10 Dicembre 2021
"I trade point costruiscono la pace nel mondo attraverso la diplomazia commerciale" ci dice subito Gaetano Visalli. Ma cerchiamo di approfondire.
Ci spieghi meglio, che cosa intende?
"Pace, riconciliazione, fraternità, non sono solo parole: possono divenire regole del cammino di tutti i popoli nella società globalizzata, se si saprà comprendere che il nostro agire può indirizzare su sentieri di collaborazione.
Il mondo ha bisogno di una capacità decisionale rivoluzionaria che parta dalla coscienza individuale e collettiva, che sappia coltivare, giorno dopo giorno, il seme della convivenza fraterna di ogni abitante del Pianeta; ha bisogno dell’annullamento della politica dei blocchi, che dovranno rinunciare alle attuali logiche di dominio dei mercati, a favore della conoscenza globale di modelli, usi, abitudini ed economie proprie di ciascuna Nazione.
La potenza di ciascuna Nazione si esprime con il suo sviluppo, ed il connesso miglioramento della sua società: per questo occorre sopprimere il desiderio di manifestare la forza come unico mezzo adatto a risolvere i conflitti nei rapporti reciproci.
Si parla spesso della nostra moderna società come di una comunità globale senza più punti di riferimento, valori, ideali. La World Trade Point Federation, con l’esperimento Trade Point di Milano, cerca di suggerire un modello economico e sociale, proponendo linee di intervento diretto, operativo sulle Nazioni del Mondo, in collaborazione con i Governi, per impedire che si costruisca un futuro basato solo su cieche spirali di consumo, crescita e profitto".
Quindi come si fa?
"Il Trade Point Milano adotterà sistemi di “Diplomazia Commerciale”. Alla base di tale binomio, vi è la “diplomazia economica”, ossia il processo decisionale e di negoziazione rispetto a questioni centrali che interessano le relazioni economiche internazionali; tra queste vi sono commercio, investimenti, finanza e ambiente. L’enfasi è posta sul processo decisionale e di negoziazione piuttosto che sulla sostanza delle questioni politiche, quest’ultima infatti ricade nella sfera specifica della politica economica estera.
Il concetto di “diplomazia commerciale”, attraverso la promozione delle imprese nazionali sui mercati stranieri esplicita l’interesse ad attrarre investimenti diretti esteri sul suolo nazionale, realizzando il miglioramento della politica diplomatica internazionale. Ciò significa puntare ad aprire i mercati internazionali e lo sviluppo sociale, attraverso il sostegno, l’orientamento e l’informazione ai Governi ed alle comunità nazionali. Gli effetti della “diplomazia Commerciale” si affermano come fattore importante di influenza politica e di sicurezza globale, dal momento che, sempre, l’aspetto economico è considerato vitale all’interno delle relazioni internazionali. Gli equilibri economici globali del nuovo millennio sono notevolmente mutati rispetto al secolo scorso e proprio la rapidità e ampiezza di questo cambiamento hanno reso più complessa la gestione dell’ordine economico internazionale.
La rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni e gli sviluppi della globalizzazione hanno fatto sì che nella gestione delle relazioni economiche internazionali entrassero in gioco nuovi attori. Gli Stati e le organizzazioni internazionali ricoprono ancora un ruolo fondamentale, tuttavia, in aggiunta a essi, oggi le imprese e la società civile organizzata possono influire nei processi decisionali. Anche all’interno del singolo Stato, si è allargato lo spettro dei soggetti della diplomazia economica. I capi di Stato o di Governo, i Ministri degli Esteri e i diplomatici devono infatti fare spazio ad altri ministri, enti governativi e agenzie autonome. L’attuale tendenza verso un mondo economico multipolare e globalmente interconnesso impone sfide e cambiamenti che necessitano di soluzioni negoziate, nuove regole internazionali e meccanismi di cooperazione efficaci, che il Trade Point di Milano si appresta a gestire mediante la cooperazione globale con tutti i Governi.
Lo scopo del Trade Point Milano e dell’Agenzia Europea è dunque concordare indirizzi comuni per orientare l’anarchia economica globale con l’obiettivo di conseguire la stabilità economica internazionale. L’idea di base è che ci sia un legame intimo tra economia e politica per cui la prosperità economica favorisca direttamente la stabilità politica e il benessere nazionale. Quest’ultimo, inoltre, non può prescindere dal contesto globale. Infatti è diventato molto difficile o pressoché impossibile soddisfare gli interessi economici domestici senza partecipare attivamente ai negoziati internazionali.
Conseguentemente alcuni governi hanno preferito approcci bilaterali e regionali (dove è più facile controllare i risultati delle contrattazioni) ed optato per meccanismi di cooperazione volontaria o nazionale rispetto a sistemi fondati su norme generali.
Il Trade Point Milano e l’Agenzia Europea attualizzano così il ruolo di mediatore e ponte su diversi livelli: internazionale-domestico, pubblico-privato ed economico-politico".
Perché il Trade Point Milano, dovrebbe riuscirvi?
"Perché ha avviato una politica alternativa e complementare rispetto al passato, orientata allo sviluppo mondiale attraverso la fattiva collaborazione dei Governi e delle Istituzioni, che trova la sua base nella continua interazione fra la WTPF ed il mondo intero.
Ed anche perché il Trade Point Milano e l’Agenzia Europea sono all’interno di una grande struttura ben organizzata: la Word Trade Point Federation. Occorre infatti ricordare che la Conferenza Mondiale per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), Agenzia delle Nazioni Unite in data 07/10/1993, istituiva i Trade Point come ufficio per la promozione del commercio e dello sviluppo locale, a livello mondiale; che nell’anno 2000 veniva, dalla stessa UNCTAD, creata la Federazione Mondiale dei Trade Point (WTPF), organismo internazionale non-governativo, per l’assistenza commerciale, di supporto allo sviluppo economico e sociale delle Nazioni, attraverso i Trade Point, Uffici dislocati presso organismi governativi ed autonomi; che la missione dei Trade Point, come alle indicazioni dell’UNCTAD e della WTPF, è quella di essere strutture di supporto allo sviluppo economico e di informazione del commercio globale, ed adesso anche sociale e diplomatica commerciale presso il Trade Point Milano; che le attività della World Trade Point Federation e dei Trade Point si realizzano con i presupposti di valori imprescindibili: l'integrità, la comunicazione, la conoscenza, lo sviluppo, l'efficienza, l'efficacia, le persone e la diversità. Il forte impegno verso questi principi permette alla Federazione ed al Trade point di offrire servizi di alta qualità, conseguendo sempre gli obiettivi delle strutture che con essa sviluppano relazioni.
Le diverse Organizzazioni Internazionali: UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo), UNECE (Comitato Economico per l’Europa delle Nazioni Unite), ITC (Centro Internazionale per il Commercio UNCTAD/WTO), Banca Mondiale, WTO (World Trade Organisation),CBI (Centro per la promozione delle importazioni dai paesi in via di sviluppo), trovano costante supporto nella WTPF e nei Trade Point; che la WTPF è partner consultivo presso ECOSOC (Comitato economico e sociale delle Nazioni Unite)".
Con un curriculum di questo genere…
"Peraltro è utile ricordare che lo sviluppo economico e quindi anche sociale, si è sempre avviato con la collaborazione del “Trade” (il commercio) che dagli antichi mercanti che percorrevano le “Strade della Seta” sino ai giorni nostri è stato e sarà il punto di sostegno e di aiuto per lo sviluppo locale e globale; una “carovana” che trasferisce informazioni, cultura, formazione, intuizioni, scelte, modelli, attività, e quanto altro necessario ad una contaminazione efficace fra territori, a tutto vantaggio dello sviluppo dei popoli: questo è il progetto del Trade Point Milano".
Allora un grande avvio, con una strategia efficace?
"Ce la faremo". gaetano.visalli@tradepoint.org
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