27 Gennaio 2022
Lo strumento principale per combattere il fenomeno del cambiamento climatico è la transizione energetica, ovvero il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili. Il Giornale d'Italia ha parlato con Giulia Genuardi, Responsabile Sustainability Planning and Performance Management di Enel, delle sfide che attendono nei prossimi anni il settore Energy e Utilities lungo il difficile cammino che porta agli obiettivi europei di Net Zero al 2050: un nuovo modello di business, le modalità per coinvolgere al meglio nella transizione energetica le PMI italiane e la progressiva scomparsa di alcune figure professionali in favore di altre.
Quali sono gli obiettivi di sostenibilità nel Piano Strategico 2022-2024 di Enel e che modalità avete in atto per raggiungerli?
La nostra strategia pone la sostenibilità al centro. Un impegno che è stato confermato nel nostro Piano Strategico 2022-2024 focalizzato su quattro linee strategiche: allocare capitale a supporto di una fornitura di elettricità decarbonizzata, abilitare l’elettrificazione della domanda di energia dei clienti, fare leva sulla creazione di valore lungo tutta la catena del valore e anticipare gli obiettivi di “Net Zero” dal 2050 al 2040.
Enel sta accelerando la crescita in tutte le aree di business e abilitando i clienti a un uso più intensivo dell’elettricità.
Un impegno costante è rivolto anche alla crescita economica e sociale delle comunità locali in cui operiamo, attraverso progetti che promuovono una istruzione di qualità, accesso all’energia, sviluppo socio-economico. Grande attenzione è sempre rivolta alla salute e sicurezza sul lavoro, alla promozione di una catena di fornitura sostenibile, a una struttura di governance sempre più integrata e a una gestione ambientale basata sulla riduzione delle emissioni e dei consumi, nonché sulla promozione e conservazione della biodiversità.
Infine ci occupiamo dei cosiddetti “acceleratori della crescita”, che supportano e rendono più rapido il raggiungimento degli altri obiettivi e riguardano l’innovazione, la cyber security, i supporti digitali, l’economia circolare e la finanza sostenibile, che punta ad aumentare notevolmente il ricorso a strumenti di finanziamento legati alla strategia sostenibile del Gruppo.
Parliamo di numeri: quali i sono i risultati di sostenibilità raggiunti negli ultimi anni da Enel?
Per quanto riguarda le emissioni di C02 dirette, le cosiddette Scope 1, Enel è partita nel 2017 con 414 grammi di C02 equivalenti immesse in atmosfera per kWh. Nel 2021 si sono ridotte quasi della metà: circa 219 per kwh. Secondo il Piano Strategico al 2024 dovrebbero arrivare a 140 e nel 2030 a 82. Quindi dal 2017 al 2030 la riduzione delle emissioni di C02 sarebbe dell’80%. Prevediamo di raggiungere la completa decarbonizzazione nel 2040. Questo target al 2040 è stato aggiornato qualche mese fa ed è allineato alla curva degli accordi di Parigi sul mantenimento dell’aumento della temperatura mondiale a 1,5 gradi.
Per quanto riguarda invece le energie rinnovabili, al 2020 eravamo a 45 giga installati e ne sono previsti 120 per il 2030. Il percorso di Enel verso Net Zero al 2040 prevede di abbandonare la generazione a carbone entro il 2027 e quella a gas entro il 2040, sostituendo il portafoglio termoelettrico con nuova capacità rinnovabile oltre ad avvalersi dell’ibridazione delle rinnovabili con soluzioni di accumulo. Inoltre, si prevede che entro il 2040 l’elettricità venduta dal Gruppo sarà interamente prodotta da rinnovabili ed entro lo stesso anno il Gruppo uscirà dall’attività di vendita retail di gas.
Queste deadline verranno prevedibilmente rispettate?
Il nostro piano investimenti è completamente allineato con l’obiettivo Net Zero al 2040. La sua attuazione ci consentirà di avanzare dal precedente decennio caratterizzato dall'energia rinnovabile all’attuale decennio dell’elettrificazione.
Con la transizione energetica, all’interno di Enel quali figure professionali saranno sempre meno necessarie e di quali ci sarà bisogno? Come state gestendo questo cambiamento?
Naturalmente la transizione energetica e l'evoluzione tecnologica determinano la necessità di nuove figure professionali, come data scientist, esperti di Cybersecurity e piloti di droni, e la graduale scomparsa di altre, come quelle tecniche del settore termoelettrico. Uno dei nostri target fondamentali è proprio quello di reskilling e upskilling del personale. L'upskilling serve allo sviluppo di competenze professionali già esistenti per un miglioramento dello svolgimento del proprio ruolo. Il reskilling, invece, si focalizza sulla creazione di nuovi profili lavorativi attraverso l’apprendimento di competenze. Nel 2021, ad esempio, il 55% del personale di Enel in uscita dagli impianti a carbone in chiusura è stato impiegato in altre aree dell’azienda, dopo circa 80 ore di formazione.
Enel è una multinazionale ma che cosa si può fare per facilitare la transizione energetica delle piccole medie imprese e per creare consapevolezza sui benefici che ne possono trarre, anche in ottica di PNRR?
A mio parere, la direttiva europea di richiedere alle piccole medie imprese quotate di rendicontare sulla sostenibilità le renderà più consapevoli di alcune nuove opportunità di business. In quest'ottica, l'economia circolare è un elemento fondamentale perché crea sistema e sharing di servizi, coinvolgendo una grossa fetta delle piccole medie imprese.
In merito a questo, come si muove Enel nei confronti dei fornitori che devono affrontare un cambio nel modello di business?
Enel nel 2020 ha lanciato due programmi per rendere la catena di fornitura sempre più resiliente. Il Supplier Development Program è orientato a supportare il percorso di crescita dei fornitori e, allo stesso tempo, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo. E’ rivolto a tutte le piccole e medie imprese fornitrici del Gruppo che operano in ambiti di interesse strategico per l’azienda, che siano altamente performanti e che mantengano la loro performance nel tempo su aspetti come sicurezza, puntualità, qualità, ambiente, diritti umani e correttezza, Innovability® (cioè la capacità di innovare in modo sostenibile) e collaborazione. Attraverso la stipula di convenzioni con i principali player, Enel garantisce condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato e un contributo a parziale copertura dei servizi offerti nell’ambito del programma.
Il programma Supplier Journey, invece, mira a massimizzare il valore nella relazione tra Enel e i suoi fornitori lungo tutto il processo. Anche in questo caso, analizziamo i processi, i sistemi e l’approccio con cui ci relazioniamo e lavoriamo quotidianamente con i fornitori, cercando di favorire azioni di miglioramento che nascono dall’ascolto degli attori principali.
In che modo vi rapportate alla tassonomia verde?
Abbiamo accolto favorevolmente l'introduzione della tassonomia: fornirà un linguaggio comune a tutti gli stakeholder, mantenendo il focus sulla decarbonizzazione dell’economia dell'Europa entro il 2050. Anche se il regolamento stabilisce l’obbligo per le aziende di dichiarare i propri risultati a partire da gennaio 2022, seguendo le raccomandazioni del TEG, abbiamo sviluppato un processo in cinque fasi per analizzare l'applicabilità della tassonomia lungo l'intera catena del valore. In tutti i Paesi in cui operiamo ne abbiamo dato evidenza già nel Bilancio di Sostenibilità 2020. Inoltre, come presentato nel corso dell’ultimo Capital Markets Day lo scorso novembre, nel periodo 2022-2024 il Gruppo prevede di investire circa 43 miliardi di euro tramite il modello di business di Ownership, con un allineamento del 94% agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (“SDG”) delle Nazioni Unite e di oltre l’85% ai criteri di Tassonomia UE.
Tuttavia, il linguaggio della tassonomia in futuro andrà sicuramente implementato, portando a compimento l'intero iter normativo.
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