27 Settembre 2022
Siamo entrati nella stagione autunnale ed è quindi tempo di celebrare la vendemmia in Italia e soprattutto in Piemonte. Una cantina tra le prime venti d’Italia per fatturato, sei tra le prime quaranta e tutte disposte in un fazzoletto di terra tra Santo Stefano e Cossano Belbo, Costigliole d’Asti, Canelli e Castel Boglione, nella zona delle Langhe, dell’Asti Docg e Moscato d’Asti. Nel resto della regione le imprese sono mediamente piccole, spesso poco strutturate, a conduzione familiare, però solide e assai redditizie. Sono queste le caratteristiche delle cantine piemontesi che emergono dal Report Vino 2022 di Mediobanca. Le aziende ai vertici di fatturato e bottiglie prodotte sono altrove, nella Toscana delle famiglie nobiliari, nel Veneto del Prosecco, nel Trentino del Trento Doc e nelle cooperative dell’Emilia-Romagna, ma il modello piemontese si conferma un grande successo, con un Roi (ritorno sugli investimenti) dell’8,2%, quasi doppio rispetto alle venete (5,5%) e alle toscane 4,4%). Piemonte in vetta anche per margini industriali (9,8% l’ebit margin), secondo solo alla Toscana, primo per esportazioni (72,2%) e anche per rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto netto (Clup) pari al 38,7%. Se la redditività media del vino piemontese sfiora il 10%, nel distretto del Barolo l’Ebitda supera ampiamente il 20%. Un dato che ha attirato investitori da ogni parte del mondo, nonché un certo numero di imprenditori già ben inseriti nel settore che stanno cercando di insediarsi nel tessuto territoriale.
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