Economia, Finanza
17 Dicembre 2022
Fonte: Borsa Italiana
A Piazza Affari il FTSE MIB incassa un ripiegamento dell’1,41% in cinque sedute e una pioggia di dati in caduta da ogni parte. La doccia fredda arrivata dalla BCE in modalità era attesa, ma forse non una simile durezza. Anche in Usa prevale l’insoddisfazione. Dunque i risparmiatori privati top scappano nei fondi hedge e tutti gli altri si preparano ad approfittare della pausa natalizia per rivedere gli investimenti familiari. In tutte le direzioni: dall’immobiliare ai beni rifugio. E e scegliendo strumenti e investimenti ‘ombrello’.
La presidente BCE Christine Lagarde ha annunciato venerdì un rialzo dei tassi di 50 punti base, inferiore alle attese degli osservatori. Ma ha avvertito che seguiranno altri rialzi a raffica. E accompagnati da nuove sferzate a proposito di titoli di stato. Molti autorevoli operatori finanziari, anche istituzionali, pensavano che la BCE avrebbe mantenuto un tono meno aggressivo della FED, com’è suo costume. D’altra parte la Lagarde non aveva mai usato toni davvero decisi. La nuova modalità ‘falco’ è stata una sorpresa, ha spiazzato tutti gli spettatori in presenza e in streaming. Ma ancor più il comunicato di accompagnamento, vergato con toni di ghiaccio senza precedenti. Che hanno confermato la nuova posizione della Lagarde: è divenuta ostaggio dei banchieri del nord Europa, che sembra avessero chiesto da subito un rialzo di 75 punti. Signore e signori, ecco a voi la nuova BCE in versione ice, poco incline alle indulgenze e soprattutto agli sconti. E la nuova Lagarde-falco, super intransigente con gli stati del Sud Europa.
Davanti a una platea esterrefatta, la Presidente BCE ha annunciato il rialzo dei tassi a 2.50% sui finanziamenti e a 2% sui depositi. Ma poi ha proseguito. Sottolineando che i tassi devono essere portati significativamente più in alto ad un ritmo costante, per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi, che consentano di contenere l’inflazione al 2%. Allinearsi alla strategia della Fed, ora significa affamare molte famiglie. Ma vediamo la seconda pillola amara servita dalla Bce questa settimana. Per quattro mesi la banca centrale lascerà scadere, senza rinnovarli, ben 15 miliardi al mese di titoli di Stato. Cosa farà dopo, chissà. E comunque se ne parlerà a giugno. Questa scelta che riguarderà soprattutto l’Italia, aggiunta al drenaggio monetario causato dal rialzo dei tassi, causerà un aggravamento della recessione europea. Una notizia ferale per noi, ma anche per la Germania, attualmente in ginocchio come sistema produttivo, a causa del caro bollette. Mentre il dato medio nell’Eurozona, nella sua totalità, potrebbe addirittura risultare positivo, pari a +0,5%.
I mercati hanno subito risposto alla Lagarde iniziando a scontare almeno altri due o tre rialzi della stessa portata in tema di politica monetaria restrittiva. L’indice di Piazza Affari FTSE MIB è tornato vistosamente sotto i 24 mila punti. L’indice Eurostoxx 50 che era andato molto bene per due mesi, ha subito un tonfo epocale del 3,51%, rompendo il supporto a 3.900 punti. Il rendimento del bund decennale tedesco è passato, nel giro di due ore, da 1,93% a 2,10%. Mentre il nostro Btp decennale è schizzato da 3,90% a 4,15%. A Wall Street l’indice S&P500 ha incassato un ribasso del 2.49% dopo un -0,61% nella giornata precedente, fiaccata dagli annunci sempre negativi della Fed. Il Nasdaq ha fatto anche peggio, chiudendo a -3,37%. Ma è chiaro che i mercati continentali sono spaventati anche da altri dati. Come per esempio il rialzo dei prezzi al consumo nell’area euro, che sono saliti del 10,1% su base annua. E l'andamento di alcuni indici americani, il Pmi servizi e i Pmi manifatturiero, scesi dell’1,8% e dell’1,5% a novembre, mentre Wall Street chiude il peggiore anno della sua storia dal 2008.
Per chi sta riflettendo sul portafoglio di investimento del 2023 la partita si fa, insomma, piuttosto difficile. Chi può, scappa dalla borsa americana che dall’inizio dell’anno sconta un ribasso del 18,2% e investe in fondi hedge. Attenzione ai fondi. Una norma fiscale americana potrebbe creare effetti disastrosi per chi investe in fondi di gestori italiani che hanno in portafoglio attività finanziarie emesse da partnership di diritto Usa. Perchè potrebbero arrivare ritenute del 37,5% sugli utili di competenza del socio estero. Che sarebbero certamente scaricati a valle sugli investitori finali. Per i piccoli patrimoni la strada giusta è sempre la diversificazione, con prevalenza di titoli di stato italiani o stranieri con buon rating. Poi c'è il prudente investimento in Etf che replicano indici generali o settoriali. Per gli appassionati di fondi, a Piazza Affari cresce la reputazione di quelli targati Azimut, mentre il gruppo Anima sembra aver perso il suo ottimo appeal. Azimut fra l’altro si prepara a una proficua partnersnip con Unicredit. Costituiranno in Irlanda una società di gestione che svilupperà nuovi prodotti di investimento da distribuire da noi attraverso la rete di Unicredit. Che speriamo non rivenda a prezzi troppo alti.
FTSE MIB perde l’,141% in cinque sedute. Con BCE in modalità ‘falco’ e numeri negativi a pioggia, meglio scegliere titoli, fondi e strumenti ‘ombrello’. Per chi è a caccia di occasioni da cassetto, attenzione ai titoli bancari italiani senza la dote di una buona patrimonializzazione. Il CET 1 ratio medio deve attestarsi intorno al 12,3% per stare tranquilli. Tanto per fare un esempio, Intesa è a 12.7% e Unicredit tocca il 15,4%. Per chi se la sente di azzardare qualche rischio, ci sono i bond giapponesi e i titoli di stato turchi con rendimenti a due cifre (13,7 a un anno e 10,4 a due anni). Sembra interessante anche il certificato Cash Collect Memory di Bnp Paribas con data di osservazione 15 novembre 2025, che permette di ottenere un rendimento anche quando una parte dei titoli bancari previsti nel basket viaggiano al ribasso, vengono stabiliti dei ‘livelli barriera’. In teoria l’investitore dovrebbe ottenere un rendimento complessivo pari al 28,4% in tre anni. Attenzione invece ai titoli tecnologici come Apple, Meta e Alphabet, che nei giorni scorsi hanno ceduto quasi il 5%. Per chi preferisce investire sul mattone ai fini speculativi e non abitativi, è ora di accelerare al massimo sui mutui. L’anno prossimo saranno erogati a prezzo più alto e con maggiore difficoltà. Perchè sta arrivando un cospicuo inasprimento degli standard sulla concessione dei prestiti.
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