ops permetterebbe a UniCredit di attendere l’esito dell’iter istituzionale. Tuttavia, il venir meno dell’offerta attuale farebbe decadere anche le limitazioni previste dalla passivity rule, che finora hanno impedito a Banco BPM di valutare alternative strategiche.
In uno scenario di riapertura del confronto, Banco BPM potrebbe considerare opzioni alternative. Un’eventuale fusione con Monte dei Paschi di Siena, già ipotizzata nel 2024, appare al momento poco praticabile, anche alla luce del coinvolgimento diretto di MPS in altre operazioni strategiche, come la scalata a Mediobanca.
Attenzione viene invece rivolta verso Crédit Agricole, che detiene attualmente il 19,8% di Banco BPM e ha recentemente chiesto alla Banca Centrale Europea l’autorizzazione a superare la soglia del 20%. Forte di relazioni consolidate con il Tesoro italiano, l’istituto francese potrebbe valutare nuove iniziative, tra cui uno scambio tra azioni Banco BPM e parte della rete di sportelli in Italia.
Nonostante l’incertezza regolamentare, UniCredit mantiene una linea attiva nelle operazioni di crescita per linee esterne. Oltre al dossier Banco BPM, il gruppo bancario continua a monitorare Commerzbank, dove detiene già una partecipazione prossima al 20%. A Francoforte, nonostante le riserve espresse dalla banca tedesca e la contrarietà manifestata dal cancelliere Friedrich Merz, UniCredit starebbe valutando di incrementare la quota fino al 28%, convertendo l’ultima tranche di derivati.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia