30 Gennaio 2023
fonte: pixabay
Settimane fa l'Italia aveva definito "inaccettabile" l'etichetta da apporre sulle bottiglie di vino con riferimento a "possibili danni alla salute". Anche Spagna e Francia esprimono la loro contrarietà alla richiesta avanzata dall'Irlanda. "E' una questione che deve essere risolta all'interno dell'Unione Europea", spiega il ministro dell'Agricoltura.
Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia a livello europeo, che sulle bottiglie di vino potrebbe divenire obbligatoria un’etichetta analoga a quella dei pacchetti di sigarette: “nuoce alla salute”. L’autorizzazione arriva alla Commissione d’Irlanda, ma alcuni paesi dell'Ue iniziano ad opporsi. In prima linea l'Italia, seguita da Spagna e Francia. Ai sensi della vigente normativa europea, la legge irlandese sarebbe dunque stata bloccata, in attesa della disciplina Ue.
"Bere alcol provoca malattie del fegato". O ancora "Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali". Queste alcune delle frasi che presto potremmo leggere sulle etichette delle bottiglie di vino, birra e di altri alcolici venduti in Irlanda, come già avviene sui pacchetti di sigarette. Un precedente che potrebbe essere seguito da altri paesi del Nord Europa, dove l'alcolismo è un grave problema sociale.
Secondo gli stati promotori di vino, quali Italia, Spagna e Francia, "si tratta però di vero e proprio terrorismo, perché una cosa è il consumo consapevole, un'altra l'abuso". Il vino, come spiegano gli esperti, apporta anche benefici, contiene infatti principi attivi che riducono l'invecchiamento cellulare e altri effetti negativi. Inoltre aiuta a mantenere l'equilibrio dei processi infiammatori.
E mentre il parlamento irlandese è in procinto di approvare una legge, nominata "Public Health Alcohol Labelling Regulations", per imporre l'obbligo di riportare sulle etichette indicazioni relative al cancro, alle donne in gravidanza e alle malattie del fegato, la Commissione Europea ha lasciato scadere i termini per opporsi alla decisione di Dublino.
A rischio, per quanto riguarda l'Italia, c'è un mercato che, come ricorda Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, "vale 14 miliardi di euro con oltre il 70% di etichette Docg, Doc e Igt e che dà lavoro a 1,3 milioni di persone". Ad opporsi, non sono però solo i produttori italiani, ma quelli di ben 9 Paesi europei, compresi i nostri maggiori competitor Francia e Spagna.
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