22 Settembre 2021
Fonte: Pixabay
Il rapporto deficit/Pil nel 2020 peggiora al 9,6%, con una revisione di -0,1 punti percentuali rispetto alla stima pubblicata ad aprile. È quanto emerge nei Conti economici nazionali 2018-2020. L’indebitamento netto risulta dunque "in netto peggioramento" rispetto all'1,5% registrato nel 2019. Questo "soprattutto a causa delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi".
Nei Conti economici nazionali 2018-2020 emerge anche che il rapporto debito/Pil si attesta al 155,6% nel 2020 a fronte del 134,3% registrato nel 2019. Nel 2020 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.653.577 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 1.982 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2019 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 3.993 milioni di euro, come rileva l'Istat.
Nel 2020 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a -8,9%, invariato rispetto alla stima di marzo. Sulla base dei nuovi dati, si legge sull'Agi, nel 2019 il Pil in volume è cresciuto dello 0,4%, con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di marzo. "La stima aggiornata dei conti economici nazionali conferma la contrazione di entità eccezionale dell’economia nel 2020, con un tasso di variazione del Pil del -8,9% a fronte di un incremento dello 0,4% nel 2019", commenta l'Istat.
La pressione fiscale complessiva nel 2020 è risultata pari al 42,8%, in aumento rispetto all’anno precedente, per la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (diminuito del -7,9%). La voce comprende l'ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2020 una diminuzione del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d’acquisto. La contestuale marcata diminuzione dei consumi privati (-11,0%), ha generato una crescita della propensione al risparmio delle famiglie al 15,6% dall’8,0% del 2019.
Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è diminuita, in volume, del 10,7%. Nell’ambito dei consumi finali interni - si legge ancora sull'Agi - sia la componente dei servizi sia quella dei beni sono scese, rispettivamente del 16,5% e del 6,4%; gli incrementi hanno riguardato le spese per alimentari e bevande non alcoliche (+1,9%), per comunicazioni (+2,2%) e per abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili (+0,6%); le maggiori flessioni si registrano nelle spese per alberghi e ristoranti (-40,6%), per trasporti (-24,5%), per servizi ricreativi e culturali (-22,5%) e per vestiario e calzature (-21,1%) (Tavola 23 dell’allegato statistico).
Gli investimenti fissi lordi segnano un calo, in volume, del 9,2%. La componente delle costruzioni è scesa del 6,7%, quella delle macchine e attrezzature del 12,0%, quella dei mezzi di trasporto del 27,2% e quella dei prodotti della proprietà intellettuale del 2,7%.
In termini di contributi alla discesa del Pil, la domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un apporto negativo di 7,8 punti percentuali (di cui -6,1 punti attribuibili ai consumi finali nazionali e -1,7 punti agli investimenti fissi lordi e oggetti di valore), la componente estera ha contribuito negativamente per 0,8 punti, mentre le scorte hanno sottratto alla crescita 0,4 punti percentuali.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia