28 Gennaio 2022
A2A ha esaminato e approvato l’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2030 che rafforza, con ulteriori due miliardi di investimenti, l’impegno verso la decarbonizzazione, in anticipo rispetto agli obiettivi previsti da COP26.
Il Piano pone le basi per raggiungere l’azzeramento delle emissioni dirette e indirette (sia scope 1 sia scope 2) generate dal Gruppo al 2040 e rafforza i business che possono contribuire alla transizione ecologica del Paese.
Economia circolare e transizione energetica si confermano i due pilastri del Piano che racchiudono le azioni concrete del Gruppo, a cui contribuiscono tutte le Business Unit (Energia, Ambiente e Smart Infrastructures).
“Il primo anno del Piano Industriale 2021-2030 è stato significativamente superiore alle aspettative sia da un punto di vista di risultati industriali che economici, con un impegno quotidiano nel perseguimento degli obiettivi ESG che ci siamo dati. Facendo leva su una forte capacità di crescita dimostrata da tutte le business unit del Gruppo, abbiamo deciso di aumentare ulteriormente gli investimenti destinando 18 miliardi alla transizione ecologica” commenta Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A “L’aggiornamento del Piano prevede di anticipare di 10 anni l’obiettivo comune di emissioni zero, ampliare ulteriormente la nostra presenza in Italia e stabilire nuovi e ancora più ambiziosi target di business. Puntiamo a essere protagonisti del processo di decarbonizzazione del Paese, grazie alla nostra capacità di poter garantire sia energia elettrica rinnovabile sia molecole sostenibili come idrogeno e biometano, in linea con quanto previsto dalle direttive europee”.
Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato A2A, ha dichiarato ai microfoni del Il Giornale d’Italia: “Gli 11 miliardi rimangono un investimento molto importante nella transizione energetica. Di questi, la parte leone la fanno le rinnovabili con 4 miliardi e mezzo ma anche le reti elettriche. Se vogliamo distribuire questa energia verde, dobbiamo potenziare le reti: 2 miliardi di investimento solo per la rete elettrica che consentirà alla gente di attaccare un’auto elettrica, un piano a induzione e una pompa di calore. Si inserisce poi la parte di economia circolare con altri 7 miliardi di investimento che sono concentrati fortemente sulla riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica.
Ancora una volta, impianti di trattamento per il recupero di materia, di energia dai rifiuti umidi urbani, dagli scarti agroalimentari: tutto il mondo del biometano. Questi sono gli investimenti più importanti, oltre 1 miliardo di investimenti sul ciclo idrico, altra rete importantissima. Oltre 1 miliardo anche sul teleriscaldamento, che rimane uno degli elementi essenziali per poter decarbonizzare le nostre città".
Sull’anticipo delle emissioni zero al 2040, ha aggiunto: “Stiamo lavorando sulla strategia zero emissioni, che comporta una forte decarbonizzazione per credere in un mondo decarbonizzato nel 2050. Siamo uno dei player chiave del nostro Paese, quindi dobbiamo arrivare in anticipo rispetto agli altri”.
Per quanto riguarda la mobilità, ha specificato: “Oggi siamo il terzo operatore in Italia e abbiamo un piano per l’installazione di 24 mila colonnine nei prossimi 10 anni. In particolare, stiamo dividendo le colonnine super fast per gli ambiti extra urbani per viaggiare: da quelle slow in ambito urbano che consentiranno ai cittadini di poter mantenere l’auto in carica durante la notte senza doverla staccare dopo le canoniche due ore con le colonnine tradizionali".
A proposito del piano di assunzione, ha commentato: “Abbiamo previsto 7 mila assunzioni nel Piano. Quest’anno ne abbiamo fatte 1.300, ci sono anche le uscite ovviamente. Ci aspettiamo che l’azienda da qui al 2030 passi dagli attuali 13 mila dipendenti a 15 mila e che ci sia un’iniezione di giovani importante perché 7 mila persone che entrano nella decade della decarbonizzazione portano linfa nuova che, lavorando insieme all’esperienza dei nostri, potrà portare l’energia che serve all’azienda per la transizione”.
La nuova strategia ha consentito ad A2A di crescere nel primo anno dell’attuale Piano decennale, di consolidare i propri business e rafforzare la presenza su tutto il territorio nazionale.
Nell’ambito dell’economia circolare il Gruppo ha finalizzato l’acquisizione dell’unico impianto di trattamento dei rifiuti industriali in Calabria mentre sono state depositate nuove istanze per realizzare infrastrutture di trattamento e smaltimento rifiuti in diverse Regioni del Centro e Sud d’Italia.
A supporto della transizione energetica, sono stati acquisiti portafogli di impianti di generazione da fonti rinnovabili, consentendo di anticipare di due anni gli obiettivi di incremento nella generazione di energia green previsti nel Piano. In questa direzione vanno anche gli accordi siglati a febbraio 2021 con Octopus Renewables e nei giorni scorsi con Ardian, che possono consentire ad A2A l’acquisizione di portafogli di impianti sia eolici che fotovoltaici localizzati in Italia e in Spagna con una potenza complessiva di 173 MW (Octopus) e 352 MW (Ardian). Tali operazioni permettono al Gruppo di consolidare la posizione di secondo operatore nelle rinnovabili e la presenza sul territorio nazionale, rappresentando inoltre un primo passo di sviluppo di impianti rinnovabili in Europa.
La crescita della base clienti anche al di fuori del perimetro storico di A2A, grazie all'aggiudicazione di diversi lotti nelle Aste per il Servizio a Tutele Graduali e ad un nuovo impulso allo sviluppo commerciale verso clienti business, ha ampliato la dimensione nazionale del Gruppo.
Il contesto geo-politico e l’evoluzione dell’emergenza climatica hanno contribuito a rendere ancor più solidi i pilastri strategici del Piano di A2A: economia circolare e transizione energetica. La COP26 tenutasi a Glasgow ha evidenziato la necessità di raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050 e rinforzato l’importanza degli obiettivi legati alle emissioni di gas serra previsti nell’Accordo di Parigi.
Anche da questa consapevolezza A2A ha deciso di anticipare di 10 anni l’obiettivo di emissioni zero. Entro il 2040 il Gruppo raggiungerà la neutralità carbonica sulle emissioni dirette e indirette (c.d. scope1 e scope2) attraverso un mix equilibrato e graduale di interventi: sviluppo delle energie rinnovabili, soluzioni di carbon capture e phase-down dei business carbon intensive. Questo percorso virtuoso prevede il miglioramento del fattore emissivo di Gruppo al 2030 rispetto all’obiettivo approvato dalla Science Based Targets initiative (216 gCO2/kWh nell’attuale Piano vs 230 gCO2/kWh certificati SBTi) e di conseguenza la riduzione del 49% delle emissioni specifiche di A2A rispetto al 2017.
Decarbonizzazione e transizione energetica sono supportate anche dal contributo sinergico del secondo pilastro del Piano, l’economia circolare. Dalla sua valorizzazione derivano, infatti, due importanti componenti: le molecole green quali l’idrogeno e il biometano.
I principali elementi di novità dell’aggiornamento di Piano si inseriscono nel solco degli obiettivi globali di riduzione dell’impronta carbonica. Circa il 30% delle emissioni di Co₂ in Italia derivano dal settore della mobilità. Abbattere le emissioni di CO2 dai trasporti di merci e persone sarà possibile con una penetrazione sempre più rilevante di auto elettriche e mezzi pesanti alimentati a idrogeno e bio-GNL. Nel 2021 l’8% delle auto vendute in Italia sono state elettriche (pure e ibride plug-in) ed è una percentuale destinata a crescere nei prossimi anni.
Per favorire l’adozione di questo modello di mobilità sostenibile A2A ha quadruplicato l’installazione di infrastrutture previste rispetto allo scorso Piano: 24 mila punti di ricarica elettrica al 2030 con un focus sulla bassa potenza (fino a 7kW) e sull’alta potenza (oltre 50 kW), per favorire sia una modalità di erogazione lenta (ad. es. durante la notte) sia rapida (simile a quella delle stazioni di rifornimento tradizionali).
Per quei segmenti di mobilità la cui evoluzione non è prevista verso l’elettrico, A2A vuole mettere a disposizione soluzioni green quali idrogeno verde e bio-GNL. Il Gruppo ha in programma di sviluppare infatti oltre 60 impianti di biometano di cui almeno 5 con liquefazione per ottenere bio-GNL, mentre per la produzione di idrogeno si potranno sfruttare fonti di energia prodotta continuativamente come quella dei termovalorizzatori, con un modello di business decentralizzato basato su ecosistemi locali al servizio dell’industria e del trasporto pesante.
Nell’aggiornamento di Piano, A2A ha rivisto al rialzo tutti i target economici e di business legati al pilastro dell’economia circolare.
Gli investimenti, in crescita del 18% con un target EBITDA di 1,2 miliardi di euro, sono destinati alle attività di chiusura del ciclo dei rifiuti, a quelle per il recupero del calore disperso a beneficio del teleriscaldamento e al ciclo idrico integrato.
Il 2021 ha confermato le criticità strutturali italiane nella gestione dei rifiuti e, a differenza dei principali Paesi europei, l’Italia è lontana dall’azzeramento del ricorso alla discarica. In termini di gas inquinanti, le discariche emettono circa il 50% di CO2 in più rispetto agli impianti di termovalorizzazione (WTE) e non consentono il recupero di energia o calore. Con l’aggiornamento del Piano Industriale A2A ha ulteriormente innalzato gli obiettivi legati al recupero di materia e di energia dai rifiuti e dagli scarti agroalimentari e zootecnici. Il Piano prevede la realizzazione di nuovi impianti per il recupero di materia per un totale di 2,2 milioni di tonnellate al 2030. I principali sviluppi si concentreranno nel trattamento della frazione umida e della carta, attraverso i quali A2A potrà crescere fino a raggiungere una piena chiusura del ciclo dei rifiuti.
Nel ciclo idrico l’obiettivo del Gruppo è contribuire al superamento delle infrazioni UE con una riduzione delle perdite idriche lineari del 23% (mc/km/giorno) e sviluppando una nuova capacità di depurazione. Nel teleriscaldamento sarà raddoppiato in arco piano l’utilizzo di energia recuperata da cascami termici o proveniente da fonti rinnovabili.
La crisi climatica in corso evidenzia la necessità di accelerare la transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. In questo ambito, A2A aumenta gli investimenti del 15% con un target EBITDA di 1,7 miliardi di euro al 2030: la revisione del Piano Strategico include l’anticipazione della crescita del portafoglio di impianti green e un forte incremento nella mobilità elettrica. A2A accelera la crescita nella generazione di energia green con l’installazione del 20% della nuova capacità rinnovabile entro il 2023 (vs 8% precedente Piano). Grazie all’accelerazione nelle rinnovabili, il Gruppo ha ampliato la produzione di energia verde con 4,7 TWh in più rispetto al precedente Piano. La nuova pipeline di sviluppo, pari a 2,5 GW, è costituita da un mix tecnologico bilanciato - 61% solare e 39% eolico - e da uno stato di avanzamento dei progetti in linea rispetto alle attese.
Per garantire la flessibilità del sistema elettrico nazionale, A2A svilupperà un mix di soluzioni tra cui un nuovo ciclo combinato a gas abilitato a blending con idrogeno, un nuovo gas peaker (già autorizzato), storage elettrochimico e 4 potenziamenti CCGT (già autorizzati) che contribuiscono all’aumento di 1,7 GW in nuova flessibilità al 2030.
A2A conferma il proprio impegno a favore dell’elettrificazione dei consumi - con una crescita del 150% della base clienti elettrici al 2030 - e il contestuale miglioramento dei servizi offerti, diffondendo una cultura a sostegno di un consumo responsabile.
Nel segmento E-Mobility, A2A quadruplica il target di installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici (24.000 al 2030 vs 6.000 nel precedente Piano), con una market share relativa in Italia del 15 - 20%, attivando investimenti pari a 300 milioni di euro, con l’obiettivo di confermarsi tra i primi 3 Charging Point Operator nazionali. Previsto inoltre lo sviluppo delle attività Mobility Service Provider, con oltre 200 mila clienti del servizio di ricarica a fine Piano.
Gli obiettivi ESG sono sempre più integrati nella strategia di A2A e in questo update di Piano il Gruppo ha individuato sfidanti traguardi nella dimensione sociale e di governance in cui opera. Il primo anno di Piano è stato segnato da una cresciuta attenzione nella gestione delle risorse umane per il protrarsi dell’emergenza Covid-19, accelerando una piena digitalizzazione delle attività e garantendo alle risorse operative impegnate nei servizi essenziali sul territorio il supporto necessario per continuare a lavorare in sicurezza.
A2A ha proseguito nelle attività di talent attraction ed employer branding grazie all’utilizzo di piattaforme digitali, con 1.300 nuovi ingressi. I percorsi di formazione a favore dei propri dipendenti sono proseguiti erogando oltre 216 mila ore di formazione e coinvolgendo 9.400 dipendenti. Inoltre, nel solco dei trend identificati nel Piano Strategico, il 60% dei dipendenti è stato coinvolto in corsi di formazione sulla sostenibilità e sui Sustainable Development Goals dell’ONU con l’obiettivo di raggiungere tutto il personale entro il 2026.
L’approccio di A2A alla diversità e all’inclusione si fonda sui principi di integrità e sulla tutela della persona all’interno dell’ambiente di lavoro. A conferma di tale approccio nell’ultimo anno A2A ha adottato la policy sui diritti umani, ha effettuato la dichiarazione di impegno sui temi Diversity, Equity and Inclusion ed infine è stata inclusa nel Bloomberg LP Gender Equality Index.
Nel 2021 A2A ha aumentato del +11% (Vs 2020) la percentuale di donne nei CdA di società del Gruppo. È stato istituito il nuovo indicatore Gender Balance CdA, per garantire che il genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo dei componenti del consiglio di amministrazione, con un target al 2030 del 90% (2021 si attesta al 43%). A2A si impegna inoltre a raggiungere il 50% di donne tra i nuovi assunti al 2026 (+5% vs 2021F) e infine a raggiungere il target al 2030 del 21% di ore di lavoro effettuate in remote working.
Prosegue inoltre il percorso per incrementare una Supply Chain sostenibile confermato anche dall’adozione di due nuove policy: Sustainable Procurement per promuovere pratiche di responsabilità sociale e ambientale tra i fornitori, che stimolino il miglioramento delle performance ESG lungo tutta la catena di fornitura e Stakeholder Engagement per rafforzare il rapporto con il territorio. In questo primo anno di Piano il 95% degli acquisti è stato affidato ad imprese italiane, il 50% dell’ordinato proviene da fornitori valutati con indicatori ESG (target al 2030 90%) e si conferma l’impegno di raggiungere al 2030 un’incidenza dei criteri di sostenibilità nel processo di vendor rating pari a 30%.
Per A2A innovazione significa creare un ecosistema aperto, diffuso e interconnesso. Nel 2021 il Gruppo si è confrontato con 643 start up di cui 7 sono entrate in portafoglio tramite il Corporate Venture Capital (CVC). Attraverso l’ecosistema di innovazione sono state effettuate 43 sperimentazioni, 11 iniziative di crowdsourcing ed è stato depositato un brevetto. A2A diffonde la cultura dell’innovazione stimolando la partecipazione diffusa e continuativa dei dipendenti alle diverse iniziative (concorsi di idee, programmi di intrapreneurship, etc..): nel 2021 sono state coinvolte 3.000 persone con 546 proposte dai cui sono emerse 8 idee diventate progetti in fase di realizzazione.
L’obiettivo al 2030 sulle tematiche di innovazione è quello di effettuare investimenti 100% allineati agli obiettivi ESG, confermarsi il primo fondo di CVC su transizione energetica ed economia circolare, incrementare del 40% i progetti in via di sperimentazione con un focus sull’intelligenza artificiale.
L’aggiornamento del Piano Strategico 2021-2030 prevede una crescita in termini di Ebitda ancora più ambiziosa di quanto indicato lo scorso anno, passando da circa 1,4 miliardi di euro del 2021 a circa 2,9 miliardi di euro del 2030, con un CAGR 2020-2030 pari al 9%.
L’Ebitda della Business Unit Energia è atteso raddoppiare, passando da 0,6 miliardi di euro nel 2021 a circa 1,2 miliardi di euro nel 2030, principalmente grazie al contributo della nuova capacità FER (+3,9 GW rispetto al 2020) e all’incremento della base clienti (+150% clienti power e +25% clienti gas rispetto al 2021), anche a seguito del termine del mercato tutelato. Sono inoltre previsti investimenti in flessibilità e l’avvio di un nuovo impianto CCGT ad alta efficienza, funzionale a garantire sicurezza e flessibilità alla rete nazionale nell’importante fase di transizione alle rinnovabili.
La crescita della Business Unit Ambiente è trainata sia dalla realizzazione che dall’acquisizione di impianti di trattamento finalizzati alla chiusura del ciclo dei rifiuti, al potenziamento del recupero di materia e di energia. La marginalità operativa (Ebitda) è attesa crescere da 0,3 miliardi di euro nel 2021 a 0,85 miliardi di euro nel 2030.
Nella Business Unit Smart Infrastructures, infine, l’Ebitda è in crescita da 0,5 miliardi di euro del 2021 a 0,89 miliardi di euro del 2030. Gli importanti investimenti previsti saranno indirizzati soprattutto allo sviluppo delle Rete elettrica e idrica (con gestione impianti di depurazione) e al potenziamento del teleriscaldamento. Verrà potenziato anche il settore della mobilità elettrica, con l’ambizione di essere tra i 3 top charging points operators italiani: al 2030, infatti, il Gruppo A2A deterrà una quota di mercato complessiva in Italia tra il 15% e il 20% con oltre 24 mila colonnine di ricarica installate a fronte di oltre 0,3 miliardi di euro di investimenti. L’Ebitda associato a questo business sarà di 80 milioni di euro al 2030.
Lo sviluppo della marginalità risulta ben bilanciato, non solo fra le diverse Business Unit ma anche in termini temporali. La crescita è attesa già a partire dai primi anni di Piano con Ebitda in incremento a 1,60 miliardi di euro nel 2023, rispetto a 1,4 miliardi del 2021.
Anche l’utile netto di Gruppo, escluse le poste non ricorrenti, è destinato a crescere in modo consistente, passando dai 335 milioni di euro del 2020 a circa 780 milioni di euro nel 2030 (+9% crescita media annua).
L’aggiornamento di Piano Industriale, per consentire il conseguimento degli obiettivi ambiziosi come sopra descritto, prevede investimenti per complessivi 18 miliardi di euro nel periodo 2021-2030, in incremento di 2 miliardi di euro rispetto al Piano presentato lo scorso anno. Tale incremento è ascrivibile a +0,6 miliardi di euro BU Energia, imputabile all’ulteriore impulso nel piano di acquisizione delle FER, all’incremento degli investimenti sugli impianti esistenti in termini di flessibilità e per il mantenimento delle concessioni idroelettriche in essere; +0,8 miliardi di euro BU Ambiente, a seguito del cospicuo potenziamento previsto nel comparto Bioenergie/Biometano e all’individuazione di ulteriori iniziative di investimento nel comparto Waste-to-Energy; +0,6 miliardi di euro BU Smart Infrastructures, per il potenziamento di investimenti nel comparto Reti e al sopra descritto potenziamento dei target individuati nel business della mobilità elettrica.
Dei 18 miliardi complessivi che il Gruppo realizzerà nel periodo 2021-2030, la maggior parte sarà focalizzata sulla transizione energetica (61%, pari a circa 11 miliardi di euro), e circa 7 miliardi di euro saranno destinati allo sviluppo dell’economia circolare.
Forte è l’impegno del Gruppo nella sostenibilità: circa il 70% degli investimenti complessivi rientra nella categoria degli investimenti sostenibili in coerenza con i criteri identificati dalla Tassonomia EU. Il 90% degli investimenti contribuisce agli obiettivi di sostenibilità definiti dalle Nazioni Unite (UN SDGs).
Dal punto di vista delle Business Unit, la BU Energia è destinataria di circa 7 miliardi di euro (39% del totale) degli investimenti, la BU Ambiente di circa 5 miliardi di euro (28% del totale) e la BU Smart Infrastructures di circa 6 miliardi di euro (33% del totale).
Infine, circa il 70% degli investimenti riguarda business regolati o contrattualizzati.
L’aggiornamento del Piano 2021-2030, nonostante l’incremento degli investimenti, conferma i target di distribuzione dei dividendi agli azionisti: almeno 8,2 centesimi di euro per azione sull’utile del 2021; almeno 8,5 centesimi di euro per azione sull’utile del 2022; almeno 8,7 centesimi di euro per azione sull’utile del 2023.
Per gli anni successivi, si conferma una crescita minima pari al 3% all’anno.
L’aggiornamento del Piano 2021-2030 conferma l’attenzione del Gruppo verso un’equilibrata struttura del capitale finalizzata a mantenere il profilo di credito di A2A ad un solido investment grade.
Il rapporto FFO/NetDebt si mantiene sempre sopra le soglie di sicurezza e raggiunge l’apice, pari a 28,8%, nel 2030.
Le esigenze di finanziamento verranno gestite con gli strumenti più adatti per garantire un’adeguata diversificazione di fonti ed investitori ed un equilibrato profilo di scadenze. Il costo medio del debito, già in riduzione negli ultimi anni grazie alle azioni di ottimizzazione della struttura finanziaria di A2A, è atteso ridursi ulteriormente nei prossimi 10 anni (<1,7%), grazie anche al contesto favorevole dello scenario dei tassi, seppur previsti in aumento nei prossimi anni. Nell’aggiornamento di Piano, la durata media del debito di lungo termine è superiore a 7 anni.
Il percorso di finanza sostenibile, partito nel 2018 con la prima linea di credito Sustainability-Linked, ha registrato una forte accelerazione nel corso del 2021 grazie alla pubblicazione del Sustainable Finance Framework, primo framework combinato Green e Sustainability-Linked tra gli issuer italiani; emissione dell’inaugurale Sustainability-Linked Bond e del primo Green Bond con investimenti allineati alla tassonomia EU; sottoscrizione di una linea di credito sindacata Sustainability-Linked con risvolti sociali, prevedendo la donazione dei minori (o maggiori) interessi al Banco dell’energia onlus.
Tali azioni hanno consentito ad A2A di raggiungere un peso di debito ESG pari al 44% nel 2021. La strategia finanziaria di piano permetterà di accrescere il peso della finanza sostenibile a oltre il 70% al 2026 e a oltre l’80% al 2030, migliorando i target previsti nel precedente piano (rispettivamente 60% e 70%).
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