16 Settembre 2022
Fonte: Imagoeconomica
La politica al tempo della globalizzazione capitalistica si caratterizza anche in un secondariamente per il fatto che a essere realmente sovrani sono i mercati, soprattutto i mercati finanziari, i quali impongono dall'alto le loro decisioni presentandole come necessità sistemiche che non possono essere eluse. Per questo, il nostro si lascia inquadrare come il tempo della spoliticizzazione, per riprendere la fortunata espressione di Carl Schmitt.
Il rapporto tra finanza e politica appare a senso unico: la finanza interviene ininterrottamente nella vita degli Stati, condizionandoli e dirigendoli; per converso, gli Stati non possono in alcun caso intervenire nella vita della finanza e delle banche, che operano con sovranità assoluta. Ecco che il grande gruppo di investimenti straniero Goldman Sachs irrompe ancora una volta nella vita pubblica italiana. E lo fa questa volta con una profezia che in verità suona come una minaccia: con lo stop del gas Russo, le bollette degli italiani potrebbero presto arrivare anche a 590 euro. Insomma, Goldman Sachs ci fa sapere che procede celermente il piano di distruzione dei ceti medi e delle classi lavoratrici, coerente con la globalizzazione turbocapitalistica e con i desiderata della plutocrazia neoliberale. Non passi sotto silenzio: la distruzione dei ceti neri e delle classi lavoratrici rientra a pieno titolo nel programma del capitalismo finanziario, che mira a produrre una immensa plebe sradicata e privata di ogni diritto. Una plebe che proprio per via della sua condizione risulta meglio governabile dal potere stesso, che potrà disporne come meglio riterrà.
di Diego Fusaro
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