07 Dicembre 2021
Villa Beatrice (fonte Wikipedia)
Bernard Arnault, patron del Gruppo Lvmh, ha acquistato Villa Beatrice nel polmone verde del Parco di Portofino. La sua torretta svetta a picco sul mare sopra Punta Caiega e per arrivare nella storica dimora bisogna percorrere la Passeggiata dei Baci, un romantico sentiero che costeggia dall’alto la strada carrabile.
Antesignano e stratega dell’aggregazione di brand del lusso e di settori trasversali del lifestyle, dalla moda (Louis Vuitton, Christian Dior, Loro Piana…) ai gioielli (Tiffany, Bulgari), dagli orologi (Tag Heuer, Hublot) ai vini e champagne (Veuve Clicquot, Dom Pérignon), fino all’hôtellerie, Bernard Arnault sostiene da sempre che l’esperienza sia il motore del lusso e l’esperienza per eccellenza è quella dell’ospitalità.
La privacy, il panorama mozzafiato e l'eleganza di villa Beatrice a Portofino hanno conquistato Arnault che l'ha comprata tramite il marchio Belmond, catena di hotel internazionale acquistata nel 2018 dalla holding LVMH della famiglia Arnault. Il prezzo ammonterebbe a 55 milioni di euro.
La villa, progettata dal celebere architetto Gino Coppedè, venne eretta intorno al 1913 su commissione di Attilio Odero, senatore e imprenditore attivo nella cantieristica navale. Nel secondo dopoguerra la residenza passò a Enrico Piaggio, figlio di Elena Odero, quindi alla famiglia Tonolli e ai Costa-Ardissone.
La villa sorge in posizione panoramica a picco sul mare sul promontorio di punta Cajega e dispone di un grande giardino immerso nel parco naturale regionale di Portofino, istituito nel 1935.
Di stile eclettico dalle ispirazioni neogotiche, riprende le fattezze di un castello. Il fabbricato, sviluppato su quattro livelli, è caratterizzato dalla giustapposizione di una torre. Logge, balconi aggettanti e bifore formano parte dell'apparato decorativo. Il rivestimento delle facciate è in pietra, intonaco decorato con inserti di piastrelle colorate e cemento bianco.
Con l’acquisto da parte di Lvmh del Gruppo Belmond (ex Orient Express), nel portafoglio di Arnault vi sono ora 47 proprietà in 24 Paesi, con alcune meraviglie del territorio italiano: dal Cipriani di Venezia al Romazzino in Costa Smeralda (ultima partnership appena annunciata, insieme all’Hotel Pitrizza con il brand Cheval Blanc), dalla Casa degli Atellani con annesse Vigne di Leonardo a Milano allo Splendido di Portofino.
Costruita su tre piani, con copertura a spioventi, Villa Beatrice è a forma di parallelepipedo ed è circondata da un giardino di seimila metri quadri. Il rivestimento è in pietra, intonaco decorato con inserti di piastrelle colorate e cemento bianco. La fiabesca torretta, coronata da una loggia protetta da un tettuccio a spioventi, è stata progettata dall’architetto Gino Coppedè intorno al 1913. Suoi lo spettacolare castello Mackenzie di Genova, i palazzi e i villini detti “delle Fate” nel quartiere alto borghese di Roma conosciuto proprio come Coppedè, gli arredi di prima classe per piroscafi e transatlantici quali il Conte Rosso, il Conte Verde, il Conte di Savoia (con gli intarsi di Gino Severini e gli arazzi di Massimo Campigli nel salone centrale) in collaborazione col fratello Carlo. Un intreccio di citazioni barocche e motivi déco, spesso eccentrici, che entusiasmavano i committenti dell’epoca.
Il primo ad abitare la villa fu Attilio Odero (1854-1945), senatore e industriale siderurgico: a lui si deve l’apertura dei cantieri dove vennero costruiti i primi caccia torpedinieri per la Marina Italiana. All’inizio del secolo scorso, Odero comprò dai baroni Baratta un lotto di terreno molto esteso e qui costruì il suo castelletto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’immobile divenne la residenza di Enrico Piaggio, figlio di Elena Odero, imprenditore illuminato che mise gli italiani in sella alla Vespa e, successivamente, della famiglia Tonolli. Personaggi protagonisti della ricostruzione, che hanno dato molto a Portofino anche in termini economici. Gli ultimi proprietari di Villa Beatrice sono stati i Costa-Ardissone, dall’albero genealogico decisamente ramificato: Luigi Costa, sub appassionato, business nell’olio d’oliva e sua moglie Carla Ardissone, erede di Vincent già direttore dell’Ilva e presidente del Genoa Calcio negli anni Trenta. Grazie a loro, la villa liberty di Gino Coppedè che guarda verso l’orizzonte è stata scenario di cene e feste, organizzate quasi sempre per beneficenza.
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