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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

BCE alza i tassi, spread sopra i 230 punti, borse a picco. Il fallimento dell'Europa e dell'Italia, tra riforme non fatte, politiche industriali e sociali sbagliate, crescita mancata e debito incontrollato

L'Europa che implode, senza strategia, un grande e cieco incompiuto, in guerra contro il nostro primo fornitore di beni di prima necessità (grano, gas e petrolio) a beneficio di Usa e Cina. Cosa penserebbero i Padri Fondatori della CEE?

10 Giugno 2022

bce

Che a luglio sarebbero stati innalzati tassi di interesse si sapeva già da marzo, ma la teoria secondo cui l'inflazione galoppante sarebbe stata transitoria e si potesse per questo lasciare i tassi inchiodati a zero in attesa di recupero, è stata una convinzione di pochi. Una tentazione troppo forte per Christine Lagarde, che ieri ha deciso di non aspettare luglio e innalzare i tassi di interesse. Lo Spread BTP Bund infatti ieri ha superato quota 230.

Hanno dovuto rivedere tutto, tutte le loro previsioni, tutti i loro propositi. Però hanno deciso di adottare comunque la strategia dell'incremento graduale, sempre con la speranza di poter abbassare la guardia presto.
E sono lontani i tempi del "whatever it takes" di Draghi, quando bisognava comprare titoli italiani ad ogni costo.

BCE alza i tassi e Spread: c'è chi scrive che è "colpa di Putin"

La cosa singolare che ormai, all'incremento dei tassi, la maggior parte dei mainstream occidentali da la colpa a Vladimir Putin. È così che ne parla Repubblica.

Sarebbe stato lui ad aver scatenato una guerra in grado di vedere l'innalzamento del prezzo del gas, petrolio, fertilizzanti, grano e mais. Ma non solo, anche dell'acciaio che mina la maggior parte delle pubbliche e medie imprese italiane e tedesche. Il prezzo dell'acciaio infatti, laddove reperibile, è talmente elevato da aver dato un colpo in testa all'industria italiana.

Infatti nei primi 11 mesi del 2021 secondo i dati Siderweb su Eurostat, l'Italia importato dal Ucraina 5,18 milioni di tonnellate di acciaio che sono aumentate del 77,6%. Si tratta di semilavorati oppure di materia prima. Con la guerra inoltre si sono registrati 150 o 200 euro di rincaro alla tonnellata: un costo insostenibile.

Ma la questione dell'acciaio non è l'unica. Molti analisti hanno infatti sottolineato già a marzo scorso che l'incremento dei prezzi delle materie prime è precedente alla guerra e per alcuni generi alimentari, addirittura precedente alla pandemia. Per quanto concerne le materie prime legate ad impianti estrattivi, questi hanno subito un'impennata proprio durante il periodo pandemico. Infatti la chiusura degli impianti estrattivi causò già nel 2020 un incremento dei prezzi, sicuramente peggiorato dopo due anni di pandemia e in coincidenza con la chiusura dei porti ucraini che smistano la maggior parte della materia prima.

BCE alza i tassi e Spread: Fallimento dell'Europa?

Ma come aveva reagito l'Europa a quei rincari di materie prime? Con un nulla di fatto. La politica dei prezzi è rimasta a zero come i tassi. E mentre alcuni economisti riflettevano già da tempo, in particolar modo dopo il crollo dello yen giapponese, sulla necessità di non fare l'errore della Banca centrale del Giappone, cioè tenere i tassi a zero nonostante la stagflazione, la BCE non ha voluto recepire il messaggio. La rinuncia all'acquisto dei Bond infatti implicherà da una parte l'incremento dei tassi sui titoli di stato dei maggiori paesi europei, dall'altra parte l'insicurezza di investitori esterni che potrebbero smettere di acquistarli. E dunque? I tassi d'interesse sui titoli aumenteranno progressivamente a fronte di una minore solvibilità degli stessi da parte dei singoli stati.

La BCE starebbe soltanto reagendo ai rincari insomma. Una mossa difensiva, per l'appunto, una mossa da guerra. Perché è stato proprio sulla magia di Mario Draghi come ideatore delle sanzioni, che uscì in prima pagina sul Financial Times la spiegazione di un interessante aneddoto relativo alla finanza armata guidata da draghi, che sollecitato da Ursula von der Leyen avrebbe chiamato alla Yellen e avrebbe pensato alla sanzione nucleare del taglio dal sistema del circuito Swift.

Attualmente l'inflazione in Europa quanto 2 punti percentuali del PIL che noi paghiamo costantemente all'Arabia Saudita, Algeria, Norvegia oppure a Putin per delle materie prime che dobbiamo acquistare anche a 5 volte il prezzo precedente la guerra.

La colpa dunque è di chi ha realmente cominciato questa guerra o di chi l'ha provocata? Di sicuro l'influenza degli Stati Uniti nel tessuto economico ucraino già dal 2014, che aveva portato il figlio dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Hunter Biden ad entrare nella più grande multinazionale del gas, una questione battezzata come bidengate e che aveva già creato irritazione alla Russia, che si sarebbe trovata un cancro transitare per la arteria polmonare di uno dei paesi principali per la distribuzione del gas russo.

di Maria Melania Barone

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