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Venture Capital Monitor 2021: la filiera del venture capital investe due mld nelle startup italiane

Cresce l’ammontare investito sia nelle startup italiane, che sfiora il miliardo di euro (erano 543 milioni nel 2020), sia nelle startup estere fondate da italiani, che si attesta a 919 milioni di euro (erano 52 milioni nel 2020)

22 Febbraio 2022

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Innocenzo Cipolletta, Presidente di AIFI

È stato presentato il rapporto di ricerca 2021 del Venture Capital Monitor – VeMTM sulle operazioni di venture capital nel mercato italiano. La filiera del venture capital ha investito 1,9 miliardi di euro (erano 595 milioni nel 2020) nell'innovazione delle startup italiane ed estere fondate da imprenditori italiani.

Il 2021 si è chiuso con 317 operazioni (initial e follow on), +35% rispetto al 2020 (erano 234). Se si guarda solo ai nuovi investimenti, initial, questi sono stati 285 rispetto ai 200 del 2020. Per quanto riguarda l’ammontare investito sia da operatori domestici che esteri in startup italiane, il valore si attesta a 992 milioni di euro distribuiti su 291 round, in aumento rispetto ai 543 milioni per 223 operazioni del 2020. Allo stesso modo, cresce anche l’ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani che passa da 52 milioni a 919 milioni di euro e da 11 a 26 operazioni.

Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeMTM, attivo presso la Liuc Business School, grazie al contributo di Intesa Sanpaolo Innovation Center, E. Morace & Co. Studio legale e al supporto istituzionale di CDP Venture Capital SGR e IBAN, con l’obiettivo di sviluppare un monitoraggio permanente sull’attività di early stage istituzionale svolta nel nostro Paese.

“I dati del 2021 mostrano che un’attività di filiera che vede la partecipazione di pubblico e privato, di sgr e soggetti di natura differenti, produce risultati eccezionali e valori che non avevamo mai visto in Italia”, ha commentato Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, “Ora serve consolidare questa curva di crescita e premere l’acceleratore, anche grazie all’attività dei fondi di fondi istituzionali, per accompagnare la trasformazione del nostro paese e supportare l’innovazione”.

“La filiera del venture capital ha registrato numeri da record nelle operazioni initial, cioè il primo ingresso in una startup, segno che il mercato è costituito da operatori vivaci e capaci di impegnarsi in nuove iniziative nonostante il contesto di incertezza economica e finanziaria”, ha detto Anna Gervasoni, professoressa della Liuc - Università Cattaneo. “L’Italia ha tutti i numeri per competere con l’innovazione internazionale nei settori più all’avanguardia come l’Ict e il lifesciences ma anche in quelli più tradizionali come l’agrifood che nello scorso anno ha catalizzato l’8% degli investimenti”.

“I dati del Venture Capital Monitor confermano la crescita costante dell’attività di investimento nelle startup, superando per la prima volta la soglia psicologica del miliardo di EUR di capitali raccolti”, ha spiegato Maurizio Montagnese, Presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center. “Il 2021 è stato un anno particolarmente vivace per il venture capital, nonostante il contesto economico reso difficile dalla crisi pandemica. Per il nostro Gruppo è sempre più strategico sostenere finanziariamente le startup e avviare partnership con primari operatori internazionali per accelerare il loro percorso di sviluppo con iniziative di impatto sui territori. L’attività di Neva Sgr, la società di venture capital del Gruppo controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, conferma l’interesse in imprese ad alto potenziale di crescita soprattutto nei settori chiave per l’economia del futuro”.

Se nel 2020 i business angel hanno mostrato una notevole resilienza nell’affrontare l'incertezza legata alla pandemia, il 2021 è senz’altro un anno di accelerazione”, ha dichiarato Paolo Anselmo, Presidente di IBAN. "Gli investimenti in syndication con i venture capital crescono e sono prevalenti nelle scelte di investimento degli angel italiani. È poi quasi raddoppiato, arrivando a circa 90 milioni di euro, il valore degli investimenti dei soli business angel. Sono dati che testimoniano una sempre crescente vitalità degli investitori informali in Italia e il ruolo chiave che rivestono per la nascita e la crescita della startup
italiane”.

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