02 Luglio 2025
Mediobanca, l'accordo di consultazione è sceso al 7,07%, a seguito dell'uscita Mediolanum (3,5%), della famiglia Acutis (0,27%) e dopo la riduzione della quota di Gavio e Pittini. L’accordo del 1956, originato per rafforzare il controllo della banca d’affari di Enrico Cuccia, è stato, di recente, abbandonato da alcuni partecipanti. Innanzitutto, vi è stata l’uscita da parte della famiglia Doris, che ha ceduto ad investitori istituzionali la sua intera quota del 3,5% di Mediobanca. In aggiunta, anche lo 0,2% in possesso della famiglia Gavio, lo 0,27% appartenente a Vittoria Assicurazioni e lo 0,42% di Pittini sono stati messi in vendita. L’abbandono di Mediolanum ha portato il patto di Mediobanca a scendere al 7,07%.
Da una parte i livelli record toccati dal titolo Mediobanca possono invogliare gli azionisti (infatti, dopo la cessione della quota Doris, è stato perso il 4,21% anche se da inizio anno ha guadagnato il 40% sull’onda dell’ops Montepaschi). Dunque, le condizioni attuali si rivelano particolarmente adatte a una strategia di monetizzazione. D’altro canto, nonostante l'ops risulti poco attrattiva per via dello sconto del 5,5%, questa, in ogni modo, giova di un forte sostegno da parte del governo italiano. Per molti soci storici della banca d’affari, infatti, rimanere legati al patto vorrebbe dire essere vulnerabili rispetto a una dinamica politicamente sensibile. Ovverosia, in tal caso, un eventuale rifiuto all’adesione potrebbe ritorcersi contro. Sembrerebbe più efficace abbandonare il patto prima che la situazione richieda interventi più critici. Mediobanca osserva con sentimenti ambivalenti l’allontanamento di alcuni azionisti di lungo corso. Nonostante l’assottigliamento del patto crei inquietudini, il collocamento delle quote sul mercato e non in mani potenzialmente ostili è stato interpretato come un segnale rassicurante, seppur con la dovuta cautela. Questo cambio di proprietà potrebbe contribuire a rafforzare la componente degli investitori istituzionali, destinata a diventare un utile contrappeso alla crescente frammentazione del patto.
Sono state avvertite delle speculazioni in merito al fatto che altri componenti potrebbero lasciare il patto. Si pensa, infatti, che altri componenti potrebbero maturare la stessa decisione presa da Mediolanum e Vittoria Assicurazioni. Non è escluso che i fondatori di Mediolanum decidano di incassare anche lo 0,96% di Mediobanca in portafoglio alla cassaforte della holding Finprog. L’attenzione si concentra anche su alcuni aderenti al patto, tra cui la famiglia Monge (attivi nel settore del pet food) che nel 2021 ha conferito l’1,16% del capitale, i Ferrero (0,69%), i Lucchini (0,56%), l’imprenditrice Isabella Seragnoli (0,23%) e Romano Minozzi (0,1%), il quale nei mesi scorsi ha espresso un parere favorevole sull’ops lanciata da Monte dei Paschi. Anche se Alberto Pecci è appena diventato nuovo presidente del patto dopo la scomparsa di Angelo Casò, non è impossibile che anche il gruppo toscano, che possiede lo 0,56% di Piazzetta Cuccia, non stia effettuando le sue valutazioni in merito. Muoversi intercettando le tempistiche adeguate è sicuramente una priorità per gli azionisti. Infatti, l’attuale contesto sia politico che economico necessita di una certa rapidità, che potrebbe consentire di evitare l’erosione del valore d’investimento. Si attendono gli sviluppi di un periodo che risulterà essere certamente cruciale. Infine si informa che Unicredit ha modificato il calendario, anticipando l’approvazione della semestrale dal 28 al 22 luglio, data che precede la conclusione dell’ops su Banco BPM e l’ultima possibilità per il ritiro dell’offerta.
Finpriv (1,72%); Monge & C (1,16%); Finprog Italia (0,96%); Sareco RE S.A. -Gruppo Ferrero- (0,69%); Gruppo Gavio (0,42%); Gruppo Lucchini (0,56%); Gruppo Pecci (0,56%); PLT Holding Srl (0,48%); Gruppo Aspesi (0,33%); MAIS S.p.A. (0,23%); Valsabbia Investimenti Srl (0,14%); AFL Srl (0,13%) Romano Minozzi (0,11%).
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia