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Nuovo codice appalti 2023, cosa cambia: affidamento diretto con soglia a €5,3 mln e subappalto a cascata

Il nuovo codice, definitivo solo da ieri, comincia già a dividere

29 Marzo 2023

Ponte sullo stretto, Salvini: "Sì farà, l'obiettivo è finirlo entro 5 massimo 6 anni"

Matteo Salvini, fonte Imagoeconomica

Il nuovo Codice degli appalti 2023 non è ancora entrato in vigore e inizia già a dividere. Il testo, infatti, è definitivo solo da ieri, dopo il passaggio al Consiglio dei ministri, ma ha già creato una spaccatura importante.

Codice degli appalti 2023, le novità introdotte

Non si arresta l'iter del nuovo Codice degli appalti. Sarà presente in Gazzetta ufficiale entro il 31 marzo ed entrerà in vigore il primo luglio. Il Codice del governo Meloni sarà il caposaldo del Pnrr. Meno centrale si prospetta invece il decreto Semplificazioni di Draghi che non si applicherà al Pnrr. Rimangono, tuttavia, nell'orbita del nuovo Codice, alcune norme volute per il Pnrr come l'obbligo di aggregazione per i Comuni che non sono capoluogo per gli affidamenti sopra i 500 mila euro. Per gli appalti inferiori a questa cifra le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per quelle qualificate. 

Il Codice degli appalti è la normativa che disciplina i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società incaricate, generalmente al termine di una gara, a svolgere determinate opere pubbliche.

Per questo il passaggio che risulta più divisivo è quello relativo alla soglia per gli appalti senza gara che sale fino a 5 milioni e 380 mila euro. Per il ministro delle Infrastrutture si tratta di una brillante mossa logistica: "si risparmiano da sei mesi a un anno di tempo". Meno entusiasti i sindacati che temono una crescita di "cartelli, corruzione e poca trasparenza".

Secondo il Sole 24 ore, con le nuove norme, il 98% dei lavori pubblici sarà senza gara. Nel 2021, infatti, fra le 62.812 procedure per l’assegnazione di lavori pubblici, il 98,27% era sotto i 5 milioni di euro, cifra che con il nuovo Codice rappresenta la soglia per gli appalti senza gara. La novità principale è rappresentata, infatti, da una divisione in soglie: per gli appalti sotto i 150 mila euro si parla di un regime di affidamento diretto; per quelli sotto il milione di euro avverrà una procedura negoziata senza bando ma con cinque inviti, che si alzeranno a dieci per gli appalti dal valore compreso fra 1 e 5,3 milioni di euro.

Nel testo è prevista anche l'introduzione del cosiddetto subappalto 'a cascata', ossia il subappalto del subappalto. Nel Codice sarà affidato il compito alla stazione appaltante di decretare, caso per caso, l'ammissibilità del subappalto a cascata, tenuto conto della natura e della complessità delle lavorazioni. 

Il nuovo Codice degli appalti avrà un impatto da 200 miliardi all'anno di appalti pubblici distribuiti tra lavori ordinari e straordinari. Avrà il compito di impattare su lavori di manutenzione di cantieri ferroviari e autostradali, appalti per mense e ospedali, fino ad arrivare al Giubileo di Roma e il Ponte sullo Stretto. Molto particolare anche la norma presente nel Codice definita "prima l'Italia", che fissa dei criteri premiali per il valore percentuale dei prodotti italiani o UE. 

Le reazioni di Salvini e dei sindacati

Il primo ad esultare è stato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: "il nuovo Codice degli appalti è una rivoluzione: snellisce, accelera, semplifica. Uno strumento rivoluzionario in mano a imprenditori e sindaci".  

Meno entusiasti i sindacati. Cgil e Uil scenderanno in piazza il primo aprile in protesta, mentre la Cisl dichiara: "Torniamo indietro di 50 anni in termini di legalità, trasparenza e tutela dei lavoratori". Nel frattempo si esprime dubbioso anche Giuseppe Busia, presidente dell'Anac, Autorità anticorruzione: "soglie troppo elevate per gli affidamenti diretti rendono meno controllabili gli appalti minori".

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